CHI SIAMO

CAVRIAGO COMUNE è un MOVIMENTO CIVICO E DI SINISTRA che trova radici nelle tradizioni migliori della nostra comunità: PACE, DEMOCRAZIA, ANTIFASCISMO, LAICITA', PIENO RICONOSCIMENTO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA.

sabato 31 gennaio 2009

15. L'UNIONE DEI COMUNI

LA SOVRACOMUNALITÀ E L’UNIONE DEI COMUNI “VAL D’ENZA”
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Da diversi anni tra i Comuni della Val d’Enza esiste (in riferimento al sociale, alla Polizia Locale e ad alcune tipologie di coordinamento) una gestione condivisa di alcune funzioni e servizi. Tale collaborazione è stata ulteriormente rafforzata circa un anno fa attraverso la creazione dell’Unione dei Comuni “Val d’Enza”.
Riteniamo che la dimensione sovracomunale, in merito alla programmazione e alla gestione di altri e nuovi servizi, vada nei prossimi anni ulteriormente consolidata e potenziata. Pensiamo infatti che, nell’ottica di soddisfare i sempre più crescenti e diversificati bisogni dei cittadini, occorra organizzare una sempre più ampia “rete sociale territoriale” con gli altri Comuni limitrofi in grado di agire tempestivamente con efficacia ed efficienza.
A tal proposito crediamo che in prospettiva occorra inglobare all’interno dell’Unione:
  • i servizi educativi di tutti i Comuni;
  • la pianificazione del territorio di tutta la Val d’Enza che, oltre a perseguire obiettivi di carattere ambientale, permetterebbe di programmare, attraverso organiche valutazioni demografiche, un incrocio razionale della domanda e dell’offerta dei servizi sociali e delle relative strutture;
  • la gestione e la formazione del personale dei Comuni (attraverso il CSL “La Cremeria”);
  • servizi, in accordo con la Provincia e il Centro per l’Impiego distrettuale, per facilitare l’occupazione e l’inserimento lavorativo.
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14. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE COME MOTORE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO
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In una società che cambia ci sembra che al governo locale venga sempre più spesso contestata l’incapacità di trovare soluzioni a problemi nuovi e vengono chieste assicurazioni sul benessere complessivo di un territorio, sulla sua vivibilità, sulla sua capacità di fare sistema complessivamente. I cittadini sembrano guardare all’amministrazione non più solo come ad un produttore efficiente di servizi, ma si rivolgono ad essa con una domanda di maggiore politicità sotto il profilo della mediazione sociale, della capacità di governo complessivo, della rappresentanza istituzionale verso l’esterno.
In questo nuovo contesto le pubbliche amministrazioni diventano un fattore fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico del territorio. Senza una pubblica amministrazione forte non c’è sviluppo.
La possibilità di uscire dalla crisi è anche legata alla capacità del sistema pubblico di dimostrare il suo valore. I tentativi in corso da molti anni di rappresentare il pubblico solamente come un sistema inefficiente e corrotto hanno il solo scopo di ridurre il quadro delle regole e dei beni pubblici a favore degli interessi più forti che in realtà hanno dimostrato (è il caso del sistema finanziario) di non rispettare, in assenza di regole, l’interesse generale delle comunità.
A fronte di questa strategia di riduzione dello spazio pubblico occorre contrapporre le nostre proposte per un’amministrazione efficiente ed efficace, capace di assumere il proprio ruolo fondamentale di motore dell’azione comune e garante dell’interesse collettivo.
I mutamenti ed il nuovo ruolo che le pubbliche amministrazioni sono chiamate pongono al centro il valore del lavoro pubblico. È necessario che le persone che operano nei servizi pubblici siano competenti, motivate ed abbiano consapevolezza della centralità del loro lavoro, anziché essere criminalizzate e demotivate. Il lavoro rappresenta la risorsa fondamentale per le organizzazioni che producono servizi pubblici. Da sempre le persone sono al centro dei servizi pubblici e da sempre la qualità dei risultati dipende in larga misura dalle qualità professionali dei lavoratori.
Oggi le amministrazioni pubbliche sono poste di fronte a tre grandi sfide:
  1. la prima sfida è quella di rendere attrattive le amministrazioni pubbliche per i talenti migliori. Se la qualità del personale rappresenta la variabile fondamentale per determinare gli effetti delle politiche pubbliche, allora le amministrazioni devono recuperare una capacità competitiva sul mercato del lavoro per attirare i giovani migliori;
  2. la seconda sfida riguarda la capacità delle amministrazioni di sviluppare un maggiore senso di appartenenza e motivazionale fra le persone che operano nei servizi pubblici. È necessario avviare percorsi di ascolto e coinvolgimento dei lavoratori, valorizzare le esperienze riconoscendo ai migliori una differenziazione di condizioni ed una visibilità esterna dei risultati ottenuti, investire sull’immagine dei funzionari e del lavoro pubblico;
  3. la terza sfida è quella dell’adeguamento delle capacità e delle competenze degli operatori. I lavori nelle amministrazioni pubbliche richiedono spesso saperi e capacità professionali di alto profilo e per questo una gran parte del personale è laureato o diplomato. Non è però sufficiente. Gli scenari che le amministrazioni si trovano a dover affrontare richiedono di investire in formazione del personale e in percorsi di apprendimento capaci di sviluppare nuove competenze, capaci di andare oltre ai tradizionali saperi e conoscenze per entrare anche nello sviluppo delle qualità personali e relazionali.

A fronte di queste considerazioni di contesto generale e rispetto alla nostra complessiva proposta programmatica qui illustrata, proponiamo un progetto organico di riorganizzazione della macchina amministrativa - da realizzare coinvolgendo in pieno le organizzazioni sindacali dei lavoratori del Comune - con il triplice obiettivo di:

  • mantenere pubblici i servizi;
  • contrastare forme di precarietà lavorativa;
  • equipaggiare i lavoratori di nuove competenze attraverso specifici percorsi formativi.
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venerdì 30 gennaio 2009

13. SPORT

SPORT
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Consideriamo lo sport uno dei fattori più importanti per lo sviluppo e la coesione sociale.
Il diritto allo sport è trasversale a tutte le fasce di età e proprio per questo il nostro impegno sarà rivolto a mantenimento al potenziamento delle iniziative e delle strutture sportive pubbliche.
Occorre in primo luogo dare ascolto a tutti quei cittadini che operano nel volontariato sportivo cercando di valorizzare le loro competenze e le loro conoscenze in modo da sostenerli nello sviluppo, nei cambiamenti e nell’organizzazione della loro attività e perché il valore del volontariato venga continuamente tramandato di generazione in generazione anche sul piano sportivo.
Intendiamo valorizzare l’area “Parco dello Sport” situata in via Bassetta, anche attraverso la creazione di un nuovo campo in erba sintetica che, oltre ad essere a servizio delle società calcistiche già attive, permetterebbe di rispondere efficacemente alla domanda di nuovi spazi dei tanti gruppi amatoriali e informali. Ciò consentirebbe inoltre la rimodulazione degli orari delle palestre comunali in modo da favorire l'accesso agli impianti anche ad altre discipline sportive rispetto a quelle già ospitate.
Attraverso la costituzione della società che si occuperà della manutenzione ordinaria si intendono assicurare costanti monitoraggi e pronti interventi manutentivi di tutti gli impianti sportivi del paese, anche in quelli a libero accesso.
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giovedì 29 gennaio 2009

12. POLITICHE GIOVANILI

POLITICHE GIOVANILI
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I giovani sono uno dei principali portatori di interessi e di bisogni nei confronti dell’Amministrazione Comunale e per questo occorre agevolarne l’accesso ai processi di decisione pubblica. Rispetto alle strategie e all’elaborazione dei progetti riguardanti le politiche giovanili, intendiamo muoverci mettendo al centro l’idea di cittadinanza attiva intesa come impegno diretto e collettivo per il bene comune. Per far sì che questo accada intendiamo mettere a disposizione strumenti, spazi e mezzi per dare ai giovani l’opportunità di esprimere le loro competenze, conoscenze e potenzialità, permettendo loro di intervenire, influenzare e interagire come soggetto attivo nella costruzione della società.
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Per perseguire questo indirizzo riteniamo necessario:
  • realizzare uno spazio autogestito (che implica un’autoregolamentazione interna e la cura dello spazio stesso) identificato nell’attuale Centro Culturale in Piazza Zanti (una volta che la biblioteca sarà trasferita al nuovo Centro Culturale di Villa Sirotti); spazio che possa divenire centro di aggregazione in cui la cultura possa circolare liberamente, in cui i giovani possano esprime i loro bisogni, le loro capacità anche organizzative, la loro creatività, in cui possano costruire percorsi, svolgere attività, avere momenti di confronto su diverse tematiche. La realizzazione di questo progetto consentirebbe anche di mantenere un presidio sociale nella piazza del paese, luogo che necessita di una forte rivitalizzazione;
  • il potenziamento del Centro Giovani A. Daolio, anche attraverso la rimodulazione degli spazi esistenti, e una collaborazione più stretta tra il Centro e le realtà/associazioni giovanili cavriaghesi.

In molte occasioni abbiamo sentito parlare di “esodo giovanile”, in riferimento alle poche opportunità presenti a Cavriago, da parte dei ragazzi compresi nella fascia di età tra i 14-18 anni (anche a causa del passaggio scolastico medie-superiori). Crediamo che la filosofia dell’autogestione e della riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei giovani possa contribuire alla costruzione, oltre che di un nuovo protagonismo giovanile, di un nuovo senso di comunità locale. A tal fine occorrerà anche una stretta collaborazione tra le strutture suddette e le scuole del territorio per facilitare i necessari e successivi passaggi generazionali.

Proponiamo inoltre altri progetti rivolti a diverse fasce di età:

  • i G.E.T (Gruppi Educativi Territoriali), servizi in cui i ragazzi, oltre all’appoggio scolastico, possono usufruire di attività laboratoriali e percorrere insieme agli educatori una crescita personale e collettiva basata sulla solidarietà;
  • il Consiglio Comunale dei Ragazzi che promuove la diffusione di una cultura della compartecipazione e collaborazione alla vita della comunità;
  • il Servizio Civile Regionale, il Servizio Civile Nazionale e il Servizio Volontario Europeo Nazionale che garantiscono ai giovani una forte valenza educativa e formativa. Spesso tali attività rappresentano un’occasione di crescita personale, un’opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, un prezioso strumento per aiutare le fasce più deboli della società contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del proprio paese;
  • il programma “Gioventù in azione” della Comunità Europea che finanzia progetti rivolti alle fasce giovanili. È un programma di educazione non formale che promuove progetti europei di mobilità giovanile internazionale di gruppo e individuale attraverso gli scambi e le attività di volontariato all'estero, l'apprendimento interculturale e le iniziative dei giovani di età compresa tra i 13 e i 30 anni. I destinatari del programma sono i gruppi di giovani, le organizzazioni giovanili, gli animatori giovanili, le autorità locali, le organizzazioni operanti nel terzo settore, tutti coloro che lavorano con e per i giovani;
  • il potenziamento della figura dell’Operatore di Strada per il monitoraggio dei bisogni giovanili ai fini di una politica di prevenzione attenta e partecipata che passi attraverso l’analisi delle forme ed i modi con cui si producono i processi di identità e di appartenenza e che includa forme d’intervento direttamente nei luoghi in cui i giovani passano la maggior parte del loro tempo;la realizzazione di iniziative permanenti di carattere informativo riguardanti il disagio giovanile ed in particolar modo tematiche critiche quali problematiche alimentari, abuso di alcool droghe, educazione all’affettività ed alla sessualità ecc.
  • l’attivazione in alcune zone del paese (come piazze e parchi e luoghi di aggregazione come l’attuale e il futuro Centro Culturale o altri strutture pubbliche) di punti di accesso internet gratuiti tramite Wi-Fi, in modo da fornire a tutte le famiglie di Cavriago un accesso a banda larga alla rete;
  • la promozione di nuove iniziative culturali (cinema, teatro, musica, disegno) attuando progetti specifici che consentano la partecipazione attiva e non la fruizione passiva in grado di far conoscere altri e diversi mondi e costruire percorsi di espressione alternativi;
  • il potenziamento della ludoteca “Tempoperso” convinti che sia portatrice di un servizio fondamentale per la fascia di età compresa tra gli 0 ed i 13 anni e per le famiglie.

Intendiamo inoltre incentivare e diffondere il volontariato tra i giovani consolidando la valorizzazione delle varie associazioni già attive sul territorio.

