CHI SIAMO

CAVRIAGO COMUNE è un MOVIMENTO CIVICO E DI SINISTRA che trova radici nelle tradizioni migliori della nostra comunità: PACE, DEMOCRAZIA, ANTIFASCISMO, LAICITA', PIENO RICONOSCIMENTO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA.

lunedì 30 novembre 2009




CIAO STEFANO,

ci mancherai...





venerdì 27 novembre 2009


ACQUA BENE COMUNE

- Lo scorso 19 novembre la Camera dei Deputati, dopo che il giorno precedente il governo aveva chiesto ed ottenuto la ventottesima fiducia dall’inizio della legislatura, ha definitivamente privatizzato la gestione dell’acqua attraverso l’approvazione dell’art.15 del D.L. 135/2009.

In merito a ciò, nella seduta di ieri sera, il Consiglio comunale di Cavriago ha prodotto un netto segnale in controtendenza approvando, all’unanimità, un ordine del giorno presentato dal nostro gruppo consiliare (riformulato poi in sede di discussione con un importante contributo offerto dalla maggioranza) relativo al riconoscimento dell’acqua come bene comune.

Attraverso l’odg il Consiglio comunale si è impegnato a “costituzionalizzare” il diritto all'acqua riconoscendo nel proprio Statuto Comunale il “Diritto Umano all'acqua”, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico.

Sono stati inoltre approvati diversi principi, tra i quali:
  • “l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato”;
  • “la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà e rispetto degli equilibri ecologici”;
  • “il servizio idrico integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica”.
Il Consiglio ha poi impegnato la Giunta e il Sindaco ad intervenire presso la Regione Emilia Romagna affinché la stessa avvii ricorso presso la Corte Costituzionale (come si appresta a fare la Regione Puglia) su quanto previsto dall’art. 15 del D.L. n. 135/2009.

venerdì 20 novembre 2009



Le mani sull'acqua.


Il governo ha approvato ieri il Decreto legge per la privatizzazione dell’acqua.



La Camera ha approvato l’art. 15 del D.L. n. 135/2009 relativo all’”Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica”. Più semplicemente l’articolo come secondo nome fa: “Privatizzazione dei servizi pubblici locali”.
Mentre cioè la maggior parte del mondo persegue linee e strategie esattamente contrarie che vanno nella direzione di rimettere al centro il “pubblico” rispetto alla gestione di alcuni settori dell’economia, il nostro governo decide che i beni pubblici per eccellenza - in particolare l’acqua - debbano esser gestiti dai privati in nome del libero mercato. Si delega quindi all’ancora deregolamentata finanza - cioè alla causa principale dell’attuale drammatica crisi economica - la gestione dei beni che più caratterizzano e che più incidono sulla nostra vita.

Tutto questo poi appare paradossale se consideriamo che il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sbandiera quotidianamente crociate contro la globabilizzazione, la finanziarizzazione dell’economia, le banche poi, nel concreto, regala alle multinazionali la gestione dell’acqua e quando si tratta di sostenere proposte come quella di Gordon Brown relativa al rilancio della “Tobin tax”, cioè la tassazione delle transazioni finanziarie al fine di cancellare larga parte dei movimenti speculativi, fa finta di non sentire e si gira dall’altra parte.

Nel concreto l’art. 15 prevede: l’obbligo della gara, la liquidazione definitiva delle Spa a totale capitale pubblico, la generalizzazione e l’affermazione delle società miste definendo il 30% come tetto massimo della partecipazione pubblica (facendo cadere così anche l'ultima foglia di fico di qualche amministratore che nel passato ha sostenuto che con il 51% delle azioni il controllo maggioritario del pubblico era assicurato).

In questi giorni sono state moltissime, tutte puntualmente ignorate dai media, le manifestazioni di dissenso promosse dal “Forum italiano movimenti per l’acqua” e dai tantissimi comitati territoriali. Ad esse si poi aggiunte tante prese di posizioni formali di diverse istituzioni locali.

Nel prossimo Consiglio comunale di Cavriago presenteremo come gruppo consiliare Cavriago Comune una proposta per la “costituzionalizzazione” del diritto all'acqua che prevede:

  • a) il riconoscimento nel nostro Statuto Comunale del “Diritto Umano all'acqua” (ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico);

  • b) la conferma che il principio della proprietà e della gestione del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;

  • c) il riconoscimento (sempre nello Statuto Comunale) che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.

Sarebbe davvero un segnale positivo che anche il PD - soprattutto per dare concretezza alla parola “alternativa”, utilizzatissima nelle prime uscite del neo-segretario Bersani - sostenesse e condividesse, anche nel locale, prese di posizione e proposte come la nostra che, riteniamo, prefigurino reali (e alternative) rielaborazioni politiche, economiche e sociali.



qui di seguito l'ordine del giorno:

“RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA”


PREMESSO che:

-l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita. Pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione; a partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata a livello mondiale;


- peraltro, il “bene acqua”, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti nel presente e disponibile per le future generazioni;


- la risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazione più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”;


- inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno - priorità 2003-2006 - già affermava, al paragrafo 5, "essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno";


CONSIDERATO


- che per sostanziare il principio del diritto dell’acqua come universale e inalienabile, nonché per riorientare il sistema di tariffazione agevolata per le fasce sociali meno abbienti verso un sistema che assicuri maggiore responsabilizzazione degli utenti e politiche di risparmio idrico, appare opportuno introdurre all’interno dell’ordinamento la definizione del servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica.


CONSIDERATO


- che oltre 100 cittadini cavriaghesi dei 400.000 a livello nazionale, hanno apposto la propria firma a sostegno della Legge di Iniziativa Popolare concernente “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”.


VISTO


- l’articolo 23-bis del D.L. 25/06/2008 n. 112 convertito nella legge 6 agosto 2008 n. 133 - che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, facendo largo forzatamente all’ingresso di privati.


CONSIDERATE


- le successive modifiche ed integrazioni apposte al suddetto art. 23bis dall’art. 15 del D.L. n. 135/2009, già approvato al Senato lo scorso 4 novembre e in via di approvazione definitiva alla Camera, che muove passi ancor più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali.


IL CONSIGLIO COMUNALE DI CAVRIAGO SI IMPEGNA


1. a “costituzionalizzare” il diritto all'acqua, attraverso le seguenti azioni:

riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il “Diritto Umano all'acqua”, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;

confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;

riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli artt. 31 e 114 del d.lgs n. 267/2000;


2. a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di attraverso le seguenti azioni:

informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali;

contrasto al crescente uso delle acque minerali e promozione dell'uso dell'acqua dell'acquedotto per usi idropotabili - a cominciare dagli uffici, dalle strutture comunali e dalle mense scolastiche - anche attraverso la costruzione di distributori/dispensatori pubblici accessibili a tutti i cittadini.


Cavriago, 13 novembre 2009


Davide Farella


domenica 15 novembre 2009



LA NOSTRA FILMOGRAFIA DAL 1962 AL 2008




Molti film parlano degli anni della Cortina di Ferro, di come si viveva a Est e a Ovest, del Muro e della sua caduta dei cambiamenti politici, culturali e sociali.
Per chi fosse interessato ad approfondire, proveremo qui di seguito ad elencare un po' di film.




  • Totò e Peppino divisi a Berlino:
    Film Italiano - Comico - 1962 – di Giorgio Bianchi – con Totò e Peppino De Filippo
    Trama (dal Morandini):
    Magliaro a Berlino Ovest, Totò accetta per denaro di farsi processare al posto di un criminale di guerra nazista di cui è il sosia. Finiscono a Berlino Est dove vengono rapiti dai russi e poi a Pechino.




  • La spia che venne dal freddo (The Spy Who Came In from the Cold)
    Film Inglese – Drammatico - 1965 – di Martin Ritt
    Trama:
    Dal romanzo (1963) di John Le Carré: Leamas, agente segreto britannico, è inviato per l'ultima volta nella Germania dell'Est per intrappolare il suo vecchio avversario Mundt, ma è lui a cadere in trappola per opera dei suoi superiori.


  • Wer die Erde liebt
    Film Tedesco (Germania Est) (in lingua originale) – Drammatico – 1973 – di Uwe Belz, Jürgen Böttcher, Joachim Hellwig, Harry Horni
    Trama:
    Realizzato da un collettivo di registi, è il film ufficiale sul Festival mondialedella gioventù e degli studenti che la RDT organizzò nel 1973 nel settore est di Berlino. Malgrado faccia riferimento a precisi compiti propagandistici e si muova in un'evidente contraddizione tra il cosmopolitismo sbandierato e la rigidità della situazione reale del paese, il film riesce a trasmettere l'atmosfera di risveglio della cultura giovanile dell'epoca, in una sorta di affascinante piccola Woodstock dell'Est. Fra i registi spicca il nome di Jürgen Böttcher, già autore del celeberrimo (e censuratissimo) Jahrgang '45, nonché futuro regista di Die Mauer (1991), uno dei migliori documentari sul muro di Berlino.


  • La terza generazione (Die dritte Generation)
    Film Tedesco (Germania Ovest) – Drammatico – 1979 – di Rainer Werner Fassbinder
    Trama:
    Un film su Berlino Ovest che ne fornisce un’immagine, soprattutto architettonica, irrimediabilmente lacerata tra vecchio e nuovo. Un gruppo di terroristi tedeschi sequestra un industriale dell'elettronica senza sapere che è il loro segreto finanziatore e che la polizia ha dato il suo beneplacito. Ignorano di essere le pedine di un gioco industriale-commerciale-poliziesco più grande di loro.