SCAMBI CULTURALI, SPORTIVI, MUSICALI
Si ritiene fondamentale riprendere ed estendere gli scambi culturali di natura intra e internazionali, senza pregiudizi di età, di argomento, di tipologia organizzativa. Proponiamo quindi di riprendere contatto con enti, amministrazioni ed associazioni italiane o estere con le quali ci sono state collaborazioni fruttifere in passato ed individuare e predisporre strumenti di ospitalità di livello economico (tramite l'utilizzo di palestre e luoghi comuni) che possano essere di riferimento per le necessità di protezione civile e garantire fruibilità nei casi di scambi caratterizzati da presenze consistenti (scambi sportivi e giovanili in genere). In tal caso fondamentale sarebbe la redazione di uno strumento, con valenza legale e assicurativa, che possa informare chiunque sia interessato ad ospitare in casa propria membri di delegazioni straniere su obblighi, diritti e tutele.
In questa direzione sarebbe importante una figura interna all'Amministrazione comunale, adeguatamente formata, che potrebbe occuparsi di finanziamenti e accesso ai numerosi bandi europei che promuovono e sostengono le attività di scambio culturale e di town twinning e della verifica dell'eventuale disponibilità in termini economici, logistici e di know how di alcune realtà produttive che hanno fatto delle scambio con realtà diverse e lontane il fulcro della loro attività commerciale e imprenditoriale.
Ci proponiamo di divulgare l'accettazione prima e la promozione poi del principio che lo scambio e il confronto siano parte integrante del fermento culturale necessario alla vita di una realtà come quella cavriaghese.
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mercoledì 28 gennaio 2009

11. CULTURA

CULTURA
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La storia di Cavriago è, da sempre, una storia fatta di vivacità culturale e politica, figlia di una lunga tradizione che affonda le proprie radici nella “narrazione” storica prodotta dal movimento operaio e della sinistra nel secolo scorso.
Il nostro è un paese che ha conosciuto un dibattito politico e culturale con pochi riscontri in ambito provinciale e che ha contribuito in modo determinante alla formazione di una comunità coesa e capace di guardare sempre oltre il presente, sfidando il futuro con intelligenza, coraggio, immaginazione e capacità d'innovazione.
La Biblioteca comunale prima, il Centro Culturale poi, il Cinema Teatro Novecento coi suoi soci e volontari, i Laboratori di produzione culturale e artistica, la ludoteca, sono il frutto di un lungo percorso compiuto da chi ha voluto e saputo arricchire nel tempo l'offerta culturale rivolta non solo alla nostra comunità: è grazie a quelle donne e a quegli uomini se a Cavriago esiste da sempre una particolare sensibilità verso la fruizione dei servizi culturali e verso le espressioni artistiche.
A livello globale ed in particolare a livello nazionale la deculturizzazione e la spoliticizzazione avanzano a passi da gigante. Il trionfo della grande distribuzione e della televisione svuotano surrettiziamente la cittadinanza creando un secondo popolo quasi invisibile e senza voce, facilmente manipolabile da un potere mediatico senza scrupoli. Queste evoluzioni hanno aperto la strada a una classe politica populista che ha nel nostro Paese, dove l’informazione è totalmente asservita al Presidente del Consiglio, la sua rappresentazione più illuminante a livello mondiale.
È nei territori, nei Comuni che si gioca quindi una partita determinante per il futuro; proprio a livello culturale è necessario mettere in campo politiche che mettano al centro la ritessitura organica del locale, permettendo alle persone di stare di più insieme creando una rete di relazioni trasversali virtuose e solidali all'interno delle quali sperimentare forme pratiche di rafforzamento culturale e democratico.
Riteniamo pertanto fondamentale investire in cultura, in iniziative in grado di coinvolgere e di fare discutere, in eventi, in laboratori, in progetti e in attività che affondino le radici nella migliore tradizione del nostro Comune e che seguano un percorso definito, un disegno culturale preciso che riteniamo prioritario costruire e promuovere insieme ai cittadini e agli operatori del settore.
Rispetto al nuovo Centro Culturale che verrà costruito nell’area di Villa Sirotti riteniamo che un impegno finanziario da 7 oltre milioni di euro non possa e non debba tradursi in una biblioteca più grande o nel solo ampliamento dei servizi esistenti: questo renderebbe sproporzionato l'investimento rispetto all'offerta culturale proposta.
Pensiamo che il nuovo Centro Culturale debba divenire la “Fabbrica della Cultura e del Sapere”, lo snodo ed il raccordo delle varie attività artistiche e culturali presenti nel paese, il luogo dove la cultura si riproduce e cambia forma, contribuendo a creare nuovi spazi dentro alla struttura esistente cosi come in altri luoghi del Comune. Crediamo che l’investimento compiuto ci ponga davanti ad una sfida importante che ci porta a pensare, immaginare e mettere in campo una proposta con caratteristiche tali da assumere una dimensione sovracomunale con una forte caratterizzazione tematica.
Rispetto alla divisione degli spazi prevista per la struttura del nuovo centro culturale pensiamo sia necessaria una rivisitazione di parte del progetto per evitare la moltiplicazione di luoghi pubblici con funzioni identiche ottimizzando cosi gli spazi disponibili nella nuova struttura. In particolare ci riferiamo alla sala conferenze che porterebbe a 4 il numero di strutture con la stessa funzione di proprietà del Comune.
Relativamente ai servizi del Comune attualmente decentrati (biblioteca, ludoteca…) che verranno spostati nel Centro Culturale riteniamo fondamentale che essi rimangano sotto stretto controllo dell'Amministrazione comunale, valorizzando al meglio le professionalità dei dipendenti e collaboratori, evitando il conferimento ad aziende speciali o soluzioni similari.
Riteniamo invece opportuno verificare la possibilità di dar vita ad una Fondazione Culturale composta da Comune, Istituzioni pubbliche o private, che si occupi della promozione culturale sul territorio e ne rappresenti il nodo nevralgico e fondamentale. Obiettivo della Fondazione sarebbe quello di collaborare con le altre esperienze culturali ed artistiche esistenti, in primo luogo, con la società cooperativa che gestisce il Cinema Teatro Novecento per favorire la creazione di un progetto culturale strutturato e coordinato su tutto il territorio comunale. Scopi della Fondazione potranno essere anche il reperimento di risorse economiche necessarie alla promozione delle proprie attività culturali, attingendo sia da capitali pubblici che privati e la collaborazione con case editrici, circuiti di produzione cinematografici, gallerie d’arte pubbliche e private, singoli artisti, per poter mantenere alto il livello dell'offerta culturale.
Pensiamo alla promozione di iniziative e attività culturali come ad un indispensabile fattore di sviluppo della coesione sociale, un antidoto necessario alle tendenze di frammentazione sociale in atto, nonché come fattore di sviluppo economico.
Le recenti esperienze in campo nazionale dei vari Festival della letteratura, della fotografia e della filosofia, la Biennale della Democrazia, sono testimonianze di un forte interesse e di una crescente partecipazione a simili iniziative, in modo particolare dei giovani. Vi è qui la traccia, il segno, di un bisogno di confronto e di sapere che rifiuta gli standard di offerta culturale conformista, figlia del pensiero unico, asservita ai poteri forti ed al pensiero unico dominante. È a queste esperienze che noi guardiamo con interesse, immaginando la possibilità per Cavriago di farsi promotore di un’iniziativa in grado di ritagliarsi un proprio ruolo specifico da protagonista, che sappia andare oltre i confini comunali.
Rispetto alla proposta culturale rivolta ai giovani crediamo che occorrano politiche che non facciano di loro solo meri spettatori e che attraverso progetti e attività appositamente studiati, che sfruttino anche le nuove opportunità date dalla rete, ne valorizzino adeguatamente le conoscenze e le competenze. In particolare riteniamo fondamentale assegnare spazi ai giovani attraverso politiche che portino, dopo un necessario periodo di affiancamento, all’autogestione da parte degli stessi giovani di Cavriago degli spazi a loro dedicati. Tali luoghi oltre a diventare punti di aggregazione, incontro e confronto saranno anche luoghi dove i giovani potranno progettare, discutere e sviluppare iniziative, progetti e attività assumendo un ruolo attivo, da protagonisti, nella vita del paese.
Nostro intento sarà inoltre promuovere una cultura fortemente ancorata ai valori della Resistenza e dell'antifascismo, della pace e della democrazia, della laicità, della difesa dei principi costituzionali e della salvaguardia dell'ambiente, inoltre, al fine di favorire l’integrazione nel rispetto delle reciproche diversità, riteniamo importante sviluppare attività, progetti e percorsi in grado di favorire la convivenza e la reciproca conoscenza tra i cittadini delle diverse culture che compongono la comunità cavriaghese.
Riteniamo inoltre significativo sviluppare attività che vadano nella direzione del recupero di quelle che sono le tradizioni locali che provengono dal mondo contadino, in particolare per quanto riguarda il ballo e le specialità enogastronomiche, tramandandole alle nuove generazioni.Infine crediamo sia importante e strategico utilizzare e sfruttare le nuove forme di comunicazione cooperative e reticolare offerte da internet, dai social network, come forma di comunicazione, di organizzazione e promozione degli eventi rivolte sia ai più giovani che a tutti i cittadini interessati a sfruttare le opportunità offerte, favorendo processi di alfabetizzazione informatica mediante corsi gratuiti finalizzati all’utilizzo di internet e dei servizi offerti dagli enti locali.
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martedì 27 gennaio 2009

10. FORMAZIONE

LA FORMAZIONE

IL RUOLO DELLA FORMAZIONE

La formazione professionale è certamente una delle principali misure che possono essere messe in campo per contrastare la crisi. Pensiamo che realizzare azioni formative in grado di favorire lo sviluppo delle competenze di persone espulse dal mercato del lavoro sia fondamentale per consentirne il reinserimento lavorativo e quindi l’uscita da difficili e problematiche situazioni economiche e sociali.

Allo stesso modo riteniamo la formazione una delle leve strategiche per l’uscita dalla crisi attuale. Crediamo che per favorire la riconversione dell’economia verso un modello di sviluppo ecologico e sostenibile occorra favorire lo sviluppo delle competenze degli operatori dei settori produttivi esistenti e sostenere oggi lo sviluppo di nuove professionalità in grado di operare domani in mercati innovativi e d’eccellenza.

Perché si realizzi un proficuo incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro, verso la piena occupazione, e si sviluppino, anche nel nostro territorio, nuovi ed innovativi settori produttivi, sono necessarie: relazioni strettissime con il sistema produttivo per poterne interpretare le esigenze, una forte collaborazione con il Centro per l’Impiego distrettuale per analizzare l’offerta e un monitoraggio puntuale delle opportunità di finanziamento offerte dagli Enti Locali.

In quest’ottica il Centro Studio e Lavoro “La Cremeria” srl rappresenta, oggi più che mai, una risorsa strategica fondamentale per il territorio del nostro Comune così come per l’intera Val d’Enza.

IL CENTRO STUDIO E LAVORO “LA CREMERIA”

Il CSL “La Cremeria” - la società di formazione professionale di cui il Comune di Cavriago è socio di maggioranza - opera, da oltre 20 anni, in diversi ambiti: nella formazione degli operatori e nell’innovazione dei processi della Pubblica Amministrazione, nello sviluppo delle competenze di persone occupate e nel sostegno all’occupazione di persone disoccupate. Il Centro sviluppa la propria attività accendendo a bandi pubblici provinciali, regionali, nazionali ed europei e possiede internamente le competenze necessarie per la progettazione e la gestione di attività formative o consulenziali complesse ed articolate. In questo senso riteniamo fondamentale investire sul ruolo effettivo che il CSL “La Cremeria” ha nel territorio, lavorando con gli altri Comuni per favorirne l’ingresso nell’Unione dei Comuni “Val’Enza”, affinché diventi un punto di riferimento per tutto il distretto in riferimento alla formazione e allo sviluppo degli enti locali, delle imprese e delle persone. Riteniamo che la creazione di un unico polo a livello di distretto per il coordinamento e lo sviluppo di queste attività, che collabori in modo continuativo con gli altri attori del territorio (aziende, enti locali, nuclei territoriali, associazioni, Centro per l’Impiego, scuole…) e sia quindi in grado di attrarre finanziamenti ai vari livelli istituzionali, rappresenti una formidabile e strategica opportunità di sviluppo per tutta la Val d’Enza verso la piena occupazione e verso un nuovo tipo di economia sostenibile.

Riteniamo inoltre importante sviluppare diverse attività di formazione permanente rivolte ai cittadini di Cavriago, in particolare per quanto riguarda le competenze informatiche necessarie per l’utilizzo di internet e per quanto riguarda la conservazione e/o il recupero della memoria storica relativamente alla cucina tipica locale. In tal senso pensiamo di realizzare corsi di alfabetizzazione gratuiti per i cittadini durante i quali illustrare i servizi on-line offerti dalla pubblica amministrazione e corsi di cucina serali per principianti durante i quali trasmettere la grande tradizione culinaria locale.

Nel prossimo quinquennio, sarà nostro obiettivo dare piena realizzazione al progetto “Perché No?”, attività che prevede la realizzazione di un ristorante gestito da persone diversamente abili, utilizzando, con frequenza da definire, i locali cucina e ristorante del Centro Studio e Lavoro “La Cremeria”.

Infine riteniamo che in Centro debba divenire, attraverso azioni di sensibilizzazione nelle scuole medie e superiori del distretto, un luogo dove i giovani possano incontrarsi, informarsi e chiedere consulenze per la progettazione e la realizzazione di attività specifiche, sfruttando cosi le opportunità ad essi rivolte dal programma “Gioventù in Azione” che mette a disposizione risorse economiche per scambi culturali all’estero, realizzazione di progetti nel territorio e sviluppo di azioni per favorire la partecipazione dei giovani alla vita democratica.
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lunedì 26 gennaio 2009

09. SCUOLA

SCUOLA

Il complesso sistema dell’educazione, dell'istruzione e della formazione è la risorsa fondamentale per la crescita di ogni comunità locale. Tutti gli ordini e i gradi educativi e scolastici vanno consolidati e valorizzati come centri di promozione umana e culturale, di aggregazione sociale e di partecipazione democratica.Di fronte all'attacco alla scuola pubblica, attuato in questi anni dai governi di centro-destra (prima con la “riforma Moratti” e adesso con la “Gelmini”) attraverso tagli finanziari e di personale, che rischiano di produrre una dequalificazione dell'offerta, nuove discriminazioni sociali, una demotivazione degli insegnanti e uno svuotamento dell’autonomia, consideriamo fondamentale sostenere il ruolo essenziale e imprescindibile della scuola pubblica.

ASILI E SCUOLE DELL’INFANZIA

Nei servizi educativi (nido e scuole dell’infanzia) l'obiettivo prioritario è quello di eliminare progressivamente le liste d'attesa attraverso:

  • la costruzione della nuova scuola dell’infanzia “I Tigli” - che in questa fase di progettazione contiene “solo” le attuali strutture di Via De Amicis e di Bassetta per un numero complessivo di cinque sezioni - verificando la possibilità di un suo ampliamento a 8 sezioni in grado di accogliere anche nuovi spazi per il nido;
  • un nuovo modello gestionale dei servizi che preveda la loro messa in rete - a livello sovracomunale, all’interno dell’Unione dei Comuni “Val d’Enza” - in modo da facilitare l’incrocio domanda/offerta attraverso collaborazioni e sinergie con i Comuni limitrofi. Riteniamo fondamentale verificare questa ipotesi con le altre amministrazioni della Val d’Enza in modo da perseguire obiettivi complessivi di razionalità ed efficienza economica probabilmente raggiungibili (anche in un’ottica di sviluppo dell’Unione dei Comuni non ci pare molto ragionevole, ad esempio, costruire una nuova struttura per i servizi educativi a Barco e un’altra a poche centinaia di metri nella zona di Roncaglio senza che ci sia una prospettiva comune tra le varie amministrazioni in merito alla realizzazione degli spazi e alle modalità gestionali).

SCUOLA DELL’OBBLIGO: SUBITO TRE GRANDI QUESTIONI DA AFFRONTARE

La legge 133 dell'agosto scorso ed il famigerato “decreto Gemini” - attraverso un forte taglio delle risorse da destinarsi proprio alla scuola dell'obbligo - hanno apportato diverse novità per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria di primo grado, nonché nella scuola secondaria per la quale sono previste notevoli modifiche e accorpamenti tra indirizzi.

Considerate, in termini quantitativi, le imminenti criticità degli attuali spazi scolastici derivanti dall’incremento demografico verificatosi negli ultimi anni nel nostro Comune e considerata la nuova normativa nazionale (Gelmini) che prevede un innalzamento del numero di alunni per classe nei prossimi anni, la prima questione che dovrà essere affrontata è quella relativa agli spazi scolastici. Il Comune, in stretta collaborazione con l’Istituto Comprensivo, dovrà attivarsi immediatamente per realizzare un’analisi/valutazione di tutte le strutture pubbliche di sua proprietà (in particolare riferimento al comparto Cremeria e alla scuola dell’infanzia “I Tigli”), finalizzata ad un progetto organico di lungo periodo di riorganizzazione degli spazi destinati e da destinare alle attività scolastiche.

La seconda riguarda il tempo scuola ridotto dalla Gelmini con la riduzione dell'orario scolastico alla scuola primaria, la sostanziale scomparsa del tempo prolungato, il tentativo di limitare le classi a tempo pieno, in un momento in cui continua a crescere la richiesta di un tempo scuola più lungo, date le difficoltà che hanno genitori che lavorano a gestire l'attività scolastica pomeridiana dei figli. È invece ormai evidente la richiesta di orari più lunghi e dovrà essere il Comune a farsi carico di ciò, senza che questo si ritorca in un aumento di costi a carico delle famiglie stesse.

Terza questione: la riduzione del numero degli insegnanti e delle compresenze comporterà una riduzione di ore a disposizione delle istituzioni scolastiche, ore che oggi vengono usate per attività di recupero per gli alunni più in difficoltà o per corsi di alfabetizzazione per alunni stranieri. La promozione di politiche mirate all'inserimento di studenti stranieri dovrà avvenire anche attraverso l'organizzazione di funzioni di mediazione culturale. Dovrà essere il Comune, all'interno dei Piani per il diritto allo studio, a fornire risorse alla scuola perché questa possa continuare ad effettuare gli interventi nei confronti dei ragazzi che hanno maggiori necessità, prestando particolare attenzione anche all'integrazione dei soggetti diversamente abili.

PROGETTI E ATTIVITÀ

In un’ottica educativa, di formazione civica e di piena cittadinanza sociale di tutti i bambini proponiamo una serie di progetti e attività da attivare in collaborazione con l’Istituto Comprensivo:

  • il Consiglio Comunale dei Ragazzi;
  • percorsi di educazione ambientale e sugli stili di vita;
  • tragitti casa-scuola sostenibili attraverso la sperimentazione del Bicibus e del Pedibus;
  • progettazioni partecipate con i bambini degli spazi relativi alle loro attività scolastiche e ricreative.
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domenica 25 gennaio 2009

08. WELFARE

WELFARE
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La tipologia, i soggetti interessati, la quantità e la qualità dei servizi sociali sono caratteristiche e indicatori che esprimono plasticamente, all’interno di un territorio, l’approccio e la sensibilità che la politica locale mette in campo per contrastare/governare i processi di povertà, di degrado sociale, di emarginazione o marginalizzazione.
Sul piano generale la crisi del welfare nel nostro paese, non è legata ai fantasmi dell’insostenibilità della “spesa pubblica” - tesi avvalorata e sostenuta dalle semplificazioni concettuali del “welfare liberistico” che la destra tenta di instaurare propinando palliativi inefficaci come quelli della “social card” - ma è una crisi endemica al sistema italiano. Il nostro welfare ha consolidato in primis un modello previdenziale e, conseguentemente selettivo categoriale, garantendo l’accesso al godimento di alcuni diritti e/o prestazioni in base alla categoria di appartenenza, e non per universalismo di cittadinanza. I bambini sono “scolari”, i ragazzi “studenti”, le donne “madri” e “mogli”, gli anziani “pensionati”, i disabili “diversamente abili”, ecc.; in buona sostanza un modello per categorie sociali di appartenenza, ognuna delle quali titolare di diritti esclusivi e di doveri essenzialmente economici che hanno prevalso e condizionato lo sviluppo di una giustizia diffusa, ed anche una coscienza del dovere civico, e dell’appartenenza sociale. Questa frantumazione categoriale è in parte riscontrabile nella crescente debolezza dell’identità sociale, laddove i desideri/bisogni collettivi sono la semplice sommatoria di quelli individuali. Ricomporre un’identità unitaria della società - nel nostro caso di una comunità locale, obiettivo centrale della nostra proposta programmatica - passa anche attraverso un superamento di questa verticalità categoriale del welfare: occorre socializzare diritti e doveri in una ricomposizione universalmente identitaria dei disagi/problemi, promuovendo la coscienza che il godimento dei diritti lesi ad una categoria socialmente più debole o vulnerabile è un patrimonio e una conquista di civiltà che realizza l’appartenenza di tutti ad una società più giusta, libera e civile. Per realizzare questi obiettivi occorre promuovere partecipazione ed inclusione; diritti e doveri sono il patto fondante la coscienza di una cittadinanza attiva, che consente di identificarsi e re-identificarsi con il proprio territorio. Essere sul e nel territorio, trasmettere una nuova cultura della partecipazione, attivare strumenti di confronto e di indagine permanenti con le altre agenzie sociali presenti deve essere il nuovo orizzonte dell’ente più prossimo ai cittadini - cioè il Comune - per trasformare le molteplici “identità di individui” in “identità di cittadini”.
Nell’ottica di ripensare il nostro modello di welfare locale - soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo vivendo - immaginiamo quindi un Comune (o più Comuni nella logica distrettuale della dimensione sovracomunale) che non sia solo “erogatore di servizi”, ma anche “promotore” di nuovi spazi, collaborazioni e relazioni con tutti gli attori sociali del territorio in modo da co-costruire con essi una vera e propria “rete sociale” in grado, oltre che di far fronte ai vecchi bisogni, anche di anticiparne i nuovi programmando risposte e progetti complessi che non abbiano solamente natura emergenziale.
Un welfare locale nuovo e pubblico, la cui filosofia sinergica e inclusiva di tutti i soggetti del terzo settore intende trasformare il ruolo dell’utente da soggetto passivo a co-costruttore dei propri servizi.
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INDAGINE, PROGRAMMAZIONE E VALUTAZIONE
  • attivazione di una permanente “indagine sociale” sul territorio, attraverso la creazione di specifici “tavoli sociali” (nei quali coinvolgere altri soggetti pubblici e privati, associazioni del volontariato, parrocchia e singoli cittadini), finalizzata all’analisi attenta e costante dei vecchi bisogni e all’emersione delle nuove criticità sociali e delle nuove povertà;
  • valutazioni partecipate dei servizi erogati ad opera degli utenti, attraverso le competenze interne dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico.
I SOGGETTI
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Anziani autosufficienti
  • potenziamento della loro partecipazione sociale attraverso la valorizzazione delle loro esperienze/competenze di vita e di lavoro (banca del tempo, attività di manutenzione e riuso dei materiali “recuperabili” depositati nell’isola ecologica);
  • nuove attività ricreative e culturali all’interno del Circolo Cavriaghese.

Anziani non autosufficienti

  • consolidamento dei servizi residenziali della Casa protetta;
  • potenziamento dei servizi domiciliari e del sostegno alle famiglie per favorire appunto la “domiciliarità” (ad esempio attraverso attività di formazione, tecniche di base, per i figli che hanno genitori anziani non autosufficienti);
  • progetti formativi per le badanti (utilizzando le competenze e la struttura del CSL “La Cremeria”).

Diversamente abili

  • continuità e potenziamento - nell’ottica del perseguimento della piena cittadinanza sociale e della completa tutela dei diritti delle persone diversamente abili - di tutte le attività/progetti attivati in questi anni che hanno fatto di Cavriago un Comune innovatore e pionieristico, soprattutto grazie all’enorme lavoro che in questo senso svolgono le associazioni di volontariato, rispetto al tema delle diverse abilità;
  • diritto alla casa: occorre accentuare con forza politiche abitative estensive degli standards di agibilità e fruibilità. La casa è il luogo di trasformazione biologica dell’individuo, pertanto vanno imposti, anche nei regolamenti comunali, vincoli progettuali, antropometrici ed ergonomici, in grado di accogliere possibili disabilità, anche con l’obiettivo di ridurre nel tempo la destinazione di notevoli risorse finanziarie per eliminare la barriere architettoniche;
  • attuazione concreta del progetto “Perché No?” (progetto che prevede la gestione diretta di un’attività pubblica di ristorazione da parte dei cittadini diversamente abili) utilizzando i locali del CSL “La Cremeria”.