  • Christiane F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino (Christiane F. Wir Kinder vom Bahnhof Zoo)
    Film Tedesco (Germania Ovest) – Drammatico – 1981 – di Ulrich Edel
    Trama:
    Storia vera di Christiane F. berlinese che diventò eroinomane a tredici anni e della sua caduta graduale agli stadi più bassi della tossicodipendenza. Un crudo spaccato sociologico sul sottobosco dei giovanissimi tossicodipendenti della metropoli, i cui anfratti più turpi e degradati sono oggetto di un’attenzione un po’ a rischio di morbosità, ma di sicura attendibilità e accuratezza scenografica.


  • Pink Floyd The Wall
    Film Inglese – Drammatico/musicale – 1982 – di Alan Parker
    Trama:
    Storia di Pink, un ragazzo che, dopo aver attraversato il disumano sistema scolastico britannico, diventa una star del rock, fragile e instabile. Trova conforto e supporto soltanto nella folla dei suoi fans. Non è un film concerto, ma la visualizzazione – quasi senza parole ed esplicitamente metaforica – di un celebre album rock con inserti di animazione, disegnati da Gerald Scarfe. Un po' deprimente e autoindulgente, misogino con petulanza.




  • Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin)
    Film Tedesco – Drammatico – 1987 – di Wim Wenders.
    Trama:
    Due angeli scendono a Berlino e, invisibili, osservano il comportamento degli umani senza poter far nulla per aiutarli. Uno dei due s'innamora e diventa uomo, dunque mortale. Film del rimpatriato W. Wenders dopo un lungo soggiorno negli USA, elogiato come moderna favola che coniuga malinconia e tenerezza e recupera la memoria storica e visiva di Berlino, poema unanimista intessuto di storie individuali, appassionato inno alla “terrestrità”.


  • Coming out
    Film Tedesco (Germania Est) (in lingua originale) – Drammatico – 1989 – di Heiner Carow
    Trama:
    Quando incontra Matthias, per Philipp è colpo di fulmine: adesso sa chi ha aspettato per tutta la vita. Ma a mettersi fra loro c'è Tania, che ama Philipp e aspetta un figlio da lui, e ci sono i pregiudizi della società nei confronti dei rapporti omosessuali. Orso d'argento al Festival di Berlino, Coming Out è un'opera epocale, essendo il primo e unico film a tematica gay realizzato nella RDT, non a caso proiettato per la prima volta proprio la sera della caduta del muro, il 9 novembre 1989. Puntuale nella descrizione della scena gay underground di Berlino Est (di cui lo stesso regista faceva parte), a vent'anni di distanza rimane un film di grande modernità, capace ancora di appassionare e commuovere.


  • Ostkreuz
    Film Tedesco - Drammatico – 1991 – di Michael Klier,
    Trama:
    Racconto essenziale e tristissimo della sopravvivenza metropolitana di due donne dell’ex Germania est arrivate a Berlino dopo la Caduta del Muro:in un campo di rifugiati di Berlino Ovest, la tragedia dell'arrangiarsi di una quindicenne e di sua madre rifugiate dall'Est: una vicenda ispirata autobiograficamente alla sorella del regista, nato a Karlovy Vari, le figlie della quale fuggono dall'Ungheria per inseguire a Berlino il sogno occidentale.


  • Quella Trabant Venuta dall'Est (Go Trabi Go) (Die Sachsen kommen)
    Film Tedesco – Comico – 1991 - di Peter Timm
    Trama:
    1990. Il muro di Berlino, nel bene e nel male, appartiene ormai ai ricordi. Una famiglia dell'ex Germania Est, padre, madre e 3 figli, montano sulla loro Trabant, l'auto simbolo della DDR, e varcano la frontiera, per la prima volta in vita loro, per una vacanza. La destinazione sarà l'Italia.


  • Così lontano, così vicino (In weiter Ferne, so nah!)
    Film Tedesco - Drammatico – 1993 – di Wim Wenders.
    Trama:
    Dopo la riunificazione tedesca molto è cambiato, Damiel, l'angelo diventato umano si è fatto una famiglia e Cassiel ancora osserva gli uomini. Per salvare la vita ad una bambina diventerà umano e dovrà affrontare la difficile prova delle sofferenze umane.
    Il film è il sequel de Il cielo sopra Berlino. Apparizione speciale dell'ex presidente URSS Gorbaciov.


  • La promessa (Das Versprechen)
    Film Tedesco - Drammatico – 1994 – di Margarethe Von Trotta
    Trama:
    Pochi mesi dopo la costruzione del muro di Berlino, la giovane Sophie ed un gruppo di amici riescono a passare all'Ovest attraverso le fognature. Konrad, il fidanzato di Sophie però scivola e non fa a tempo a infilarsi nel tombino che mette in salvo tutti gli altri. La vicenda si snoda lungo tutto l'arco della guerra fredda, accennando alla Primavera di Praga e la successiva restaurazione. Konrad e Sophie riescono comunque a rivedersi alcune volte, e concepiscono un bambino. I tre potranno finalmente riunirsi, trent'anni dopo la fuga, quando la Germania si riunifica.


  • Lola corre (Lola Rennt)
    Film Tedesco - Drammatico – 1998 – di Tom Tykwer,
    Trama:
    La fulva punk Lola ha venti minuti per trovare centomila DM (un po' meno di cento milioni di lire) e salvare la vita al suo amato e balordo Manni che li ha dimenticati sulla metropolitana di Berlino. La sua corsa è ripetuta tre volte, con varie peripezie e coincidenze che portano a esiti diversi. Girato e montato alla maniera frenetica di un videoclip ipervitaminico, con inserti di disegno animato, sostenuto da musiche cadenzate cui ha contribuito anche il regista. Qui, Berlino appare in una serie di frammenti montati per costruire uno spazio virtuale nel quale si dispiega la corsa selvaggia di Lola nella sua disperata lotta con il destino. Fatalità e volontà si scontrano in un videogame urbano che stempera definitivamente la densità storica dei luoghi creando uno spazio neutro che ospita le traiettorie di diversi e ingovernabili mondi possibili.


  • Helden wie wir
    Film Tedesco (in lingua originale) – 1999 – di Sebastian Peterson
    Trama:
    Tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Brussig, una delle satire più inclementi della vita nella Ddr e del suo apparato poliziesco, il film racconta la grottesca vicenda del giovane Klaus Uhltzscht (Daniel Borgwardt), tanto alienato da un’educazione piccolo-borghese e punitiva da trovarsi perfettamente a suo agio nella perversa logica di pensiero della Stasi. Esercizio di memoria critico e impietoso, Helden wie wir (Eroi come noi) è l’altra faccia della medaglia rispetto a Sonnenallee, il film di Leander Haußmann.


  • Sonnenallee
    Film Tedesco (in lingua originale) – Commedia – 1999 – di Leander Haußmann
    Trama:
    La Sonnenallee, è una via di Berlino, che dal 1961 all’89 era divisa in parti disuguali dal passaggio del Muro; la sua estremità più breve era territorio della Repubblica Democratica Tedesca, ed è proprio a ridosso della frontiera che vivono i protagonisti del film, un gruppo di ragazzi dell’ultimo anno delle superiori. Il protagonista, Micha, racconta le sue esperienze in fatto di amicizia, amore, famiglia, politica e musica proibita: la vita nella Repubblica Democratica Tedesca è raccontata in modo ironico, irriverente e a volte esagerato. La politica non lo interessa – non è né a favore del sistema della RDT né effettivamente contrario ad esso. Tuttavia, come si sostiene quando si è giovani e ribelli, egli vuole rimettere in discussione l'intera organizzazione della società “dal di dentro”. Micha è innamorato di Miriam, e fa di tutto per attrarre la sua attenzione. Ma è difficile, se sei costretto a ballare sulle note dei gruppi folk della Germania est. “Se ci fossero gli Stones”, dice uno dei ragazzi, “sarebbe tutto diverso, l’avresti già conquistata”. Ognuno dei personaggio ci dà un punto di vista diverso sull’adolescenza nella DDR e sulle sue infinite frustrazioni: la musica è proibita, l’unico modo di ricevere un’istruzione è arruolarsi nell’esercito per tre anni, la libertà di espressione e di curiosità intellettuale sono limitate e l’istituzione invade la vita privata del cittadino. Sonneallee è diventato il simbolo del fenomeno di costume della Ostalgie.


  • Il silenzio dopo lo sparo (Die Stille nach dem Schuss)
    Film Tedesco - Drammatico – 2000 – di Volker Schlöndorff.
    Trama:
    Ucciso un poliziotto, Rita Voight, terrorista tedesca, si rifugia nella RDT dove, con la copertura della Stasi (polizia segreta), comincia una nuova vita. La caduta del Muro di Berlino crolla addosso anche a lei. In questo film, scritto con Wolfgang Kohlhaase, rievoca il fenomeno del terrorismo tedesco da un'angolazione nuova con onestà d'approccio, finezza nei particolari, affetto per i personaggi, rispetto critico per il loro idealismo rivoluzionario, e un apprezzabile sforzo, non privo di ironia, di evitare ogni manicheismo nella descrizione della vita della Germania dell'Est.


  • Berlin is in Germany
    Film Tedesco - Drammatico – 2001 – di Hannes Stöhr.
    Trama:
    Martin, cittadino della Repubblica Democratica Tedesca, viene incarcerato pochi mesi prima della riunificazione tedesca. Esce di galera dopo 11 anni e trova la sua nazione cambiata. Sua moglie sta con un altro, non ha dialogo coi figli, nessuno gli dà un lavoro. Da allora comincia a vagare portandosi dietro un televisore, unico suo contatto con il mondo.