Migranti

  • potenziamento dei servizi già attivi a livello distrettuale e a livello comunale (Centro per le Famiglie, mediazione sociale e culturale, corsi di alfabetizzazione, ecc.).
  • attività culturali e iniziative sociali (feste) finalizzate al coinvolgimento attivo dei cittadini migranti;
  • sperimentazione dei consiglieri consultivi nel Consiglio comunale (eletti direttamente dai cittadini migranti) in attesa di un’auspicabile legge nazionale che finalmente consegni a questi cittadini la possibilità del voto amministrativo.
LA CASA
Il diritto alla casa e all’abitare è un diritto fondamentale del quale spesso i soggetti più deboli (in particolare giovani e migranti), anche nel nostro territorio, sono purtroppo privati perché impossibilitati a far fonte economicamente, sia rispetto all’acquisto che all’affitto, ai prezzi di mercato.
In riferimento all’Edilizia Residenziale Pubblica siamo assolutamente contrari al suo smantellamento; essa va risanata e incrementata in antitesi con la proposta del governo nazionale di vendere tutto il patrimonio pubblico (peraltro proprietà dei Comuni).
Pensiamo che a Cavriago occorra attivare immediatamente un progetto organico finalizzato a far assumere al Comune un ruolo centrale per rispondere al bisogno abitativo, attraverso:
  • maggiori quote di ERS (Edilizia Residenziale Sociale) nei nuovi insediamenti in riferimento ad un piano di alloggi ad affitto calmierato per le fasce economicamente svantaggiate;
  • un progetto, anche in collaborazione con l’Acer provinciale, che aiuti e faciliti l’incrocio tra domanda e offerta abitativa a canoni calmierati;
  • un aumento degli stanziamenti per il Fondo Sociale, che rimane una misura d’emergenza necessaria in attesa di politiche strutturali contro il disagio abitativo;
  • sperimentazione di un progetto di autocostruzione associata attraverso il quale, sulla scorta di numerose esperienze italiane anche emiliane, è possibile perseguire un duplice obiettivo: da un lato la realizzazione di alloggi a basso costo, dall’altro l’attivazione di pratiche efficaci di integrazione e coesione sociale.
  • Sperimentazione di un progetto di co-housing, comunità che combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini...) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale. Tipicamente consistono in un insediamento di 20-30 unità abitative, per famiglie e single, che si sono scelti tra loro e hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato” per poi dar vita – attraverso un processo di progettazione partecipata - alla realizzazione di un ‘villaggio’ dove coesistono spazi privati (la propria abitazione) e spazi comuni (i servizi condivisi).
AMBIENTE E SOCIALE
Oltre a tutta l’enorme tematica dell’inquinamento e delle politiche ambientali, dobbiamo nella relazione “ambiente-sociale” porre al centro l’uomo. Partendo dai nuovi approdi dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), che con l’ I.C.F. (Classificazione Internazione del Funzionamento, della Disabilità e della salute), “ha superato” la vecchia nozione di handicap indicando la lettura del benessere di ogni singola persona nella relazione intercorrente fra lo stato di salute individuale e l’ambiente in cui vive. Pertanto ogniqualvolta si “pensa” all’ambiente e agli interventi per garantirne il godimento da parte di tutti, dobbiamo ribadire con forza che al centro di qualsiasi idea progettuale o realizzativa dobbiamo considerare la possibilità dell’utenza debole (bambini, disabili temporanei o permanenti, anziani, donne incinta) di fruirne in sicurezza e autonomia.
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ALTRI PROGETTI
  • sostegno e progetti specifici per le famiglie monogenitoriali;
  • attivazione di un piano di azioni di contrasto alla violenza contro la donna;
  • attivazione di servizio/sportello (anche telefonico) in grado di dare informazioni in merito a pericoli di truffe;
  • sostegno al progetto “Telefono Amico” (realizzato dai volontari Auser di Cavriago e finalizzato all’aiuto di anziani soli) attraverso la messa a disposizione di un mezzo di trasporto adeguato;
  • nuove attività finalizzate alla risocializzazione degli spazi pubblici (piazze, parchi, ecc.) finalizzate a riportarli alla dimensione di “luoghi di appartenenza” (coinvolgendo nell’individuazione degli spazi, nella progettazione delle attività e nella loro gestione successiva tutti i cittadini potenzialmente interessati).
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sabato 24 gennaio 2009

07. AMBIENTE

AMBIENTE
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Il tema dell’ambiente non può essere svincolato dall’urbanistica; per quanto riguarda quindi il rapporto “pianificazione territoriale - tutela ambientale” ribadiamo le proposte fatte nel capitolo relativo all’urbanistica anche sulla scorta di un dato particolarmente significativo: nell’ultimo quinquennio il verde urbano pubblico a uso ricreativo e ad accesso libero pro-capite è diminuito (da 30,97 mq a 30,83 mq) a causa dell’aumento demografico, ed è destinato a diminuire ulteriormente con l’avvio di importanti comparti (Pratonera e Roncaglio in primis) dove saranno costruiti centinaia di nuovi alloggi.
Rispetto alla tutela ambientale occorre mettere in campo un progetto organico teso ad una vera e propria “rivoluzione verde”, in grado di interessare vari ambiti pubblici e privati che vanno dall’economia locale agli stili di vita delle persone. La divulgazione e la produzione di cultura e di educazione ambientale deve diventare azione irrinunciabile nelle attività dell’Amministrazione.
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RIFIUTI
Particolare attenzione sarà posta al tema dei rifiuti attraverso il perseguimento di tre obiettivi:
  • la loro riduzione (con particolare riferimento agli imballaggi);
  • il potenziamento della raccolta differenziata;
  • il completamento della filiera del “recupero-riciclo-riuso” del “bene rifiuto”.

Il raggiungimento di tali obiettivi è finalizzato a contribuire a non realizzare nuovi inceneritori sul territorio provinciale.

Alcune azioni concrete che proponiamo:

  • realizzazione di fontane pubbliche per l’erogazione di acqua potabile liscia o frizzante;
  • attivazione di distributori di latte fresco alla spina e di distributori di detersivi alla spina;
  • sperimentazione di un progetto di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta;
  • creazione di isole ecologiche di quartiere;
  • sostegno ad un progetto sovracomunale, possibilmente a livello di Val d’Enza, per la creazione di un impianto per il “Trattamento meccanico-biologico” (TMB); si tratta di una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati (e/o avanzati dalla raccolta differenziata) che sfrutta l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali la digestione anaerobica e il compostaggio.
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ACQUA
Esprimiamo una netta contrarietà a processi di privatizzazione di beni comuni e fondamentali come l’acqua. L’acqua è un bene da tenere fuori da ogni logica mercantile, è il bene comune per eccellenza, più importante del petrolio. Nulla può sostituire l’acqua nella vita delle persone. Si dovrà lavorare per verificare la possibilità di riportare l’acqua, non solo le reti, nella piena disponibilità pubblica.
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ENERGIA
Esprimiamo netta contrarietà verso il progetto del governo nazionale di costruire nuove centrali nucleari.
Proponiamo, nell’ottica di contribuire a sviluppare e diffondere le energie rinnovabili, l’attivazione presso il Comune di uno sportello energia al servizio dei semplici cittadini, delle imprese del territorio, delle imprese di costruzione, degli artigiani, degli amministratori condominiali, degli operatori commerciali, dei professioni e delle associazioni. Lo sportello fornirà a tutti questi soggetti informazioni sulle tecnologie esistenti, sui finanziamenti e incentivi disponibili, sulle leggi in materia di risparmio energetico e produzione di energia alternativa.
Esistono infatti diverse forme di produzione energetica alternativa:
  • energia solare termica;
  • energia solare fotovoltaica;
  • mini eolico;
  • caldaie a biomasse;
  • geotermico a bassa temperatura.

L’Amministrazione non deve però limitarsi ad informare i cittadini (anche se l’informazione consente in alcuni casi un reale risparmio economico attraverso sgravi fiscali e finanziamenti) ma deve essere anche soggetto attivo. Intendiamo sperimentare un progetto simile a quello già realizzato nel Comune di Provaglio d’Iseo (BS), il “Fotovoltaico Facile”, cioè l’installazione gratuita (senza spese per i cittadini) di un numero definito di pannelli fotovoltaici sui tetti delle abitazioni di alcuni nuclei famigliari in base alla loro richiesta e all’idoneità dell’edificio. L’energia prodotta dall’impianto rimarrebbe proprietà dell’azienda che installa l’impianto per 20 anni. Durante questo periodo il cittadino risparmia pagando solo metà bolletta. Allo scadere dei 20 anni l’impianto diventa di proprietà del cittadino.

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STILI DI VITA
Occorre promuovere i prodotti locali in un’ottica di filiera corta attraverso:
  • mercati mensili a “km zero” (cioè con prodotti di aziende locali);
  • attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza finalizzate alla creazione di Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS).

Questo consentirebbe di ottenere molteplici effetti positivi sul territorio, quali:

  • la valorizzazione delle aziende locali esistenti e uno “stimolo” alla nascita di nuove aziende;
  • la diffusione dei concetti di “biologico” e del “mangiare sano”;
  • la creazione di nuove opportunità per le relazioni sociali mettendo al centro le persone e l’idea di un consumo critico;
  • la riduzione effettiva del trasporto su gomma di merci.
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IL VERDE
Tra il 1950 e il 1980 sono stati abbattuti diversi alberi, con la perdita della biodiversità sia nella flora che nella fauna, e negli anni successivi fino ad oggi nessuno è riuscito a rimediare significativamente a questa perdita. Gli alberi sono anche degli enormi depuratori atmosferici che abbattono i microinquinanti e i macroinquinanti come la CO2 che causa il riscaldamento terrestre. Proponiamo pertanto:
  • piani e opere di piantumazione e ripiantumazione, con la creazione di boschi urbani (ad esempio riforestando le sponde del Rio di Cavriago e creando un bosco integrale sul terreno pubblico nella zona dell’ex Macello);
  • la riscoperta e la pulizia di angoli verdi di territorio (ad esempio il boschetto di Rio Valle);
  • la protezione totale del verde pubblico (anche attraverso la società del Comune per la manutenzione ordinaria descritta in precedenza) e la salvaguardia di quello privato;
  • la rinaturazione e difesa del territorio e dell’ecosistema pedecollinare, anche con rigidi piani di vincolo;
  • la creazione di una cintura verde intorno a Corte Tegge.
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venerdì 23 gennaio 2009

06. URBANISTICA E TERRITORIO

URBANISTICA E TERRITORIO

Le ridotte dimensioni del nostro Comune (il più piccolo della provincia), la conseguente altissima densità abitativa (la più alta in provincia escluso il Comune capoluogo), indicano che non è più possibile continuare a costruire in modo intensivo, così come si è fatto negli ultimi anni. Il territorio non è una risorsa inesauribile, sacrificabile al concetto di “crescita infinita”.

In merito alla pianificazione territoriale proponiamo pertanto una svolta netta attraverso tre linee di indirizzo:

  • la revisione degli attuali strumenti urbanistici per tentare un contenimento dell’edificazione e in ogni caso una diluizione nel tempo degli interventi previsti;
  • l’attuazione dell’opzione “zero consumo di territorio”, prevedendo, con accordi tra le parti, la possibilità di sottrarre aree all’edificazione, per ridestinarle a verde pubblico o privato;
  • il recupero dell’esistente e delle aree di maggiore degrado urbanistico già edificate, senza aumenti ingiustificati di superficie, valorizzando gli elementi architettonici e urbanistici tipici del nostro territorio. A tal fine si potranno prevedere agevolazioni da parte del Comune per “stimolare” questi interventi.

Intendiamo difendere ciò che resta del centro storico (Piazza Zanti e dintorni), mettendo al riparo da ogni tentazione edificatoria intensiva aree particolari quali:

  • ex Bocciodromo Coop: occorre aprire un fermo e serrato confronto con la proprietà proponendole, oltre alla sede della banca, la possibilità di una limitata possibilità edificatoria. Per la restante parte pensiamo ad una riconversione a spazio verde di uso pubblico;
  • ex Mulino Avanzi: siamo per la difesa rigorosa dell’impianto architettonico esistente consentendo un qualificato intervento di recupero e ristrutturazione dell’opificio senza impropri ampliamenti o demolizioni.

Un altro ambito che merita particolare attenzione è l’ex Macello comunale (via XX Settembre), un bellissimo esempio di archeologia industriale di inizio ‘900, ora in grave stato di abbandono, che può invece essere recuperato per un uso economico-sociale a favore della comunità.

Per quanto riguarda l’area industriale di Corte Tegge occorre interrompere ogni possibilità di una sua ulteriore espansione; siamo favorevoli, senza appunto superare i confini attuali complessivi dell’area, a possibili demolizioni e ricostruzioni per adeguamenti a mutate esigenze produttive e ad ampliamenti fisiologici dell’esistente. Occorre concordare con tutte le proprietà della zona la costituzione di una cortina verde alberata lungo tutto il perimetro dell’insediamento. Siamo per una Corte Tegge più funzionale, più bella, più moderna, più conforme ad una visione contemporanea di insediamento industriale, nell’interesse di chi lì ci vive, ci lavora e delle imprese stesse lì insediate.