  • Der Tunnel
    Film Tedesco (in lingua originale) – Drammatico – 2001 – di Roland Suso Richter,
    Trama:
    Ricostruzione di un episodio del 1962, quando una trentina di persone riuscì a fuggire scavando un tunnel sotterraneo di 135 metri che dalla cantina di un edificio abbandonato di Berlino est conduceva al di là del muro. Nel film sono rievocati altri episodi, fortunati e tragici, che hanno inaugurato una storia trentennale di tentativi di fuga nei quali hanno trovato la morte 187 persone, come la toccante vicenda del muratore diciottenne Peter Fechter, colpito dagli spari delle guardie di confine nella “striscia della morte” mentre cercava di arrampicarsi sull’ultima barriera che lo separava dall’occidente, lasciato lì a morire dissanguato sotto gli occhi impassibili delle guardie di confine della Ddr e gli attoniti e impotenti passanti che avevano assistito alla scena dalla parte occidentale.


  • Herr Lehmann
    Film Tedesco (in lingua originale) – 2003 – di Leander Haussmann
    Trama:
    Rievocazione delle indolenti esistenze di Kreuzberg 36 all’ombra del muro: un quartiere proteso verso Berlino est, popolato di punk, turchi, artisti, junkies, disoccupati e alternativi di ogni sorta per i quali il muro rappresentava una protezione dall’efficientismo e dalla competizione che imperavano in Germania ovest, o, anche, semplicemente, dalla vita adulta. Una vita che scivola via tra una Kneipe e l’altra, intervallata dal perseguimento di improbabili vocazioni artistiche, sullo sfondo di un abbandono ludico e regressivo che non riesce a dissimulare del tutto la nevrosi quotidiana. Il film si chiude nella notte della caduta del muro con la consapevolezza che con l’irruzione della grande storia, per il mondo senza tempo di Kreuzberg 36 nulla sarebbe stato più come prima.


  • Berlin blues
    Film Tedesco – Commedia – 2003 – di Leander Haußmann
    Trama:
    Berlino Ovest, 1989.Un gruppo di disadattati non riesce ad adeguarsi ai ritmi della vita reale. Fra di loro c'è Frank, un uomo dalla grande sensibilità, follemente innamorato di Katrin che fa la cuoca nel locale di un suo amico. Quando sembra che le cose procedano per il meglio, una serie di avvenimenti sconvolgono la sua vita: nel portare dei soldi ad alcuni parenti a Berlino est viene bloccato alla frontiera e denunciato per trasporto di denaro non dichiarato. Poco tempo dopo scopre che la donna dei suoi sogni ama un altro. Intanto arriva il suo trentesimo compleanno. Lo stesso giorno cade il muro. Non cambia solo il "suo mondo" ma "l'intero mondo. Una nuova fase sta per avere inizio.


  • Good Bye, Lenin!
    Film Tedesco - Commedia a – 2003 - di Wolfgang Becker
    Trama:
    Nel 1990 a Berlino Est, otto mesi dopo la caduta del Muro, Christiane Kerner esce dal coma. Per difenderla da uno shock che potrebbe esserle fatale, suo figlio Alex mette in scena, con la riluttante complicità dei familiari, un teatrino real-socialista dove tutto, dai cetrioli ai telegiornali, è come prima. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno orgogliosamente comunista di quel che sembra. Grande successo in Germania.
    Curiosità:
    La produzione ha dovuto far ricorso alla grafica computerizzata per "ritoccare" molto della Berlino attuale per farla somigliare alla vecchia Berlino Est che faceva parte della Repubblica Democratica Tedesca. Molti manifesti pubblicitari e insegne sono stati cancellati virtualmente e i colori sono stati digitalmente smorzati per ricreare l'atmosfera del tempo.
    Due eventi sono accaduti realmente e ricordano molto quelli narrati nel film:
    - a giugno 2007, un polacco in coma per 19 anni si è risvegliato non rendendosi ovviamente conto che in Polonia vi era stata la transizione dal comunismo al capitalismo;
    - in una scena del film, Alex e Lara trovano una casa dove sono ancora presenti diversi oggetti risalenti al regime passato. A gennaio 2009, a Lipsia viene scoperta davvero una casa nella quale erano ancora intatti dopo 20 anni i segni della DDR.





  • Kleinruppin forever!
    Film Tedesco (in lingua originale) – Commedia – 2004 – di Carsten Fiebeler
    Trama:
    Il film racconta di due gemelli che, nati nella DDR, sono stati separati alla nascita: uno di loro viene adottato da una coppia danarosa di Brema e ha tutte le fortune del ragazzo viziato, mentre l'altro cresce nella DDR, nell'immaginaria cittadina di Kleinruppin (in realtà si tratta di Wittenberge, nel Brandeburgo). Durante una gita scolastica, nel 1985, avviene uno scambio: Tim resta per errore a Kleinruppin, mentre Ronny va a Brema al posto di Tim. Da quel momento Tim viene scambiato da tutti per Ronny e come tale è costretto ad agire. Da qui si sviluppa una commedia degli equivoci, basata sulle reazioni sbagliate del "Wessi" - l'occidentale - che si trova in una situazione a lui del tutto sconosciuta.


  • Il tunnel della libertà
    Film (TV) Italiano – Drammatico – 2004 – di Enzo Monteleone
    Trama:
    Berlino, 1961. Domenico Sesta e Luigi Spina, due giovani ingegneri italiani, decidono di aiutare una trentina di tedeschi a fuggire dall'Est all'Ovest attraverso un tunnel sotterraneo scavato sotto il Muro con attrezzi rudimentali.


  • Zucker!... come diventare ebreo in 7 giorni (Alles auf Zucker!)
    Film Tedesco – Commedia – 2004 – di Dani Levy.
    Trama:
    quattordici anni, nel 1961, l'anno del Muro, Jakob-Jaeckie Zuckermann fu lasciato dalla madre e dal fratello maggiore Samuel che si trasferirono a Francoforte. Divenne un ebreo laico e comunista, un famoso cronista sportivo e un rubacuori della Germania dell'Est, ma dopo il 1989 per campare si diede al biliardo e al gioco d'azzardo con grande dispiacere di sua moglie, un po' meno di sua figlia Jana. Muore sua madre, ricca. Nel testamento mette una clausola: Jakob avrà la sua parte d'eredità a patto di riconciliarsi col fratello, ebreo ortodosso. Questi, portandosi dietro la famiglia, lo raggiunge a Berlino per passare insieme la Shivà, i sette giorni di lutto prescritti dalla legge religiosa. Lo scontro tra i due fratelli e le due culture è inevitabile.


  • Heimat 3 - Cronaca di una svolta epocale (Heimat 3 - Chronik einer Zeitenwende)
    Film Tedesco – Drammatico – 2004 – di Edgar Reitz.
    Trama:
    In Heimat 3 gli eventi storici della Germania tra il 1989 e il 2000 si rifrangono, sfiorandolo, sul microcosmo della fittizia Schabbach, ma il fulcro delle storie è nella villa Günderrode – nido d'amore di Hermann e Clarissa e crocevia di incontri, conflitti, separazioni, morti – che sovrasta la valle del Reno, non lontano dalla rupe di Lorelei, luogo mitico della cultura tedesca. È composto da 6 episodi, per una durata totale di 11 ore e 39 minuti. È la terza parte della trilogia di Heimat. È ambientato dagli anni che vanno dal 1989 al 2000.


  • NVA
    Film Tedesco (in lingua originale) – Commedia – 2005 – di Leander Haußmann
    Trama:
    NVA sta per Nationale Volksarmee, ovvero «esercito nazionale popolare», in pratica i soldati della DDR. Si tratta di una commedia spiritosa sulla vita in una caserma tedesco-orientale dove succede più o meno tutto quello che ci si immagina succeda in una caserma con in più però la particolarità che il tutto si svolge proprio nei convulsi mesi in cui il regime di Erich Honecker andava tramontando, il che intensifica di molto il senso di inutilità che già è diffuso di per sé nelle caserme di tutto il mondo. Si racconta la storia di due ragazzi diversi per carattere e li fa incontrare nella caserma «Fidel Castro», dove sono destinati a passare la leva obbligatoria di 18 mesi. Henrik ha un’indole ingenua da sognatore e si sforza di sottomettersi alle regole della disciplina militare senza fare troppo storie sperando che il tempo passi velocemente. Krüger è invece un ribelle di natura: gomma americana sempre tra i denti, non rinuncia mai a muovere obiezioni e fare resistenza, fino al punto di fingere un infortunio per guadagnarsi l’infermeria. Una volta scoperta la simulazione, i superiori gliela fanno pagare cara spedendolo in una struttura punitiva che nel giro di qualche mese lo trasforma in un “vero” soldato cancellando ogni traccia di personalità e individualità.


  • Le vite degli altri (Das Leben der Anderen)
    Film Tedesco – Drammatico – 2006 – di Florian Henckel von Donnersmarck
    Trama:
    Dal 1950 al 1989 la Stasi, polizia segreta della DDR, costituì un regime poliziesco ancor più efficace del KGB nell'URSS di cui aveva copiato e applicato i metodi. Caduto il Muro, i suoi capi non riuscirono o non vollero distruggere gli archivi che, lunghi 180 km, furono aperti al pubblico. Pur con qualche flashback, l'azione comincia nel 1984 e fa capo a due personaggi principali: Gerd Wiesler (U. Mühe), in sigla HGW XX/7, implacabile e competente capitano della Stasi, e Georg Dreyman (S. Koch), drammaturgo di successo e intellettuale assai apprezzato dal regime. Wiesler ha l'incarico di mettere sotto stretta sorveglianza l'inconsapevole Dreyman. Nel pedinarlo e intercettarlo per mesi, il primo comincia a farsi un'idea diversa del regime che serve e delle vite degli altri cui ha legato la sua. Nel frattempo anche l'altro cambia. Epilogo di tristezza emozionante.