VIABILITA’ E TRASPORTI

Un argomento delicato è importante per ogni Comune è quello della viabilità, in particolare per un paese molto piccolo come il nostro, con alcune strade del centro storico molto strette e spesso sacrificate alle esigenze degli automobilisti. Automobilisti, d’altro lato, costretti oggi ad un affrontare un vero e proprio percorso ad ostacoli per raggiungere un qualsiasi punto del paese o per entrare/uscire da esso, come spesso ovviamente richiede l’attività lavorativa. Abbiamo usato la parola “ostacoli” non a caso: alcuni dossi attuali sembrano più delle pericolose barriere che non dei moderatori di velocità. La moderazione del traffico non dovrà più essere declinata attraverso l’istallazione di attraversamenti rialzati, costruiti con singolari interpretazioni e pretese sul loro funzionamento. Dovrà bensì essere frutto di una pianificazione a lunga durata, con un passaggio da interventi architettonici intensivi ad un approccio di progetto più ingegneristico. La moderazione del traffico è uno strumento e non un fine, le finalità sono sempre la convivenza fra le componenti di traffico e la riqualificazione urbana e ambientale. Occorrono interventi per una maggior fruibilità dello spazio stradale, equa ridistribuzione trasversale, maggior protezione dell’utenza debole, percorsi differenziati pedoni e ciclisti. Rallentatori come dossi o attraversamenti pedonali rialzati non devono essi stessi creare rischi o disagi per i veicoli che li superano alla velocità prestabilita, tali soluzioni dovranno essere riconfigurate e tolte dalle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per i servizi di soccorso o di pronto intervento. Le soluzione per la riduzione della velocità dovranno incentrarsi sul condizionamento visivo per destare attenzione, tali dispositivi sono consuetudine per chi viaggia all’estero e possono essere: segnaletica a messaggio variabile, semafori con rilevatore di velocità, segnali luminosi, portali di ingresso all’ingresso del Paese e rallentatori ottici. Altre soluzioni altrettanto efficaci sono i cuscini berlinesi, chicane con restringimenti di carreggiata e zone 30 per gli ambiti residenziali.

Riteniamo comunque indispensabile dare un quadro organico allo sviluppo di altre forme di mobilità. L’attuale rete di piste ciclopedonali si è sviluppata in modo disordinato, senza un quadro unitario. Le piste sono scollegate l’una dall’altra, e non arrivano nei centri nevralgici del paese. In particolare aiuterebbe molto, per alleggerire il traffico e diminuire l’inquinamento, una pista ciclabile che colleghi il paese con l’area industriale di Corte Tegge, possibilmente non a ridosso delle attuali strade. Ugualmente urgente è un collegamento tra il centro e il quartiere di Via Martiri della Bettola, oggi isolato (e ribattezzato pertanto da chi ci abita “quartiere Sardegna”) per l’interposizione della ferrovia. Un altro asse che potrebbe essere completato è quello nord-sud, per il quale si può sfruttare il Parco del Rio, che già si dilunga su questa linea. Da questo asse devono però partire collegamenti laterali per il raggiungimento sia di strutture pubbliche (Municipio, Palazzetto dello Sport, cimitero, etc.) che private (centri commerciali, negozi, quartieri). Le piste ciclopedonali non devono esistere solo per lo svago, ma diventare una vera alternativa ai mezzi inquinanti per le attività più comuni. Tutte le piste ciclopedonali, sia quelle esistenti che quelle di prossima realizzazione, devono essere poste in completa sicurezza ed essere perfettamente fruibili dai soggetti con problemi di mobilità (anziani, diversamente abili).

La creazione di un’organica rete ciclopedonale consentirebbe l’attivazione di nuove forme di viabilità collettiva sostenibili, come il Bicibus e il Pedibus, già attivi ad esempio nel Comune di Reggio Emilia. Si tratta di scolari che si recano e tornano da scuola a piedi o in bicicletta accompagnati da genitori volontari (oppure nonni, insegnanti) attraverso percorsi stabiliti, con tanto di fermate intermedie e capolinea.

Sempre in tema di trasporti e viabilità, è imperativo potenziare l’attuale sistema del trasporto pubblico “da” e “per” il Comune capoluogo. Occorre sollecitare l’ACT affinché aumentino le corse del treno Reggio-Ciano (verifica dello stato dell’arte e sostegno alla realizzazione della Metropolitana di Superficie) e studiare la possibilità di un collegamento con mezzo pubblico tra il centro di Cavriago e la Via Emilia, passante per Corte Tegge, in modo da collegarsi alla rete urbana del trasporto pubblico (Bus urbano linea 2 S.Ilario-Reggio Emilia); e/o ampliare la rete urbana del capoluogo affinché arrivi direttamente a Cavriago.

In ultimo proponiamo la sperimentazione del Car sharing (auto condivisa), ovvero l’acquisto da parte del Comune di una o più auto, elettriche o a metano, noleggiabili dai cittadini che ne fanno richiesta. Il servizio è molto utile per i cittadini che fanno uso solo sporadico dell’auto, o per le famiglie che non vogliono acquistare un secondo mezzo, o anche solo per quando il mezzo principale è inutilizzabile per qualsivoglia motivo. Il cittadino è così sgravato da tutte le incombenze relative all’auto (controlli, pagamenti bollo e assicurazione, etc.), mentre la collettività ci guadagna in quanto diminuiscono le auto sulle strade, e utilizzano auto con combustibili meno nocivi per l’ambiente.

LA CURA DEL PATRIMONIO ESISTENTE

Vorremmo che la prossima legislatura si caratterizzasse anche per un approccio che dia l’importanza che merita al tema della manutenzione ordinaria. Un approccio che privilegi la sobrietà, che metta al centro la cura dell’esistente (strutture e uffici comunali, edifici scolastici, palestre e impianti sportivi, strade, parchi e verde pubblico, illuminazione, ecc.) a discapito dell’orientamento che spesso caratterizza molte amministrazioni, cioè quello del “fare”, del realizzare continuamente opere pubbliche mettendo in secondo piano la “custodia” di quello che già esiste. A tal proposito proponiamo di reinternalizzare molte delle attività di manutenzione ordinaria (che ora vengono appaltate a ditte esterne) attraverso la costituzione di una società partecipata al 100% dal Comune di Cavriago. Questo produrrebbe maggiore efficacia/efficienza nella gestione dei servizi e tempi più celeri nel rispondere ai bisogni (e alle emergenze) dei cittadini.

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giovedì 22 gennaio 2009

05. DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA

DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA

L’impianto normativo che governa il sistema istituzionale dei Comuni inferiori ai 15.000 abitanti (come Cavriago) è maggioritario e fortemente incentrato nella figura del Sindaco che gode di ampio potere. Questo, a livello generale, ha prodotto una forma di centralizzazione e distacco dalla partecipazione alla vita politica dei cittadini, aggravata dalla riduzione ai minimi della presenza dei partiti un tempo centrali rispetto alla partecipazione politica (essi infatti erano il perno della vita politica e istituzionale, loro stessi erano “istituzioni”).

Pensiamo che, al fine di colmare questo gap tra “rappresentati” e “rappresentanti”, sia indispensabile sperimentare nella dimensione territoriale un nuova modalità di governo locale in grado di ridare protagonismo sociale ai cittadini. L’obiettivo di fondo che ci poniamo è quindi quello di realizzare, all’interno delle varie politiche dell’Amministrazione, un progetto organico di democrazia partecipativa in grado di mettere tutti i cittadini cavriaghesi nelle condizioni di poter partecipare alle scelte e alle decisioni pubbliche che li riguardano.

Per fare ciò proponiamo l’attivazione dei seguenti strumenti partecipativi, molti dei quali già sperimentati con successo in diversi Comuni della provincia di Reggio Emilia:

  • per i grandi investimenti del Comune dovrà esserci un coinvolgimento attivo dei cittadini attraverso l’utilizzo del referendum. Esso, oltre che consultivo (come già ora previsto nello Statuto comunale), dovrà avere anche una sua declinazione propositiva e abrogativa. In tal modo il nostro Comune avrà a disposizione lo strumento di democrazia diretta più importante per confrontarsi con i cittadini sui grandi investimenti che potranno interessare il paese;
  • commissioni consiliari permanenti e temporanee aperte ai cittadini con relazione finale in Consiglio comunale e con diritto di parola da parte dei componenti delle stesse;
  • presenza in Consiglio comunale, con diritto di parola, di due rappresentanti delle comunità migranti presenti nel paese;
  • attivazione di una Comunità di Forum (temi: ambiente, cultura, giovani, etc.) aperti a tutti i cittadini, finalizzati all’elaborazione di specifici progetti;
  • rendicontazione annuale della complessità delle attività dell’Amministrazione attraverso il Bilancio Sociale, strumento che rende maggiormente comprensibile il Bilancio comunale ai cittadini;
  • sperimentazione del Bilancio Partecipativo;
  • attivazione, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo, del Consiglio Comunale dei Ragazzi (CCR) in cui i giovani possano essere in prima persona portatori dei propri interessi;
  • pubblicazione sul sito internet del Comune dei video del Consiglio Comunale e rimodulazione degli spazi su Paese Nostro a garanzia delle minoranze.
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mercoledì 21 gennaio 2009

04. AUTONOMIA FINANZIARIA E POLITICHE FISCALI

AUTONOMIA FINANZIARIA E POLITICHE FISCALI
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Con la manovra estiva (legge Tremonti 133) e poi con la Finanziaria si è definito un taglio gigantesco agli enti locali che assumerà proporzioni ancor più grandi nei prossimi anni (tra il 2010 e il 2011 complessivamente meno 650 milioni per le Province e meno 6.510 per i Comuni); con questi numeri gli enti locali hanno avuto grande difficoltà a chiudere i bilanci annuali e pluriennali a meno di non voler subire un vero e proprio ricatto: tagliare i servizi per i cittadini, magari anche privatizzando beni pubblici, o uscire dal patto di stabilità, subendone le sanzioni successive. Si è consumato, insomma, con questi provvedimenti un gravissimo attacco all'autonomia finanziaria degli enti locali, che contrasta, peraltro, con la fretta demagogica con cui è stato approvato il disegno di legge-delega di Calderoli sul federalismo fiscale, senza aver prima definito le funzioni proprie dei Comuni e delle Province e la certezza dei diritti per tutti i cittadini. Si è delineata, in sostanza, una subordinazione della finanza degli enti locali alla finanza nazionale penalizzando gli investimenti e le scelte degli enti locali, soprattutto quando tali scelte rispecchiano i bisogni dei cittadini.
Sul piano generale riteniamo che un primo importante obiettivo sia quello di costruire un'iniziativa degli amministratori e dei cittadini per una radicale modifica dell'attuale configurazione del "patto di stabilità", prevedendone un allentamento soprattutto per quanto concerne la spesa sociale e gli investimenti, tenendo conto che il calo della produzione e dell'occupazione rende più drammatico il costo sociale di una politica di risanamento solo monetaria dei conti pubblici, rispetto all'esigenza di equità sociale e di rilancio dei consumi interni.
Come abbiamo già scritto in precedenza anche nel nostro Comune estese aree della popolazione e delle famiglie sono colpite profondamente dalla crisi. Riteniamo pertanto prioritario impostare una finanza locale nel segno della giustizia sociale e della progressività delle imposte locali e delle rette/tariffe relative ai servizi.
Sul piano della spesa corrente, nell’ottica di sostenere come priorità la spesa sociale, si dovranno quindi seguire alcuni criteri guida:
  • monitoraggio attento e costante delle situazioni economiche dei nuclei famigliari che accedono ai servizi comunali (che in questa fase di crisi subiscono repentini e inaspettati peggioramenti) finalizzato a pronte diminuzioni delle rette;
  • verifica e eventuale rimodulazione dell’attuale regolamento e del sistema ISEE vigente (Indice Situazione Economica Equivalente) con il fine di garantire equità e progressività nella partecipazione economica dell'utente in tutti i servizi (le fasce ISEE relative alle situazioni reddituali più forti, fascia massima, dovranno avvicinarsi al costo del servizio in modo da introdurre una sensibile differenza con la partecipazione al costo delle famiglie con redditi medio-bassi;
  • verifica del regolamento dell’addizionale IRPEF comunale;
  • ridurre al massimo le consulenze e gli incarichi, valorizzando le risorse interne all’ente, riducendo le progettazioni affidate all'esterno.
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martedì 20 gennaio 2009