  • La banda Baader Meinhof (Der Baader Meinhof Komplex)
    Film Tedesco - Drammatico – 2008 – di Uli Edel
    Trama:
    Germania occidentale, anni 70. Bombe, attentati mortali insieme alla paura e alla minaccia di un nemico interno scuotono le fragili fondamenta della giovane democrazia tedesca. I più radicali figli della generazione nazista guidati da Andreas Baader (Moritz Bleibtreu), Ulrike Meinhof (Martina Gedeck) e Gudrun Ensslin (Johanna Wokalek) combattono una violenta guerra contro ciò che percepiscono come la nuova faccia del fascismo: l'imperialismo americano sostenuto dalle istituzioni tedesche nelle quali ancora agiscono uomini dal passato nazista. Il loro scopo era quello di riuscire a creare una società più umana ma l'utilizzo di strumenti disumani con i quali diffusero terrore e spargimento di sangue fu proprio ciò che gli fece perdere la propria umanità. L'uomo che più li comprese fu anche il loro più irriducibile cacciatore: Horst Herald (Bruno Ganz) il capo delle forze di polizia che, se riuscì nella sua strenua caccia ai giovani terroristi fu tuttavia consapevole che si trattava solo della punta dell'iceberg.




  • Berlin calling
    Film Tedesco - Drammatico – 2008 – di Hannes Stöhr
    Trama:
    Il produttore techno DJ Ickarus gira il mondo con la manager e fidanzata Mathilde finché la vita sregolata e l'abuso di droghe non lo costringono a un ricovero in clinica psichiatrica.


venerdì 13 novembre 2009

JÜRGEN SPARWASSER




L'operaio che umiliò l'Ovest



"Così feci gol alla storia"Quel gol è l'onta dell'ovest, il segno di una superiorità in frantumi. Allora Sparwasser è contento?
«Bè di quel gol sì. E' di marmo. Se lo ricordano tutti. Anche se ne ho segnato di più belli e nel '74 ho vinto una Coppa Uefa battendo 1-0 il Milan a Rotterdam. In più sul Volksparkstadion c'era il pericolo del gruppo terrorista rosso Baader-Meinhof. Minacciarono di imbottirlo di tritolo e di farlo saltare proprio durante quella partita. Due anni prima c'era stata la strage di Monaco».




Perfino Gunter Grass ha scritto su di lei.

«Non casco dalle nuvole. So di essere l'eroe di un'epoca che non tornerà. Quel giorno al Volksparkstadion gli 8.500 tedeschi arrivati ad Amburgo con i treni dall'est e con un visto turistico che durava giusto il tempo della partita, alzarono le braccia. Per il gol sì, ma anche per tutto quello che significava. Quella rete diventò per un anno la sigla di molti programmi sportivi. E dopo la caduta del muro, per ricostruire un'identità sportiva collettiva, tutti chiedevano all'altro: dov'eri quando Sparwasser segnò?»


Ecco, appunto, la sua famiglia dov'era?

«A casa, la mia era una famiglia operaia, con mia madre che badava ai figli. Anche da noi le partite venivano trasmesse in tv, tanto che a quell'ora le strade erano deserte. La Ddr era sicura. La vigilia fu deprimente».


Sconfitta sicura, vero?

«Molto di più. La Ddr si aspettava una disfatta. Quanti ne becchiamo?, di questo si parlava. Noi contavamo sul catenaccio, non avevamo tattica, arrivavamo al calcio come scarti di altre discipline, spesso dall'atletica. Loro erano star internazionali. Avevano la reggia prussiana di Beckenbauer, mentre noi eravamo solo degli onesti somari. Non so perché, forse presi dal panico, cominciarono a buttare tutti palloni alti. Muller era piccolino, noi più grossi. E poi Beckenbauer disse quel nome: Waterloo».


E' vero che lei fu premiato con auto, casa e conto in banca?

«Magari. E' solo una favola. Avevamo pattuito un premio di 2.500 marchi a giocatore se la nazionale avesse raggiunto la seconda fase. Regali che andavano oltre, erano impensabili nella Ddr». Quel gol è ancora in fondo alla rete.
«Sì a giudicare dagli inviti che ricevo. Sono appena stato a Lipsia ad unamostra sul calcio di artisti d'avanguardia. Mi è toccato dare una pedata ad un pallone pieno di letame. Bah».


E' vero che alla fine di quella partita nessuno volle la sua maglia?

«Diavolo, puzzava in maniera terrificante. Ma le cose sono andate diversamente, lasciai il campo per ultimo, perché i giornalisti mi trattennero. Nel tunnel che conduceva agli spogliatoi mi aspettavano Paul Breitner e Wolfgang Overath.
Scambiai la maglietta con il primo. Quando ci fu nel 2002 la grande alluvione in Germania, Breitner decise di metterla all'asta, il ricavato andava alle vittime della catastrofe.
Mio nipote vide la trasmissione e mi convinse a donare la maglietta. La persona che ha acquistato la maglia mia e di Breitner ha pagato 35.000 euro e l'ha poi donata alla Casa della Storia di Bonn». Sorpreso di essere ancora una notizia?
«Sì, ma a cambiare è soprattutto la geografia dei media, la televisione è diventata predominante e insieme a lei la sofisticazione tecnologica: oggi lo spettatore viene sommerso di immagini. Nel 1974 le riprese erano ad angolazione fissa, fatto che permetteva una netta divisione dei ruoli: giocatori, arbitri, spettatori».


Nel '74 la Germania era divisa, ora è unita.

«Non vinceremo perché siamo uniti, ma il paese doveva essere riunificato».



C'è uno Sparwasser oggi?

«Il paragone è difficile. Il livello tecnico della Germania non è alto. Non voglio dire che assomiglia alla nostra vecchia Ddr, ma Italia, Brasile e Inghilterra sono superiori. Mi dispiace per la signora Merkel che ha bisogno di un po' di ottimismo per far ripartire l'economia, ma non abbiamo nessuna possibilità di diventare campioni del mondo. Kahn, Lehmann, Ballack e Klose sono di alto livello, attorno però hanno giocatori troppo giovani e inesperti».


L'hanno chiamata traditore...

«Ho segnato all'ovest calciando il pallone dall'est, e poi nell'88 sono scappato al di là del muro. Chiaro che i funzionari non hanno preso bene la mia fuga: "No, Sparwasser, lui proprio no"».La Germania ora si riscopre felicemente patriottica.
«Grazie al calcio. E stavolta va bene. E' un patriottismo buono, moderno, senza le lugubri complicità del passato. L'identità tedesca è sofferta, si rischiava di essere definiti di destra se solo si diceva di essere tedesco. C'erano tempi in cui i giocatori della nostra nazionale davano l'aria di essere costretti a giocare per la Germania. Quasi vergognandosi. Adesso la situazione è cambiata, sono tutti più entusiasti. Prima se agitavi la bandiera ti davano del militarista, adesso ti prendono per tifoso. Bel passo avanti, no?».


giovedì 12 novembre 2009


STASI



Stasi è l'abbreviazione di Ministerium für Staatssicherheit, “Ministero per la Sicurezza di Stato”, abbreviato in MfS o popolarmente in Stasi appunto. La Stasi era la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est (DDR).
Il Ministerium für Staatssicherheit (Ministero della Sicurezza di Stato) venne fondato l'8 febbraio 1950. Wilhelm Zaisser ne fu il suo primo direttore e Erich Mielke il suo vice. Venne modellato sul KGB sovietico, che lo reputava come estremamente leale ed efficace, tra i vari servizi segreti delle nazioni del Patto di Varsavia. L'influenza della Stasi copriva praticamente tutti gli aspetti della vita nella Repubblica Democratica Tedesca.
Nel 1955, Erich Mielke divenne capo della Stasi e Markus Wolf divenne capo del dipartimento di spionaggio all'estero. Fino a metà degli anni '80, la rete di spie crebbe all'interno della Germania Est. Nel 1989 venne stimato che la Stasi disponesse di 91.000 impiegati a tempo pieno e probabilmente più di 100.000 informatori, disponendo di fatto della percentuale più alta di spie pro capite di tutti gli stati del patto di Varsavia. Gli informatori che si trovavano all'estero in paesi non socialisti venivano anche detti Kundschafter des Friedens, che tradotto vorrebbe dire vedette della pace.
Per quanto riguarda l'organizzazione interna dell'Mfs a tutt'oggi non sono disponibili molte informazioni in quanto praticamente tutte le attività della Stasi erano coperte dal segreto di stato e gli stessi membri di questa organizzazione non sapevano a loro volta esattamente i meccanismi che erano dietro a questo sistema, dal momento che loro stessi erano sotto controllo dell'Mfs. Fino alla pubblicazione del dossier Rosenholz nel 2004 lo stesso governo federale tedesco non era al corrente del numero esatto di spie dislocate in Germania occidentale ed, ancor meno, del numero esatto di operazioni condotte.
La Stasi monitorava i comportamenti politicamente scorretti di tutti i cittadini della Germania Est. Dopo la rivoluzione pacifica del 1989 gli uffici della Stasi vennero invasi dai cittadini infuriati, non prima che un grande quantitativo di materiale compromettente venisse distrutto dagli ufficiali del servizio segreto. I documenti rimasti sono oggi disponibili per tutte le persone che erano spiate.
Dopo l'unificazione tedesca venne rivelato che la Stasi aveva anche aiutato in segreto dei gruppi terroristici di sinistra come la Rote Armee Fraktion. La RAF fu un'organizzazione terroristica tedesca di ispirazione marxista-leninista. Fu legata alla più radicale estrema sinistra tedesco-occidentale. Fu fondata il 14 maggio 1970 da Andreas Baader e Ulrike Meinhof, attiva fino al 1993 e formalmente disciolta nel 1998. Dai media era anche chiamata Banda Baader Meinhof, dal nome dei suoi principali attivisti. Dal dossier Rosenholz, si è appreso che, per il supporto di gruppi terroristici quali la RAF, nella Repubblica Federale Tedesca era stata incaricata una sezione apposita del Mfs chiamata HA XXII. Sarebbe, quindi, stata la sezione HA XXII ad aiutare molti membri della RAF a scappare dalla Germania occidentale per rifugiarsi nella DDR dopo aver loro fornito nuove identità. Sempre la sezione HA XXII avrebbe, quindi, fornito sostegno alla OLP tramite l'HVA, una sezione dell'Mfs, che aveva il compito di monitorare le attività terroristiche di questi gruppi e di stabilire un primo contatto con loro.
Se pure ufficialmente l'Mfs rispondesse al consiglio dei ministri della DDR, di norma la Stasi non doveva rendere conto a nessuno e prendeva la maggiore parte delle decisioni in totale autonomia.
Internamente l'MfS era composto da varie sezioni e sottosezioni con competenze differenti. Per esempio: controllo linee telefoniche; armi e servizio chimico; servizio di decodifica; interrogatori e detenzione; controllo passaporti e permessi di viaggio; controspionaggio; controllo comunicazioni radio e disturbo comunicazioni radio nemiche; economia socialista; controllo apparato dello stato chiesa e unità investigativa per scovare organizzazioni sovversive; unità anti immigrazione illegale e fuga dalla DDR.


Reclutamento
Uno degli aspetti più importanti dell'Mfs era il reclutamento di nuovi membri. Oltre a basarsi su criteri, quali capacita intellettuali, competenze tecniche e prestanza fisica, l'aspetto della affidabilità e dell'ideologia politica giocava un ruolo centrale. Non di rado si sceglievano per questo motivo figli di membri ed ex membri della Stasi, basandosi sul fatto che con buona probabilità questi fossero stati indottrinati politicamente in modo affidabile e che il contesto famigliare li avesse influenzati in modo positivo. Un ruolo di primo piano aveva quindi l'educazione di stampo socialista.
I potenziali nuovi membri dell'Mfs venivano quindi sottoposti a loro insaputa per un periodo di due anni a continui controlli e in questo periodo veniva preparato un dossier al riguardo della loro vita privata. Non di rado succedeva che per ottenere ulteriori informazioni sia al riguardo del possibile candidato stesso che della famiglia, si interrogassero gli insegnanti che erano stati responsabili della educazione del candidato durante il periodo scolastico. Nella fase finale poi, prima di invitare il soggetto prescelto per un colloquio ufficiale, che rimaneva chiaramente strettamente confidenziale, si interrogavano vicini e conoscenti per avere ulteriori informazioni. Se entro questo periodo di due anni durante il quale si era osservata l'attività dell'individuo prescelto non si erano riscontrati comportamenti sovversivi, si procedeva a contattarlo invitandolo ad un colloquio presso una delle tante sedi di circondariato dislocate su tutto il territorio della DDR. Se il colloquio dava esito positivo al candidato veniva offerto un posto di lavoro presso l'Mfs.

Dopo la caduta del muro
Il 29 dicembre 1991 venne approvata dal Bundestag la Stasi-Unterlagen-Gesetz anche detta legge StUG, che permise l'apertura di tutti i dossier in mano all'Mfs. I singoli cittadini poterono quindi per la prima volta nella storia della DDR accedere a dossier che l'Mfs aveva stilato al riguardo della loro vita privata. Se pure le autorità federali tedesche si fossero sforzate di mettere al sicuro molti dei dati e dei dossier che erano stati preparati dall'Mfs, molti di questi andarono irrimediabilmente persi nel caos che seguì i giorni immediatamente successivi alla caduta del muro, quando cittadini infuriati della Germania dell'est assaltarono le singole sedi dell'Mfs, distruggendo ogni singola cosa che trovavano. Infine non da escludere che molti dossier compromettenti fossero stati distrutti o occultati dagli stessi agenti dell'Mfs in vista di quello che sarebbe successo da lì a poco.

mercoledì 11 novembre 2009



LA DDR




La Repubblica Democratica Tedesca (RDT), (in tedesco Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR), nota anche come Germania Est, fu uno Stato socialista esistito dal 1949 al 1990 sul territorio precedentemente corrispondente alla zona di occupazione della Germania assegnata all'Unione Sovietica alla fine della seconda guerra mondiale.


  • Storia

  • La RDT venne proclamata nel settore sovietico di Berlino il 7 ottobre 1949. Nel 1953 un'imponente rivolta operaia cercò di rovesciare il regime, il quale però rimase ben saldo. Nel 1957 la RDT venne riconosciuta dall'URSS e dichiarata pienamente sovrana, ma truppe sovietiche vi rimasero stanziate, in base agli accordi della Conferenza di Potsdam, con la motivazione ufficiale di proteggere la nazione dalla minaccia statunitense durante la Guerra Fredda. La RDT venne ammessa all'ONU insieme alla Germania Ovest solo il 18 settembre 1973, poiché fino a quel momento l'organizzazione non ammetteva nazioni divise (come pure la Corea). La Germania Est fu invece Stato membro del Patto di Varsavia fin dal 1956.
    Con la salita al potere di Erich Honecker e la quasi contemporanea elezione a cancelliere di Willy Brandt in Germania Ovest, iniziò un periodo di riavvicinamento tra le due Germanie (Ostpolitik) con la creazione delle ambasciate e visite ufficiali dei capi di Stato. L'Ostpolitik venne proseguita in misura assai più limitata dal successore Helmut Schmidt e cessò del tutto con l'ascesa al potere del conservatore Helmut Kohl.
    A seguito dell'apertura delle frontiere tra Ungheria e Austria (l'11 settembre 1989) e della successiva caduta del Muro di Berlino seguita dalle elezioni libere, si riunì alla Germania Ovest il 3 ottobre 1990.


  • Ordinamento politico


  • La guida dello Stato era affidata, direttamente dalla Costituzione, alla Sozialistische Einheitspartei Deutschlands (SED, Partito Socialista Unificato Tedesco), formata dalla fusione dei comunisti del KPD coi socialisti dell'SPD, con la finalità della costruzione di una società senza classi. Non si trattava tuttavia dell'unico partito ammesso. La SED era infatti affiancata da altri quattro partiti: i cristiano-democratici della CDU, gli agrari del DBD, i liberaldemocratici del LDPD e i nazionaldemocratici del NDPD. Il ruolo di questi quattro partiti era quello di raggruppare le classi piccolo-borghesi e contadine intorno al progetto politico operaio della SED. Raccolti nel Fronte Nazionale, i cinque partiti controllavano ogni aspetto della vita politica, economica e sociale, centrale e locale, del Paese.
    La Costituzione, approvata il 30 maggio 1949 ed entrata in vigore il 7 ottobre dello stesso anno, istituiva un Parlamento con bicameralismo imperfetto, diviso tra la Volkskammer (Camera del Popolo), composta da 500 membri eletti ogni 4 anni e cui spettava il potere legislativo, e la Länderkammer (Camera dei Länder), avente funzione consultiva e di veto nelle questioni attinenti ai Länder. Sei anni dopo la trasfomazione dei Länder in Bezirke (1952), distretti provinciali soggetti ad un molto più stretto controllo da parte del potere centrale, la Länderkammer venne abolita, e il Parlamento divenne unicamerale. Le elezioni per la Volkskammer si svolgevano sulla base della Lista unica redatta dal Congresso del Fronte Nazionale. Il potere esecutivo spettava invece allo Staatsrat, il Consiglio di Stato, organo di direzione politica composto da 24 membri da cui dipendevano il Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale di Difesa.

  • Televisione e radio


  • La televisione e la radio della RDT erano controllate dallo Stato. "Rundfunk der DDR" è stata l'organo ufficiale di radiodiffusione dal 1952 fino alla riunificazione tedesca.


  • Il problema dell'espatrio


  • Già pochi anni dopo l'instaurazione del regime, la Germania Est fu interessata da un notevole flusso migratorio verso la Germania Ovest. Nel 1961 pertanto il SED procedette alla chiusura delle frontiere con la RFT e all'edificazione del muro di Berlino, per impedire l'emigrazione verso la parte occidentale della città. L'art. 10 della Costituzione, che garantiva il diritto di espatrio, venne abrogato, mentre l'espatrio fu ribattezzato “fuga dalla Repubblica” e inserito, quale nuova fattispecie del codice penale, nella stessa sezione relativa ai delitti contro lo Stato. Le guardie di frontiera, (Grenztruppen der DDR), avevano l'ordine di arrestare e, se necessario, sparare contro chiunque non autorizzato tentasse di varcare il confine.
    Formalmente l'espatrio non era vietato in maniera assoluta. Anzitutto esso riguardava solo i confini terrestri con la Germania Ovest e quelli marittimi nel mar Baltico con Danimarca e Svezia. Si poteva invece espatriare verso Paesi del Patto di Varsavia, anche perché il divieto di espatrio verso i Paesi occidentali fu adottato da ciascuno di essi. I pensionati potevano espatriare per trascorrere nell'Ovest le vacanze o incontrare i parenti. Chi voleva lasciare il Paese per trasferirsi all'estero incontrava molti più ostacoli: occorreva infatti inoltrare un'apposita richiesta al Ministero degli Esteri, la cui approvazione era però assai difficile. Oltretutto chi inoltrava la domanda rischiava di essere inserito negli elenchi dei sospetti della polizia segreta, la Stasi. Reiterarla più volte, in caso di mancata risposta o a seguito di rifiuto, poteva anche comportare il carcere.