03. LA CRISI SOCIO-ECONOMICA

LA PRIORITÀ IMMEDIATA: FAR FRONTE ALLA CRISI SOCIO-ECONOMICA
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La crisi economica mondiale sta investendo profondamente anche Cavriago e i suoi effetti hanno già iniziato a manifestarsi anche qui con pesanti ricadute sul piano sociale. A maggio 2009 sono molte le aziende del nostro territorio che hanno lavoratori in cassa integrazione e diverse non hanno rinnovato il contratto a lavoratori interinali e parasubordinati.Di seguito alcune proposte compatibili con le competenze del Comune - alcune più contingenti e immediate, altre di natura più strutturale - finalizzate ad un disegno organico locale per fronteggiare la crisi; esse verranno poi ulteriormente sviluppate nei successivi punti del programma.
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AZIONI IMMEDIATE
  • ampliamento del fondo e della gamma delle azioni di sostegno economico alle famiglie che si trovano in difficoltà (riduzioni/esenzioni temporanee delle rette per l’asilo nido, scuole materne, servizi alla persona, trasporto e mensa scolastica);
  • aumento del fondo sociale per gli affitti;
  • istituzione, in accordo con gli istituti bancari, di un fondo di finanza sociale per chi non riesce a far fronte alle rate del mutuo sulla prima casa;
  • attivazione di un fondo di aiuto per le tariffe (gas, acqua);
  • attivazione, in accordo con il commercio, di progetti per la riduzione dei prezzi sui prodotti alimentari (ad esempio panieri con beni di prima necessità a prezzo concordato).
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AZIONI DI SOLIDARIETÀ PER IL SOSTEGNO ALL’OCCUPAZIONE E ALLA PERCEZIONE DI REDDITO
  • impegno delle imprese a non procedere con riduzioni di personale nel periodo acuto di crisi; CIG a rotazione nelle imprese; per i lavoratori precari e delle piccole imprese studiare, in accordo con la Provincia, garanzie di erogazione della CIG o valore equivalente in previsione di una legge apposita;
  • massimo supporto alle funzioni del Centro per l’Impiego distrettuale per l’orientamento, la formazione e riqualificazione professionale al fine di sostenere i lavoratori nella ricerca di nuove opportunità di lavoro (rispetto a queste attività anche il CSL “La Cremeria” può svolgere un ruolo importante).
INVESTIMENTI PUBBLICI
Incrementare gli investimenti pubblici per l’avviamento della riconversione ecologica dell’economia e dei diritti di cittadinanza per servizi evoluti ed efficienti di welfare.
  • sul fronte ecologico: incentivazioni al recupero degli edifici; incentivi alla rottamazione degli edifici con elevata dispersione energetica; attivazione della raccolta differenziata “porta a porta”; progetti e attività per la riduzione degli imballaggi; contrarietà alla costruzione di un nuovo inceneritore favorendo al contempo le condizioni per la realizzazione sul piano provinciale di impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti; studio di un progetto organico per dotare gli edifici pubblici e privati di impianti per la produzione di energie rinnovabili; per i trasporti priorità all’analisi e alla realizzazione della metropolitana di superficie;
  • per il welfare: gestione pubblica dell’acqua attraverso una nuova società scorporata da Enìa quotata in borsa; promozione di nuovi modelli sovracomunali per la gestione dei servizi alla persona; contrarietà a processi di esternalizzazione dei servizi; contrasto a forme di precarizzazione del lavoro nei servizi;
  • investimenti per l’edilizia scolastica.
PROMOZIONE DI NUOVI STILI DI VITA
Azioni e progetti rivolti a tutti i cittadini per favorire lo sviluppo di un’economia solidale con l’obiettivo di promuovere e valorizzare i prodotti locali:
  • formazione e incentivi per la costituzione di Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS);
  • mercati a “chilometri zero”;
  • sensibilizzazione a consumi sostenibili.
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lunedì 19 gennaio 2009

02. IL PERCORSO DI CAVRIAGO COMUNE

IL PERCORSO DI “CAVRIAGO COMUNE”: LA DEMOCRAZIA AL CENTRO
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Il processo costitutivo di “Cavriago comune” rappresenta concretamente il nostro approccio ai temi della democrazia e della partecipazione dei cittadini. Nei mesi scorsi è stato realizzato un percorso innovativo aperto a tutti i cittadini finalizzato alla costruzione condivisa della lista “Cavriago comune”. Tale percorso è stato organizzato attraverso due passaggi coordinati: il primo ha riguardato la costruzione del programma, il secondo l’individuazione della “rappresentanza” (cioè la scelta dei candidati che compongono ora la lista).
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Rispetto costruzione del programma sono stati organizzati quattro forum tematici:
  • cultura e democrazia (10 marzo);
  • servizi alla persona (17 marzo);
  • territorio e ambiente (24 marzo);
  • giovani (6 aprile).

Ad essi hanno partecipato oltre 150 persone, con una presenza rilevante di giovani e giovanissimi. È stata poi organizzata (domenica 29 marzo) una consultazione diretta dei cittadini - le “Primarie delle Idee”, uno strumento simile al referendum - su alcuni specifici temi, alla quale hanno partecipato oltre 100 persone. Contemporaneamente ai forum e alle “Primarie delle Idee” sono poi stati attivati altri strumenti di confronto con la cittadinanza, soprattutto nella dimensione web. In particolare è stato creato un blog -www.listacavriagocomune.blogspot.com - in cui è stato possibile continuare ed approfondire le discussioni effettuate all’interno dei forum e un profilo sull’ormai celeberrimo social network “facebook” che ha raggiunto le 450 amicizie.Rispetto all’individuazione della “rappresentanza” sono state organizzate le “Primarie della Lista”, una pratica assolutamente nuova che non ha eguali in tutta Italia. Si è cioè chiesto a tutti i cittadini interessati di autocandidarsi - sia per il ruolo di sindaco che per quello di consigliere comunale - per rappresentare la lista “Cavriago comune” alle elezioni di giugno, registrando due candidati alla carica di sindaco e ventinove a quella di consigliere comunale. Rispetto queste autocandidature abbiamo quindi chiesto a tutti i cittadini di Cavriago di esprimere le proprie preferenze - attraverso le “Primarie della Lista” che si sono svolte il 25 e il 26 aprile – e di scegliere quindi i candidati da mettere formalmente nella lista elettorale. Le Primarie si sono rivelate uno straordinario momento di democrazia durante il quale 249 cittadini cavriaghesi hanno scelto con il loro voto il candidato sindaco e i 16 componenti della lista.

Al termine di questo lungo percorso che ha visto centinaia di cittadini partecipare prima alla definizione delle proposte programmatiche e poi, attraverso le Primarie, alla costruzione vera e propria della lista, “Cavriago comune” è così formalmente pronta per presentarsi oggi alle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno.

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domenica 18 gennaio 2009

01. INTRODUZIONE

“CAVRIAGO COMUNE”: PER UN ALTRO PAESE, PER UN ALTRO MONDO
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È inutile nasconderlo, qualsiasi ragionamento sul futuro di Cavriago non può partire che da qui: anche il nostro territorio vive drammaticamente il tempo della crisi. Una crisi complessa e multiforme che tocca allo stesso tempo e in modo conseguente tutte le sfere della vita pubblica e politica: dall’economia all’ambiente, dal sociale alla democrazia. La crisi finanziaria globale, figlia del pensiero liberista, si è presto avventata anche da noi sull’economia reale colpendo il mondo del lavoro e, al suo interno, in modo particolarmente violento le soggettività più esposte al rischio: giovani, precari, donne, migranti.
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La crisi manifesta una capillarità ed una velocità di espansione che rendono impossibile, persino nel nostro Comune e nella nostra provincia, delinearne i confini e definirne gli scenari. La liquidità, l’incertezza, la precarietà - indubbie caratteristiche negative della nostra società - hanno frantumato sempre più le relazioni umane e sociali minando, al contempo, la stessa capacità delle istituzioni democratiche di agire efficacemente sul piano sociale ed economico. Proprio quando in molti avrebbero bisogno di certezze e sicurezze (soprattutto le giovani generazioni), tutto sembra divenire astratto e inafferrabile. Il lungo ventennio liberista che abbiamo alle spalle è stato devastante: ha prodotto guerre e conflitti, ha modificato profondamente l’ambiente, ha ampliato le disuguaglianze economiche e sociali, ha cancellato diritti fondamentali, ha - nei fatti - sostituito la razionalità economica ad ogni altro punto di vista. Il mondo ne è risultato drammaticamente più povero, rimanendo su di esso un solo sguardo: quello freddo ed utilitaristico dell’economia capitalistica. Accade così che gli effetti della crisi risultino evidenti non solo tramite gli indicatori economici e sociali ma, in modo sempre più netto e marcato, a partire da un dato antropologico, ovvero dalla nascita, in questo nostro tempo, di un “uomo nuovo”: pauroso, intollerante, chiuso e privo di speranza nel domani. Per cercare di fare fronte a tutto questo occorre pertanto - qui e ora - un radicale cambiamento politico-culturale basato su un diverso modello di sviluppo e su un’alternativa di società. Radicale cambiamento che deve partire, oltre che dai piani più generali, anche e soprattutto dal livello più vicino e più prossimo ai cittadini, cioè quello locale.
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È all’interno di questa prospettiva che nasce la lista “Cavriago comune”.Come già avevamo scritto, una lista civica e di sinistra che trova radici nelle tradizioni migliori della nostra comunità: pace, democrazia, antifascismo, laicità, pieno riconoscimento nella Costituzione Italiana.
Una lista civica e di sinistra che muove dalla consapevolezza che non esiste futuro senza una forte volontà, individuale e collettiva, di determinare - a partire dal locale - un avanzamento sociale e una tenace difesa dei beni comuni a vantaggio dell’intera collettività.
Una lista civica e di sinistra che di fronte alla sopraindicata crisi dell’attuale modello di sviluppo, ritiene necessario sperimentare nel locale modelli economici con più pubblico e meno privato, più lavoro e meno profitto, più relazioni e meno consumi, più servizi a partire dal welfare municipale e dalla promozione di un’economia locale non invasiva per l’ambiente.
Una lista civica e di sinistra che vuole operare con forza sul piano culturale locale ponendosi l’obiettivo di aprire immaginari ed abbattere muri laddove, invece, la cultura delle destre punta ad alzare nuovi steccati e a gonfiare le vele di stereotipi razzisti e discriminatori che rievocano, puntualmente, oscuri presagi del passato.
Una lista civica e di sinistra che intende mettere al centro del proprio agire la democrazia, coinvolgendo e facendo partecipare attivamente i cittadini ai processi decisionali del governo locale, immaginando così tale tema come strumento imprescindibile di coesione sociale.
Una lista civica e di sinistra che tenta quindi di rappresentare e di costruire un “argine locale” alla crisi provando al contempo, attraverso nuove forme e modalità, a ricostruire il senso del termine “Politica”, riconnettendolo cioè ad una dimensione collettiva e riconsegnandolo ai cittadini come concreto strumento di emancipazione e liberazione.
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È con questa consapevolezza, e anche con questo carico di responsabilità, che intendiamo affrontare la campagna elettorale e le elezioni amministrative dei prossimi 6-7 giugno. Dipenderà anche da noi, dal nostro esserci nei modi e nelle forme che assieme costruiremo all’insegna della solidarietà, dell’apertura verso la differenza, dell’onestà e della perseveranza, la salvezza della coesione sociale e delle condizioni di vita di tante persone.
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sabato 17 gennaio 2009

il PROGRAMMA COMPLETO di CAVRIAGO COMUNE

PROPOSTA PROGRAMMATICA PER IL GOVERNO DEL COMUNE DI CAVRIAGO 2009

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“CAVRIAGO COMUNE”: PER UN ALTRO PAESE, PER UN ALTRO MONDO

È inutile nasconderlo, qualsiasi ragionamento sul futuro di Cavriago non può partire che da qui: anche il nostro territorio vive drammaticamente il tempo della crisi. Una crisi complessa e multiforme che tocca allo stesso tempo e in modo conseguente tutte le sfere della vita pubblica e politica: dall’economia all’ambiente, dal sociale alla democrazia.
La crisi finanziaria globale, figlia del pensiero liberista, si è presto avventata anche da noi sull’economia reale colpendo il mondo del lavoro e, al suo interno, in modo particolarmente violento le soggettività più esposte al rischio: giovani, precari, donne, migranti.
La crisi manifesta una capillarità ed una velocità di espansione che rendono impossibile, persino nel nostro Comune e nella nostra provincia, delinearne i confini e definirne gli scenari. La liquidità, l’incertezza, la precarietà - indubbie caratteristiche negative della nostra società - hanno frantumato sempre più le relazioni umane e sociali minando, al contempo, la stessa capacità delle istituzioni democratiche di agire efficacemente sul piano sociale ed economico. Proprio quando in molti avrebbero bisogno di certezze e sicurezze (soprattutto le giovani generazioni), tutto sembra divenire astratto e inafferrabile.
Il lungo ventennio liberista che abbiamo alle spalle è stato devastante: ha prodotto guerre e conflitti, ha modificato profondamente l’ambiente, ha ampliato le disuguaglianze economiche e sociali, ha cancellato diritti fondamentali, ha - nei fatti - sostituito la razionalità economica ad ogni altro punto di vista. Il mondo ne è risultato drammaticamente più povero, rimanendo su di esso un solo sguardo: quello freddo ed utilitaristico dell’economia capitalistica. Accade così che gli effetti della crisi risultino evidenti non solo tramite gli indicatori economici e sociali ma, in modo sempre più netto e marcato, a partire da un dato antropologico, ovvero dalla nascita, in questo nostro tempo, di un “uomo nuovo”: pauroso, intollerante, chiuso e privo di speranza nel domani.
Per cercare di fare fronte a tutto questo occorre pertanto - qui e ora - un radicale cambiamento politico-culturale basato su un diverso modello di sviluppo e su un’alternativa di società. Radicale cambiamento che deve partire, oltre che dai piani più generali, anche e soprattutto dal livello più vicino e più prossimo ai cittadini, cioè quello locale.