  • Economia


  • Nella RDT il controllo del regime sull'economia fu forse il più forte tra tutti gli altri Paesi del Patto di Varsavia. Di fronte a un Paese devastato dalla seconda guerra mondiale, il SED riuscì fin dalla fine degli anni '40 a creare un sistema economico molto industrializzato e competitivo: ai primi anni '60 la RDT fu il decimo Paese più industrializzato del mondo, il più avanzato sul piano economico tra quelli socialisti.
    Il livello di benessere della popolazione era tuttavia di gran lunga inferiore a quello della RFT. In un primo tempo il divario tra le due Germanie fu imputato all'ingente debito che la RDT aveva con l'URSS per gli aiuti di ricostruzione. Ma già nel 1969, di fronte ad uno spaventoso deficit pubblico, lo Stato non seppe (e non volle) modernizzare l'economia alle esigenze reali della popolazione. Ne risultò una crisi dei beni di consumo, oltre all'arretratezza che l'assenza di una competizione tra imprese generava nell'economia tedesco-orientale. I cittadini peraltro dovevano attendere anni prima di acquistare automobili, che potevano peraltro essere solo le Trabant (oggi divenute veri pezzi da collezione per gli appassionati di auto), le Wartburg e pochi altri modelli. Il tempo di attesa per un'automobile oscillava tra i 13 e i 18 anni.La disparità economica tra le due Germanie è rimasta evidente anche all'indomani dell'unificazione. Nonostante le politiche del governo federale a favore dei territori dell'ex-DDR, questi ultimi restano ancora oggi la zona economicamente meno avanzata del Paese.

      martedì 10 novembre 2009

      Another Brick in the Wall - Pink Floyd


      We don't need no education
      We dont need no thought control
      No dark sarcasm in the classroom
      Teachers leave them kids alone
      Hey! Teachers! Leave them kids alone!
      All in all it's just another brick in the wall.
      All in all you're just another brick in the wall.

      We don't need no education
      We dont need no thought control
      No dark sarcasm in the classroom
      Teachers leave them kids alone
      Hey! Teachers! Leave them kids alone!
      All in all it's just another brick in the wall.
      All in all you're just another brick in the wall.

      "Wrong, Do it again!"
      "If you don't eat yer meat, you can't have any pudding. How can you
      have any pudding if you don't eat yer meat?"
      "You! Yes, you behind the bikesheds, stand still laddy!"



      Altre curiosità sul Muro di Berlino...


      L'abbattimento ufficiale del Muro di Berlino fu iniziato il 13 giugno 1990 nella Bernauer Straße da 300 guardie di frontiera della DDR, fu poi terminato da 600 soldati dell'esercito tedesco utilizzando 13 bulldozer, 55 ruspe, 65 gru e 175 camion.
      A novembre dello stesso anno l'intero muro all'interno della città era stato abbattuto ad eccezione di 6 punti che furono mantenuti come monumento. L'anno successivo scomparve definitivamente la restante parte. I blocchi di cemento furono distrutti ed utilizzati per la costruzione di strade. 250 di questi blocchi furono messi all'asta a prezzi oscillanti tra 10.000 e 250.000 marchi tedeschi.
      Il muro è stato fisicamente distrutto quasi ovunque, ad eccezione di alcuni punti. I più visitati dai turisti sono: una sezione di 80 metri vicino a Potsdamer Platz, una seconda, la più lunga, sulla riva della Sprea, vicino all'Oberbaumbrücke (L'East Side Gallery) ed una terza a nord in Bernauer Straße, che è stata trasformata in un memoriale nel 1999.
      In altri punti della città è possibile invece trovare parti di muro semplice, note per i loro graffiti. Qui, le parti rimaste non rappresentano interamente l'aspetto originale del muro: sono state pesantemente danneggiate (perché in molti tentarono di prendersi come ricordo dei pezzi originali del Muro di Berlino), e gli odierni graffiti sono più visibili sul lato orientale del muro. In origine i graffiti erano solo sul lato occidentale.

      A partire dagli anni '80, alcuni artisti famosi come Keith Haring e Thierry Noir iniziarono a dipingere il lato del muro che dava su Berlino Ovest, in seguito migliaia di artisti, conosciuti e sconosciuti, utilizzarono il muro per i loro progetti artistici. Il muro si coprì quasi interamente di murales, dalle semplici scritte a disegni molto elaborati e ben eseguiti, alcuni dei quali si guadagnarono una certa notorietà, come quello che raffigurava una Trabant bianca che sfonda il muro (vedi il nostro album di foto in alto a destra), o quello in cui si vedeva Erich Honecker baciare sulla bocca il segretario del PCUS Leonid Brežnev. La East Side Gallery lunga più di 1 km che fu pitturata subito dopo il crollo del muro, è stata definita la più grande galleria di pittura all'aria aperta del mondo. Solo pochi dei murales hanno resistito al tempo e ai turisti che continuano a scrivere i loro nomi sul muro. La città di Berlino, a corto di fondi, ha investito pochissimo nel restauro del muro e nel 2000 solo alcuni dei dipinti furono restaurati e protetti dai vandali.
      Nei giorni della caduta, il grande violoncellista Rostropovic (privato, anni prima, della cittadinanza sovietica) improvvisò un concerto davanti al muro; l'evento, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, viene considerato il requiem per il muro e la Guerra Fredda.

      lunedì 9 novembre 2009





      TENTATIVI DI FUGA

      IL MURO

      Il muro era lungo più di 155 km. Dopo la costruzione iniziale, venne regolarmente migliorato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all'interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest, fu così creata la cosiddetta "striscia della morte". In seguito il muro di prima generazione fu abbattuto e oggi è difficile riconoscere parti di quel muro. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il “muro di quarta generazione”, iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto da 45.000 sezioni separate, di 1,5 metri di larghezza, più semplici da assemblare rispetto al muro di terza generazione. A partire dal 1975 il confine era anche protetto nella “striscia della morte” da recinzioni, trincee anticarro, oltre 300 torri di guardia con cecchini armati, trenta bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km.


      Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, in Friedrichstrasse; le potenze occidentali avevano altri due checkpoint, a Helmstedt sul confine tra Germania Est e Ovest e a Dreilinden sul confine sud di Berlino Ovest. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento, 9 tra le due parti della città e 4 tra Berlino Ovest e la DDR, in seguito in un atto simbolico l'attraversamento della porta di Brandeburgo fu chiuso. I checkpoint vennero battezzati con i nomi fonetici: Alpha (Helmstedt), Bravo (ancora visibile a Dreilinden sulla A9 appena usciti da Berlino), e Charlie (Friedrichstraße).

      TENTATIVI DI FUGA

      Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo verso Berlino Ovest. Nello stesso periodo varie fonti indicano in un numero compreso tra 192 e 239 i cittadini della Germania Est uccisi dalle guardie mentre tentavano di raggiungere l'ovest e molti altri feriti.
      Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto da principio con tecniche casalinghe, come passare con una macchina sportiva molto bassa sotto alle barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di “atterrare” dalla parte giusta. Con il tempo le tecniche di fuga si evolsero fino a costruire lunghe gallerie, scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone o utilizzando aerei ultraleggeri.
      La prima a pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Ida Siekmann, che il 22 agosto del 1961 aveva tentato di salvarsi, saltando dal suo appartamento nella Bernauer Straße. L'ultimo morto era Winfried Freudenberg, morto l'8 marzo del 1989; aveva intrapreso una fuga spettacolare con una mongolfiera autocostruita, caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest. Chris Gueffroy è l'ultimo ucciso (5 febbraio 1989) a colpi di armi da fuoco dai soldati di confine, mentre cercava di scavalcare il muro presso Nobelstrasse, aveva poco più di vent'anni. Tra i casi più noti sono ricordati anche Olga Segler, morta all'età di 80 anni, la diciottenne Marinetta Jirkowski uccisa con 27 colpi, i bambini Lothar Schleusener (di 13 anni) e Jörg Hartmann di dieci anni, uccisi entrambi, a colpi di arma da fuoco dai soldati di confine, nel tentativo di fuga intrapreso insieme, Cengaver Katranci di nove anni, Giuseppe Savoca di sei anni, Siegfried Krobot di cinque anni, Cetin Mert, morto il giorno del suo quinto compleanno, e Holger H. che aveva 18 mesi. Uno dei più noti tentativi falliti fu quello del diciottenne Peter Fechter a cui le guardie di confine della DDR hanno sparato il 17 agosto 1962 e che fu poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte davanti ai media occidentali.
      Tra i fuggitivi si contano anche molti soldati addetti allo stesso Muro di Berlino; anche tra le vittime del Muro risultano soldati e poliziotti della DDR, come il giovane Burkhard Niering, ucciso nel 1974 in un tentativo di giungere a Berlino Ovest.
      Si sono verificate anche “violazioni di frontiera” da Ovest verso Est. Negli anni settanta un berlinese dell'Ovest scavalcò 5 volte il Muro in direzione Est, dopo venne sempre arrestato. Durante l'interrogatorio, alla consueta domanda sul perché non usufruisse dei passaggi di frontiera, lui rispondeva regolarmente che abitando lui a Kreuzberg e i suoi conoscenti proprio di fronte, la via più breve era semplicemente quella più diretta. A questa logica le guardie di frontiera non trovavano nulla da ridire e il “violatore” della frontiera veniva rimandato a Ovest. Fino alla volta successiva. Per alcuni di questi “scavalcatori” il Muro era un oltraggio personale o una sfida sportiva. Mentre i politici occidentali lavoravano per ottenere una maggiore penetrabilità del muro, alcuni contestatori ribelli dell'epoca avevano dichiarato la loro personale guerra al mostro. Tra i più sfrontati c'era sicuramente John Running che nel 1986/87 attaccò diverse volte il muro. Nell'estate del 1986 arrivò a Berlino e scavalcò il muro con una scala. Né i poliziotti di frontiera dell'Ovest né le guardie dell'Est riuscirono a convincerlo ad abbandonare l'impresa di camminare in equilibrio sul muro per circa 500 metri, osservato da numerosi presenti che incitando lo applaudivano. Alla fine le truppe della DDR lo indussero a scendere e lo presero in custodia. Per evitare ulteriore scalpore e imbarazzi diplomatici le autorità lo rimandarono nell'Ovest dopo un breve interrogatorio. Running pochi giorni dopo iniziò un'altra azione, durante la quale si sedette a cavalcioni sul muro e lo prese simbolicamente a martellate. Venne immediatamente arrestato dalle truppe della DDR e alcuni giorni dopo rimandato all'Ovest. La sua terza “passeggiata” gli costò 53 ore di prigione nella DDR.

      CURIOSITA'

      La mattina del 1º giugno 1988 le guardie di frontiera dell'area della Potsdamer Platz si trovarono di fronte a una “sfida” molto speciale, una “fuga di massa” nell'Est. Più di 200 punk berlinesi dell'Ovest, abitanti della baraccopoli del cosiddetto triangolo Lennè, scapparono in direzione di Berlino Est per sfuggire ad una carica dei poliziotti occidentali. Lo spettacolo, uno dei più divertenti legati alla divisione della città, si ripeté per diversi mesi grazie ad una delle particolarità topografiche create proprio dal muro che in alcuni punti non si trovava esattamente sulla linea di demarcazione del confine. A volte la frontiera si trovava a 1-2 metri davanti al muro, e in alcuni punti anche molto di più. Proprio in mezzo alla città a Potsdamerplatz c'erano circa 4 ettari di terreno compresi tra Lennè, Bellevue e la Ebertstrasse, il triangolo di Lennè appunto, che apparteneva a Berlino Est ma che si trovava al di fuori del muro.
      Nel Marzo del 1988 Berlino Est e il Senato di Berlino Ovest si accordarono su uno scambio di terreni in seguito al quale il triangolo di Lennè sarebbe diventato territorio di Berlino Ovest. Finché però l'accordo non entrò in vigore questa area rimase extraterritoriale e venne quindi sfruttata da giovani “autonomi” di Kreuzberg (tacitamente tollerati da Berlino Est) che eressero un villaggio di baracche per protestare contro alcune misure edilizie del Senato di Berlino Ovest. Con crescente divertimento, i berlinesi assistettero nelle settimane successive al gioco del gatto col topo tra poliziotti e occupanti delle baracche che, dopo ogni scontro, si rifugiavano regolarmente nel triangolo di Lennè, dove la polizia occidentale non aveva accesso.
      Puntuali, all'entrata in vigore dell'accordo sullo scambio dei territori, circa 900 poliziotti occidentali si diressero al triangolo Lennè caricando con gas lacrimogeni. Gli occupanti si sottrassero all'arresto saltando il muro in direzione Est. Per le truppe di frontiera della DDR non fu un evento inatteso e accolsero tranquillamente i "violatori di frontiera". I punk vennero trasportati in luogo di ristoro e dopo una colazione e il controllo dei documenti vennero rimandati a Ovest attraverso diversi passaggi di frontiera.


      domenica 8 novembre 2009


      Il Muro di Berlino



      Il Muro di Berlino (in tedesco Berliner Mauer), eretto dal regime comunista della Germania Est, era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca.


      Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione (iniziata il 13 agosto del 1961) fino al suo smantellamento, ed era considerato un simbolo della Cortina di ferro. Il suo smantellamento avvenne il 9 novembre 1989. La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.




      Storia

      Nel 1945 nel corso della conferenza di Yalta venne decisa la divisione della Germania (e di Berlino) in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico della città era di gran lunga il più esteso e occupava la maggior parte della metà orientale di Berlino: Friedrichshain, Köpenick, Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow e Weißensee .
      Nel 1948, il “Blocco di Berlino” da parte dell'Unione Sovietica portò all'attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati per rifornire di viveri e generi di prima necessità i tre settori occidentali.
      Dal 1949 i tre settori controllati da Stati Uniti d'America, Francia e Gran Bretagna (Berlino Ovest), anche se nominalmente indipendenti, erano in effetti una parte di Germania Ovest completamente circondata dalla Germania Est.

      Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l'attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961.
      Per fermare la fuga dalla dittatura il regime comunista della Germania Est iniziò la costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est. Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro. Il muro divideva fisicamente la città; quando circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un'isola rinchiusa entro i territori orientali. La Germania Est sostenne che si trattava di un “muro di protezione antifascista” inteso ad evitare un'aggressione dall'Ovest. Fu chiaro sin dall'inizio che questa giustificazione serviva come copertura per il fatto che ai cittadini della Germania Est doveva essere impedito di entrare a Berlino Ovest e di conseguenza nella Germania Ovest. In effetti la DDR soffriva di una fuga in massa di professionisti e lavoratori specializzati che si spostavano all'ovest, per non parlare delle diserzioni dall'esercito. Con la costruzione del muro le emigrazioni passarono da 2.500.000 tra il 1949 ed il 1962 a 5000 tra il 1962 ed il 1989.


      La caduta

      Verso gli inizi degli Anni Ottanta, la crisi del blocco orientale cominciò a farsi sentire: nel 1980 nacque in Polonia il sindacato indipendente «Solidarnosc», cui alla fine del 1985 seguì la proclamazione della legge marziale. Solo un anno e mezzo dopo, nel marzo 1985, Michail Gorbaciov arrivò al potere nell’Unione Sovietica. Nel gennaio 1987 il nuovo Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica espresse questa opinione veramente rivoluzionaria: «Abbiamo bisogno della democrazia come dell’aria per respirare». Questo messaggio spronò gli attivisti per i diritti civili in Polonia e in Ungheria, nella Cecoslovacchia e nella DDR. Nell’autunno 1989 la pressione esercitata dalle proteste nella Germania orientale divenne tanto forte che il regime comunista si sarebbe potuto salvare solo mediante un intervento militare dell’Unione Sovietica. Gorbaciov, però, non era disposto ad attuarlo.
      Il 23 agosto 1989, l'Ungheria rimosse le sue restrizioni al confine con l'Austria e a partire dall'11 settembre 1989 più di 13.000 tedeschi dell'Est scapparono verso l'Ungheria; all'annuncio che non sarebbe stato consentito di attraversare la Cortina di ferro ai cittadini non ungheresi, i profughi inondarono le ambasciate tedesco-occidentali a Budapest e Praga. Dopo giorni di sconcerto e l'arrivo del ministro degli esteri di Bonn Genscher, con la mediazione di questi si ottenne che i profughi arrivassero in Occidente, ma con l'obbligo di riattraversare la frontiera tedesco-orientale imposto dallo Stato di loro cittadinanza. La scelta si rivelò un boomerang fatale per l'immagine stessa della Germania comunista: i treni contenenti i rimpatriati attraversarono senza fermarsi le stazioni tedesco-orientali, tra lo sconcerto dei concittadini che non poterono nemmeno salutare i profughi perché chiusi in vagoni piombati.
      Il nuovo governo di Krenz decise di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Günter Schabowski, il ministro della Propaganda della DDR, ebbe il compito di dare la notizia; però egli si trovava in vacanza prima che venisse presa questa decisione e non venne a conoscenza dei dettagli. Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa convocata per le 18, gli fu recapitata la notizia che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato permesso, ma non gli furono date informazioni su come trasmettere la notizia. Dato che il provvedimento era stato preso poche ore prima della conferenza, esso avrebbe dovuto entrare in vigore nei giorni successivi, dando così il tempo di dare la notizia alle guardie di confine. Alle 18,53 il corrispondente Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore. Schabowski cercò inutilmente una risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un'idea precisa, azzardò: "Per quanto ne so immediatamente".
      Decine di migliaia di berlinesi dell’Est avendo visto l’annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipitarono, inondando i checkpoint e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, sorprese, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che - laddove non vi era stato adempimento spontaneo all'annuncio pervenuto via eter - non era più possibile rimandare indietro tale enorme folla vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare un movimento di tali proporzioni. Furono allora costrette ad aprire i checkpoint e, visto il gran numero di berlinesi, nessun controllo sull’identità fu eseguito. Gli estasiati berlinesi dell’Est furono accolti in maniera festosa dai loro fratelli dell’Ovest, spontaneamente i bar vicini al muro iniziarono a offrire birra gratis per tutti. Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del Muro festeggiata con il mega concerto di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l'esecuzione di The Wall dal vivo.
      Durante le settimane successive piccole parti del muro furono portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito fu usato dell'equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che era rimasto.
      Il 18 marzo 1990 furono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentavano.
      La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il "Giorno della riunificazione"), quando i cinque stati federali (Brandeburgo, Meclenburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia), già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca ma aboliti e trasformati in Province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest). Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all'articolo 23 attivo in quegli anni, l'area di applicazione del Grundgesetz (Legge fondamentale, l'equivalente tedesco della Costituzione) fu semplicemente ampliata includendoli. L'alternativa sarebbe stata di aderire all'unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per la Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, ma fu causa del diffuso sentimento da parte dei tedeschi dell'est di essere stati “occupati” o “annessi” alla vecchia repubblica federale.




      sabato 7 novembre 2009


      NENA – 99 Luftballons (1984)


      “Hai un po' di tempo per me? allora ti canto una canzone su 99 palloncini in volo verso l'orizzonte....”