È all’interno di questa prospettiva che nasce la lista “Cavriago comune”.
Come già avevamo scritto, una lista civica e di sinistra che trova radici nelle tradizioni migliori della nostra comunità: pace, democrazia, antifascismo, laicità, pieno riconoscimento nella Costituzione Italiana.
Una lista civica e di sinistra che muove dalla consapevolezza che non esiste futuro senza una forte volontà, individuale e collettiva, di determinare - a partire dal locale - un avanzamento sociale e una tenace difesa dei beni comuni a vantaggio dell’intera collettività.
Una lista civica e di sinistra che di fronte alla sopraindicata crisi dell’attuale modello di sviluppo, ritiene necessario sperimentare nel locale modelli economici con più pubblico e meno privato, più lavoro e meno profitto, più relazioni e meno consumi, più servizi a partire dal welfare municipale e dalla promozione di un’economia locale non invasiva per l’ambiente.
Una lista civica e di sinistra che vuole operare con forza sul piano culturale locale ponendosi l’obiettivo di aprire immaginari ed abbattere muri laddove, invece, la cultura delle destre punta ad alzare nuovi steccati e a gonfiare le vele di stereotipi razzisti e discriminatori che rievocano, puntualmente, oscuri presagi del passato.
Una lista civica e di sinistra che intende mettere al centro del proprio agire la democrazia, coinvolgendo e facendo partecipare attivamente i cittadini ai processi decisionali del governo locale, immaginando così tale tema come strumento imprescindibile di coesione sociale.
Una lista civica e di sinistra che tenta quindi di rappresentare e di costruire un “argine locale” alla crisi provando al contempo, attraverso nuove forme e modalità, a ricostruire il senso del termine “Politica”, riconnettendolo cioè ad una dimensione collettiva e riconsegnandolo ai cittadini come concreto strumento di emancipazione e liberazione.

È con questa consapevolezza, e anche con questo carico di responsabilità, che intendiamo affrontare la campagna elettorale e le elezioni amministrative dei prossimi 6-7 giugno. Dipenderà anche da noi, dal nostro esserci nei modi e nelle forme che assieme costruiremo all’insegna della solidarietà, dell’apertura verso la differenza, dell’onestà e della perseveranza, la salvezza della coesione sociale e delle condizioni di vita di tante persone.


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IL PERCORSO DI “CAVRIAGO COMUNE”: LA DEMOCRAZIA AL CENTRO

Il processo costitutivo di “Cavriago comune” rappresenta concretamente il nostro approccio ai temi della democrazia e della partecipazione dei cittadini. Nei mesi scorsi è stato realizzato un percorso innovativo aperto a tutti i cittadini finalizzato alla costruzione condivisa della lista “Cavriago comune”. Tale percorso è stato organizzato attraverso due passaggi coordinati: il primo ha riguardato la costruzione del programma, il secondo l’individuazione della “rappresentanza” (cioè la scelta dei candidati che compongono ora la lista).
Rispetto costruzione del programma sono stati organizzati quattro forum tematici:

  • cultura e democrazia (10 marzo);
  • servizi alla persona (17 marzo);
  • territorio e ambiente (24 marzo);
  • giovani (6 aprile).


Ad essi hanno partecipato oltre 150 persone, con una presenza rilevante di giovani e giovanissimi. È stata poi organizzata (domenica 29 marzo) una consultazione diretta dei cittadini - le “Primarie delle Idee”, uno strumento simile al referendum - su alcuni specifici temi, alla quale hanno partecipato oltre 100 persone. Contemporaneamente ai forum e alle “Primarie delle Idee” sono poi stati attivati altri strumenti di confronto con la cittadinanza, soprattutto nella dimensione web. In particolare è stato creato un blog -www.listacavriagocomune.blogspot.com - in cui è stato possibile continuare ed approfondire le discussioni effettuate all’interno dei forum e un profilo sull’ormai celeberrimo social network “facebook” che ha raggiunto le 450 amicizie.
Rispetto all’individuazione della “rappresentanza” sono state organizzate le “Primarie della Lista”, una pratica assolutamente nuova che non ha eguali in tutta Italia. Si è cioè chiesto a tutti i cittadini interessati di autocandidarsi - sia per il ruolo di sindaco che per quello di consigliere comunale - per rappresentare la lista “Cavriago comune” alle elezioni di giugno, registrando due candidati alla carica di sindaco e ventinove a quella di consigliere comunale. Rispetto queste autocandidature abbiamo quindi chiesto a tutti i cittadini di Cavriago di esprimere le proprie preferenze - attraverso le “Primarie della Lista” che si sono svolte il 25 e il 26 aprile – e di scegliere quindi i candidati da mettere formalmente nella lista elettorale. Le Primarie si sono rivelate uno straordinario momento di democrazia durante il quale 249 cittadini cavriaghesi hanno scelto con il loro voto il candidato sindaco e i 16 componenti della lista.


Al termine di questo lungo percorso che ha visto centinaia di cittadini partecipare prima alla definizione delle proposte programmatiche e poi, attraverso le Primarie, alla costruzione vera e propria della lista, “Cavriago comune” è così formalmente pronta per presentarsi oggi alle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno.



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LA PRIORITÀ IMMEDIATA: FAR FRONTE ALLA CRISI SOCIO-ECONOMICA

La crisi economica mondiale sta investendo profondamente anche Cavriago e i suoi effetti hanno già iniziato a manifestarsi anche qui con pesanti ricadute sul piano sociale. A maggio 2009 sono molte le aziende del nostro territorio che hanno lavoratori in cassa integrazione e diverse non hanno rinnovato il contratto a lavoratori interinali e parasubordinati.
Di seguito alcune proposte compatibili con le competenze del Comune - alcune più contingenti e immediate, altre di natura più strutturale - finalizzate ad un disegno organico locale per fronteggiare la crisi; esse verranno poi ulteriormente sviluppate nei successivi punti del programma.

AZIONI IMMEDIATE

  • ampliamento del fondo e della gamma delle azioni di sostegno economico alle famiglie che si trovano in difficoltà (riduzioni/esenzioni temporanee delle rette per l’asilo nido, scuole materne, servizi alla persona, trasporto e mensa scolastica);
  • aumento del fondo sociale per gli affitti;
  • istituzione, in accordo con gli istituti bancari, di un fondo di finanza sociale per chi non riesce a far fronte alle rate del mutuo sulla prima casa;
  • attivazione di un fondo di aiuto per le tariffe (gas, acqua);
  • attivazione, in accordo con il commercio, di progetti per la riduzione dei prezzi sui prodotti alimentari (ad esempio panieri con beni di prima necessità a prezzo concordato).


AZIONI DI SOLIDARIETÀ PER IL SOSTEGNO ALL’OCCUPAZIONE E ALLA PERCEZIONE DI REDDITO

  • impegno delle imprese a non procedere con riduzioni di personale nel periodo acuto di crisi; CIG a rotazione nelle imprese; per i lavoratori precari e delle piccole imprese studiare, in accordo con la Provincia, garanzie di erogazione della CIG o valore equivalente in previsione di una legge apposita;
  • massimo supporto alle funzioni del Centro per l’Impiego distrettuale per l’orientamento, la formazione e riqualificazione professionale al fine di sostenere i lavoratori nella ricerca di nuove opportunità di lavoro (rispetto a queste attività anche il CSL “La Cremeria” può svolgere un ruolo importante).


INVESTIMENTI PUBBLICI
Incrementare gli investimenti pubblici per l’avviamento della riconversione ecologica dell’economia e dei diritti di cittadinanza per servizi evoluti ed efficienti di welfare.

  • sul fronte ecologico: incentivazioni al recupero degli edifici; incentivi alla rottamazione degli edifici con elevata dispersione energetica; attivazione della raccolta differenziata “porta a porta”; progetti e attività per la riduzione degli imballaggi; contrarietà alla costruzione di un nuovo inceneritore favorendo al contempo le condizioni per la realizzazione sul piano provinciale di impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti; studio di un progetto organico per dotare gli edifici pubblici e privati di impianti per la produzione di energie rinnovabili; per i trasporti priorità all’analisi e alla realizzazione della metropolitana di superficie;
  • per il welfare: gestione pubblica dell’acqua attraverso una nuova società scorporata da Enìa quotata in borsa; promozione di nuovi modelli sovracomunali per la gestione dei servizi alla persona; contrarietà a processi di esternalizzazione dei servizi; contrasto a forme di precarizzazione del lavoro nei servizi;
  • investimenti per l’edilizia scolastica.


PROMOZIONE DI NUOVI STILI DI VITA
Azioni e progetti rivolti a tutti i cittadini per favorire lo sviluppo di un’economia solidale con l’obiettivo di promuovere e valorizzare i prodotti locali:

  • formazione e incentivi per la costituzione di Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS);
  • mercati a “chilometri zero”;
  • sensibilizzazione a consumi sostenibili.


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AUTONOMIA FINANZIARIA E POLITICHE FISCALI

Con la manovra estiva (legge Tremonti 133) e poi con la Finanziaria si è definito un taglio gigantesco agli enti locali che assumerà proporzioni ancor più grandi nei prossimi anni (tra il 2010 e il 2011 complessivamente meno 650 milioni per le Province e meno 6.510 per i Comuni); con questi numeri gli enti locali hanno avuto grande difficoltà a chiudere i bilanci annuali e pluriennali a meno di non voler subire un vero e proprio ricatto: tagliare i servizi per i cittadini, magari anche privatizzando beni pubblici, o uscire dal patto di stabilità, subendone le sanzioni successive. Si è consumato, insomma, con questi provvedimenti un gravissimo attacco all'autonomia finanziaria degli enti locali, che contrasta, peraltro, con la fretta demagogica con cui è stato approvato il disegno di legge-delega di Calderoli sul federalismo fiscale, senza aver prima definito le funzioni proprie dei Comuni e delle Province e la certezza dei diritti per tutti i cittadini. Si è delineata, in sostanza, una subordinazione della finanza degli enti locali alla finanza nazionale penalizzando gli investimenti e le scelte degli enti locali, soprattutto quando tali scelte rispecchiano i bisogni dei cittadini.
Sul piano generale riteniamo che un primo importante obiettivo sia quello di costruire un'iniziativa degli amministratori e dei cittadini per una radicale modifica dell'attuale configurazione del "patto di stabilità", prevedendone un allentamento soprattutto per quanto concerne la spesa sociale e gli investimenti, tenendo conto che il calo della produzione e dell'occupazione rende più drammatico il costo sociale di una politica di risanamento solo monetaria dei conti pubblici, rispetto all'esigenza di equità sociale e di rilancio dei consumi interni.
Come abbiamo già scritto in precedenza anche nel nostro Comune estese aree della popolazione e delle famiglie sono colpite profondamente dalla crisi. Riteniamo pertanto prioritario impostare una finanza locale nel segno della giustizia sociale e della progressività delle imposte locali e delle rette/tariffe relative ai servizi.
Sul piano della spesa corrente, nell’ottica di sostenere come priorità la spesa sociale, si dovranno quindi seguire alcuni criteri guida:
  • monitoraggio attento e costante delle situazioni economiche dei nuclei famigliari che accedono ai servizi comunali (che in questa fase di crisi subiscono repentini e inaspettati peggioramenti) finalizzato a pronte diminuzioni delle rette;
  • verifica e eventuale rimodulazione dell’attuale regolamento e del sistema ISEE vigente (Indice Situazione Economica Equivalente) con il fine di garantire equità e progressività nella partecipazione economica dell'utente in tutti i servizi (le fasce ISEE relative alle situazioni reddituali più forti, fascia massima, dovranno avvicinarsi al costo del servizio in modo da introdurre una sensibile differenza con la partecipazione al costo delle famiglie con redditi medio-bassi;
  • verifica del regolamento dell’addizionale IRPEF comunale;
  • ridurre al massimo le consulenze e gli incarichi, valorizzando le risorse interne all’ente, riducendo le progettazioni affidate all'esterno.