      99 Luftballons è stata una famosa canzone di protesta dell'epoca della Guerra fredda, eseguita dalla cantante tedesca Nena. Originariamente cantata in lingua tedesca, fu poi reincisa in inglese con il titolo di 99 Red Balloons. Scalò le classifiche in Germania occidentale e in tutto il mondo il successo fu grande.

      La storia di questa canzone:
      Sembra essere nata durante un concerto dei Rolling Stones a Berlino, quando Carlo Karges, il chitarrista della band di Nena, notò che venivano liberati in aria dei palloncini. Mentre li osservava volare all'orizzonte, gli sembrò quasi che cambiassero forma, trasformandosi in una "massa" la cui forma ricordava quella di un'astronave. Pensò quindi a che cosa sarebbe potuto accadere avessero oltrepassato il Muro di Berlino spingendosi nell'allora "settore sovietico", ovvero Berlino Est.

      Sia la versione tedesca che quella inglese raccontano la storia di novantanove palloncini che volano per l'aria, scatenando un'esagerata e apocalittica reazione da parte delle forze militari.
      La canzone uscì in un periodo di profonda e minacciosa crisi tra gli Stati Uniti dell'era reaganiana e l'Unione Sovietica non ancora toccata dalla perestrojka gorbacioviana. In particolare, il suo successo internazionale fu immediatamente successivo al dispiegamento dei missili Pershing II in Germania occidentale (gennaio 1984), in risposta all'analogo dispiegamento dei missili nucleari sovietici SS-20; forti proteste si susseguirono in tutta Europa.

      Il video originale di 99 Luftballons fu girato durante un concerto a Berlino; una versione fu poi registrata cinque mesi più tardi alla base militare olandese di Harskamp. Per la versione inglese fu preparato un video che combinava i due precedenti della versione tedesca.



      “99 anni di guerra
      non lasciarono spazio ad un vincitore
      ministri della guerra non ce ne sono più
      e neanche caccia
      Oggi io me ne vado in giro
      e vedo il mondo in rovina
      Ho trovato un palloncino
      penso a te e lo faccio volare...”

      MANIFESTAZIONI PER LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

      Diverse sono le manifestazioni in tutto il mondo per il ventesimo anniversario della caduta del muro. Qui di seguito ne elenchiamo alcune che si terranno nei nostri dintorni..

      - a Reggio Emilia:
      Sabato 7 novembre, ore 15.30, sala del Capitano del Popolo
      , Istoreco riunisce intorno a un tavolo tre scrittori e un ex segretario del Pci reggiano che proveranno a rispondere ad alcune domande riguardanti il mondo d’oggi a partire da ciò che non c’è più: IL MURO DI BERLINO
      http://www.istoreco.re.it/

      a Modena:
      Sabato 7 novembre, ore 16.00, Federazione PRC – Modena
      , ASSEMBLEA PUBBLICA, “A 20 anni dal crollo del muro”.

      Lunedi 9 novembre, ore 15.00 – 18.00, sala conferenze 'Giacomo Ulivi' - Istituto storico, SEMINARIO: 1989-2009 a vent'anni dalla caduta del muro.


      Sabato 7 novembre, ore 17.00, Galleria Europa, centro Europe Direct, inaugurazione della mostra fotografica “Ortszeit - Local Time” di Stefan Koppelkamm: La mostra proporrà i lavori del fotografo berlinese Stefan Koppelkamm: edifici e spazi urbani dell’ex Germania dell'est, fotografati una prima volta subito dopo la caduta del Muro e una seconda volta a oltre dieci anni di distanza.

      Lunedì 9 novembre, ore 11.30, Circoscrizione 1, Piazzale Redecocca, inaugurazione della mostra “1989 – 2009 Europa unita e libera”: il processo di integrazione europea dopo la caduta del muro.

      Sabato 12 dicembre, ore 17.00, Galleria Europa, centro Europe Direct, inaugurazione della mostra “1989: 10 storie per attraversare i muri”. I giorni del muro: dal 9 novembre al 27 novembre, tutte le circoscrizioni ospiteranno un pannello illustrativo delle tappe storiche che hanno cambiato la storia del mondo.
      SCUOLA: diversi sono i laboratori destinati alle classi degli istituti superiori di Modena e provincia organizzati dal Centro Europe Direct.


      FESTA: giovedì 12 novembre, ore 18.30 – 23.30, Berliner Mauer Fest “Fusorari”.
      http://ipeuropa.comune.modena.it/attivitaventennaleberlino.shtml



      a Bologna:
      Sabato 31 Ottobre, ore 10.30, ISTITUTO DI CULTURA GERMANICA Goethe-Zentrum,
      inaugurazione MOSTRA fotografica “Due Berlino - una città" a cura di Marcello Vecchi, (fino a mercoledi 11 novembre).


      Giovedì 12 novembre, ore 18.00, Istituto Storico Parri, Sala del Refettorio, MOSTRA fotografica “Ortszeit - Local Time” di Stefan Koppelkamm, Potsdam, Belvedere 7/1990, 3/5/2002 (fino a sabato 12 dicembre).


      Giovedì 12 novembre, ore 19.00, Istituto DI CULTURA GERMANICA Goethe-Zentrum, inaugurazione MOSTRA “1989” – Dieci storie per attraversare i muri. Illustrazioni da Henning Wagenbreth. Un libro - Una mostra a cura di Orecchio Acerbo (fino a venerdi 18 dicembre).


      Lunedì 16 novembre, ore 18.00, Istituto Storico Parri, Sala del Refettorio, CONFERENZA “Le due Germanie e la caduta del Muro”.
      http://www.istitutodiculturagermanica.com/



      Qui di seguito invece troverete dei link di eventi di altre manifestazioni in giro in Italia..


      a Milano:
      9-22 novembre, Centro Storico,
      “Plaza: Oltre il limite 1989-2009”, percorso espositivo open air, http://www.milanoplaza.it/page_1/index.php


      9-27 novembre, Palazzo delle Stelline, “Nessuno è più dove voleva essere / Niemand ist mehr dort, wo er hin wollte”, mostra, http://www.artsblog.it/post/4350/berlino-20-anni-dopo-nessuno-e-piu-dove-voleva-essere-a-milano.


      a Torino:
      23 ottobre-17 gennaio, Museo Diffuso della Resistenza Deportazione Guerra Diritti e della Libertà
      , “L'assenza dei confini/L'essenza dei confini”, mostra, http://www.museodiffusotorino.it/focus_evento.aspx?id=445.


      a Firenze:
      9 novembre, La Tinaia di S. Lorenzo, “Caduta del muro/Fine dei modelli del '900/Strade di oggi”, seminario, http://www.anarchiainazione.org/node/2548.


      a Roma:
      9 novembre, Libreria-caffè Giufà, “Caduta del muro/Fine dei modelli del '900/Strade di oggi”, seminario, http://www.anarchiainazione.org/node/2548.


      novembre-dicembre, Casa della Memoria e della Storia, "Dissidenze Profonde. Tarkovskij, Solzhenitsyn, Vysotskij", mostra, http://www.culturaroma.it/servizio/59/65/8231/9577/9724/calendario_evento.asp.


      6-22 novembre, Edarcom Europa, “Checkpoint Charlie”, mostra collettiva, http://www.edarcom.it/.


      8 novembre-31 gennaio, Museo D'Arte Contemporanea, “Via libera-viva la libertà”, mostra, http://www.macro.roma.museum/mostre_ed_eventi/mostre/via_libera_viva_la_liberta.


      9 Novembre, Centro Commerciale Unicoop Tirreno Piombino, "Istallazione di Eraldo Ridi", video montaggio, organizzato dal Gruppo Emergency Piombino, e altri enti.

      A Berlino:

      le iniziative sono veramente numerose e svariate. Proviamo ad elencarne qualcuna..


      Dal 1° maggio al 9 novembre
      , il Museum für Film und Fernsehen (Museo del cinema) presenta fotografie e filmati che documentano la svolta del 1989.


      In piazza Alexanderplatz è allestita, dal 7 maggio al 14 novembre, una mostra open-air sulla "Rivoluzione pacifica".

      Dal 18 settembre al 31 gennaio 2010 la Berlinische Galerie ospita l'esposizione "Berlino 89/09 – Arte fra tracce del passato e utopia" che, tramite opere di artisti internazionali, intende fare un bilancio delle trasformazioni avvenute nella struttura urbana e architettonica della capitale a seguito della caduta del Muro.


      Alla Max Liebermann Haus presso la Porta di Brandeburgo è visitabile, dal 3 ottobre al 6 dicembre, la mostra fotografica "Scene e tracce della caduta" con immagini che documentano il grande evento: persone che scalano il Muro, convogli di auto che si dirigono verso Berlino Ovest, ...

      Al Museo della Storia della Germania (Deutsches Historisches Museum) è presente l'esposizione Art of two Germanys/ Cold War Cultures; la mostra The story of Berlín è nel Kurfürstendamm, dove si può esprimere la propria natura artistica e lasciare una piccola opera d’arte sulla ricostruzione del muro originale.

      La mostra nella stazione e nei vagoni del tram Marienfelder Allee, invece racconta le storie dei tanti cittadini dell’Est che cercarono di passare alla parte occidentale della città.

      Il 9 novembre è in programma una grande festa presso la Porta di Brandeburgo con concerti, fuochi d'artificio e la messa in scena simbolica della caduta del Muro con "pezzi" alti circa 2 metri fatti cadere creando un effetto domino. In un atto ufficiale si farà cadere tutte le tessere commemorando in questo modo la caduta del muro e le storie commuoventi di coloro che furono testimoni di quell’epoca.

      Dal 7 al 9 novembre andrà in scena la “Festa della Libertà” (http://www.mauerfall09.de/).