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DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA

L’impianto normativo che governa il sistema istituzionale dei Comuni inferiori ai 15.000 abitanti (come Cavriago) è maggioritario e fortemente incentrato nella figura del Sindaco che gode di ampio potere. Questo, a livello generale, ha prodotto una forma di centralizzazione e distacco dalla partecipazione alla vita politica dei cittadini, aggravata dalla riduzione ai minimi della presenza dei partiti un tempo centrali rispetto alla partecipazione politica (essi infatti erano il perno della vita politica e istituzionale, loro stessi erano “istituzioni”).
Pensiamo che, al fine di colmare questo gap tra “rappresentati” e “rappresentanti”, sia indispensabile sperimentare nella dimensione territoriale un nuova modalità di governo locale in grado di ridare protagonismo sociale ai cittadini. L’obiettivo di fondo che ci poniamo è quindi quello di realizzare, all’interno delle varie politiche dell’Amministrazione, un progetto organico di democrazia partecipativa in grado di mettere tutti i cittadini cavriaghesi nelle condizioni di poter partecipare alle scelte e alle decisioni pubbliche che li riguardano. Per fare ciò proponiamo l’attivazione dei seguenti strumenti partecipativi, molti dei quali già sperimentati con successo in diversi Comuni della provincia di Reggio Emilia:
  • per i grandi investimenti del Comune dovrà esserci un coinvolgimento attivo dei cittadini attraverso l’utilizzo del referendum. Esso, oltre che consultivo (come già ora previsto nello Statuto comunale), dovrà avere anche una sua declinazione propositiva e abrogativa. In tal modo il nostro Comune avrà a disposizione lo strumento di democrazia diretta più importante per confrontarsi con i cittadini sui grandi investimenti che potranno interessare il paese;
  • commissioni consiliari permanenti e temporanee aperte ai cittadini con relazione finale in Consiglio comunale e con diritto di parola da parte dei componenti delle stesse;
  • presenza in Consiglio comunale, con diritto di parola, di due rappresentanti delle comunità migranti presenti nel paese;
  • attivazione di una Comunità di Forum (temi: ambiente, cultura, giovani, etc.) aperti a tutti i cittadini, finalizzati all’elaborazione di specifici progetti;
  • rendicontazione annuale della complessità delle attività dell’Amministrazione attraverso il Bilancio Sociale, strumento che rende maggiormente comprensibile il Bilancio comunale ai cittadini;
  • sperimentazione del Bilancio Partecipativo;
  • attivazione, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo, del Consiglio Comunale dei Ragazzi (CCR) in cui i giovani possano essere in prima persona portatori dei propri interessi;
  • pubblicazione sul sito internet del Comune dei video del Consiglio Comunale e rimodulazione degli spazi su Paese Nostro a garanzia delle minoranze.


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URBANISTICA E TERRITORIO

Le ridotte dimensioni del nostro Comune (il più piccolo della provincia), la conseguente altissima densità abitativa (la più alta in provincia escluso il Comune capoluogo), indicano che non è più possibile continuare a costruire in modo intensivo, così come si è fatto negli ultimi anni. Il territorio non è una risorsa inesauribile, sacrificabile al concetto di “crescita infinita”.
In merito alla pianificazione territoriale proponiamo pertanto una svolta netta attraverso tre linee di indirizzo:

  • la revisione degli attuali strumenti urbanistici per tentare un contenimento dell’edificazione e in ogni caso una diluizione nel tempo degli interventi previsti;
  • l’attuazione dell’opzione “zero consumo di territorio”, prevedendo, con accordi tra le parti, la possibilità di sottrarre aree all’edificazione, per ridestinarle a verde pubblico o privato;
  • il recupero dell’esistente e delle aree di maggiore degrado urbanistico già edificate, senza aumenti ingiustificati di superficie, valorizzando gli elementi architettonici e urbanistici tipici del nostro territorio. A tal fine si potranno prevedere agevolazioni da parte del Comune per “stimolare” questi interventi.


Intendiamo difendere ciò che resta del centro storico (Piazza Zanti e dintorni), mettendo al riparo da ogni tentazione edificatoria intensiva aree particolari quali:

  • ex Bocciodromo Coop: occorre aprire un fermo e serrato confronto con la proprietà proponendole, oltre alla sede della banca, la possibilità di una limitata possibilità edificatoria. Per la restante parte pensiamo ad una riconversione a spazio verde di uso pubblico;
  • ex Mulino Avanzi: siamo per la difesa rigorosa dell’impianto architettonico esistente consentendo un qualificato intervento di recupero e ristrutturazione dell’opificio senza impropri ampliamenti o demolizioni.


Un altro ambito che merita particolare attenzione è l’ex Macello comunale (via XX Settembre), un bellissimo esempio di archeologia industriale di inizio ‘900, ora in grave stato di abbandono, che può invece essere recuperato per un uso economico-sociale a favore della comunità.

Per quanto riguarda l’area industriale di Corte Tegge occorre interrompere ogni possibilità di una sua ulteriore espansione; siamo favorevoli, senza appunto superare i confini attuali complessivi dell’area, a possibili demolizioni e ricostruzioni per adeguamenti a mutate esigenze produttive e ad ampliamenti fisiologici dell’esistente. Occorre concordare con tutte le proprietà della zona la costituzione di una cortina verde alberata lungo tutto il perimetro dell’insediamento. Siamo per una Corte Tegge più funzionale, più bella, più moderna, più conforme ad una visione contemporanea di insediamento industriale, nell’interesse di chi lì ci vive, ci lavora e delle imprese stesse lì insediate.


VIABILITA’ E TRASPORTI
Un argomento delicato è importante per ogni Comune è quello della viabilità, in particolare per un paese molto piccolo come il nostro, con alcune strade del centro storico molto strette e spesso sacrificate alle esigenze degli automobilisti. Automobilisti, d’altro lato, costretti oggi ad un affrontare un vero e proprio percorso ad ostacoli per raggiungere un qualsiasi punto del paese o per entrare/uscire da esso, come spesso ovviamente richiede l’attività lavorativa. Abbiamo usato la parola “ostacoli” non a caso: alcuni dossi attuali sembrano più delle pericolose barriere che non dei moderatori di velocità. La moderazione del traffico non dovrà più essere declinata attraverso l’istallazione di attraversamenti rialzati, costruiti con singolari interpretazioni e pretese sul loro funzionamento. Dovrà bensì essere frutto di una pianificazione a lunga durata, con un passaggio da interventi architettonici intensivi ad un approccio di progetto più ingegneristico. La moderazione del traffico è uno strumento e non un fine, le finalità sono sempre la convivenza fra le componenti di traffico e la riqualificazione urbana e ambientale. Occorrono interventi per una maggior fruibilità dello spazio stradale, equa ridistribuzione trasversale, maggior protezione dell’utenza debole, percorsi differenziati pedoni e ciclisti. Rallentatori come dossi o attraversamenti pedonali rialzati non devono essi stessi creare rischi o disagi per i veicoli che li superano alla velocità prestabilita, tali soluzioni dovranno essere riconfigurate e tolte dalle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per i servizi di soccorso o di pronto intervento. Le soluzione per la riduzione della velocità dovranno incentrarsi sul condizionamento visivo per destare attenzione, tali dispositivi sono consuetudine per chi viaggia all’estero e possono essere: segnaletica a messaggio variabile, semafori con rilevatore di velocità, segnali luminosi, portali di ingresso all’ingresso del Paese e rallentatori ottici. Altre soluzioni altrettanto efficaci sono i cuscini berlinesi, chicane con restringimenti di carreggiata e zone 30 per gli ambiti residenziali.

Riteniamo comunque indispensabile dare un quadro organico allo sviluppo di altre forme di mobilità. L’attuale rete di piste ciclopedonali si è sviluppata in modo disordinato, senza un quadro unitario. Le piste sono scollegate l’una dall’altra, e non arrivano nei centri nevralgici del paese. In particolare aiuterebbe molto, per alleggerire il traffico e diminuire l’inquinamento, una pista ciclabile che colleghi il paese con l’area industriale di Corte Tegge, possibilmente non a ridosso delle attuali strade. Ugualmente urgente è un collegamento tra il centro e il quartiere di Via Martiri della Bettola, oggi isolato (e ribattezzato pertanto da chi ci abita “quartiere Sardegna”) per l’interposizione della ferrovia. Un altro asse che potrebbe essere completato è quello nord-sud, per il quale si può sfruttare il Parco del Rio, che già si dilunga su questa linea. Da questo asse devono però partire collegamenti laterali per il raggiungimento sia di strutture pubbliche (Municipio, Palazzetto dello Sport, cimitero, etc.) che private (centri commerciali, negozi, quartieri). Le piste ciclopedonali non devono esistere solo per lo svago, ma diventare una vera alternativa ai mezzi inquinanti per le attività più comuni. Tutte le piste ciclopedonali, sia quelle esistenti che quelle di prossima realizzazione, devono essere poste in completa sicurezza ed essere perfettamente fruibili dai soggetti con problemi di mobilità (anziani, diversamente abili).

La creazione di un’organica rete ciclopedonale consentirebbe l’attivazione di nuove forme di viabilità collettiva sostenibili, come il Bicibus e il Pedibus, già attivi ad esempio nel Comune di Reggio Emilia. Si tratta di scolari che si recano e tornano da scuola a piedi o in bicicletta accompagnati da genitori volontari (oppure nonni, insegnanti) attraverso percorsi stabiliti, con tanto di fermate intermedie e capolinea.

Sempre in tema di trasporti e viabilità, è imperativo potenziare l’attuale sistema del trasporto pubblico “da” e “per” il Comune capoluogo. Occorre sollecitare l’ACT affinché aumentino le corse del treno Reggio-Ciano (verifica dello stato dell’arte e sostegno alla realizzazione della Metropolitana di Superficie) e studiare la possibilità di un collegamento con mezzo pubblico tra il centro di Cavriago e la Via Emilia, passante per Corte Tegge, in modo da collegarsi alla rete urbana del trasporto pubblico (Bus urbano linea 2 S.Ilario-Reggio Emilia); e/o ampliare la rete urbana del capoluogo affinché arrivi direttamente a Cavriago.

In ultimo proponiamo la sperimentazione del Car sharing (auto condivisa), ovvero l’acquisto da parte del Comune di una o più auto, elettriche o a metano, noleggiabili dai cittadini che ne fanno richiesta. Il servizio è molto utile per i cittadini che fanno uso solo sporadico dell’auto, o per le famiglie che non vogliono acquistare un secondo mezzo, o anche solo per quando il mezzo principale è inutilizzabile per qualsivoglia motivo. Il cittadino è così sgravato da tutte le incombenze relative all’auto (controlli, pagamenti bollo e assicurazione, etc.), mentre la collettività ci guadagna in quanto diminuiscono le auto sulle strade, e utilizzano auto con combustibili meno nocivi per l’ambiente.

LA CURA DEL PATRIMONIO ESISTENTE
Vorremmo che la prossima legislatura si caratterizzasse anche per un approccio che dia l’importanza che merita al tema della manutenzione ordinaria. Un approccio che privilegi la sobrietà, che metta al centro la cura dell’esistente (strutture e uffici comunali, edifici scolastici, palestre e impianti sportivi, strade, parchi e verde pubblico, illuminazione, ecc.) a discapito dell’orientamento che spesso caratterizza molte amministrazioni, cioè quello del “fare”, del realizzare continuamente opere pubbliche mettendo in secondo piano la “custodia” di quello che già esiste. A tal proposito proponiamo di reinternalizzare molte delle attività di manutenzione ordinaria (che ora vengono appaltate a ditte esterne) attraverso la costituzione di una società partecipata al 100% dal Comune di Cavriago. Questo produrrebbe maggiore efficacia/efficienza nella gestione dei servizi e tempi più celeri nel rispondere ai bisogni (e alle emergenze) dei cittadini.



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AMBIENTE

Il tema dell’ambiente non può essere svincolato dall’urbanistica; per quanto riguarda quindi il rapporto “pianificazione territoriale - tutela ambientale” ribadiamo le proposte fatte nel capitolo relativo all’urbanistica anche sulla scorta di un dato particolarmente significativo: nell’ultimo quinquennio il verde urbano pubblico a uso ricreativo e ad accesso libero pro-capite è diminuito (da 30,97 mq a 30,83 mq) a causa dell’aumento demografico, ed è destinato a diminuire ulteriormente con l’avvio di importanti comparti (Pratonera e Roncaglio in primis) dove saranno costruiti centinaia di nuovi alloggi.

Rispetto alla tutela ambientale occorre mettere in campo un progetto organico teso ad una vera e propria “rivoluzione verde”, in grado di interessare vari ambiti pubblici e privati che vanno dall’economia locale agli stili di vita delle persone. La divulgazione e la produzione di cultura e di educazione ambientale deve diventare azione irrinunciabile nelle attività dell’Amministrazione.

RIFIUTI
Particolare attenzione sarà posta al tema dei rifiuti attraverso il perseguimento di tre obiettivi:

  • la loro riduzione (con particolare riferimento agli imballaggi);
  • il potenziamento della raccolta differenziata;
  • il completamento della filiera del “recupero-riciclo-riuso” del “bene rifiuto”.


Il raggiungimento di tali obiettivi è finalizzato a contribuire a non realizzare nuovi inceneritori sul territorio provinciale.

Alcune azioni concrete che proponiamo:

  • realizzazione di fontane pubbliche per l’erogazione di acqua potabile liscia o frizzante;
  • attivazione di distributori di latte fresco alla spina e di distributori di detersivi alla spina;
  • sperimentazione di un progetto di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta;
  • creazione di isole ecologiche di quartiere;
  • sostegno ad un progetto sovracomunale, possibilmente a livello di Val d’Enza, per la creazione di un impianto per il “Trattamento meccanico-biologico” (TMB); si tratta di una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati (e/o avanzati dalla raccolta differenziata) che sfrutta l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali la digestione anaerobica e il compostaggio.


ACQUA
Esprimiamo una netta contrarietà a processi di privatizzazione di beni comuni e fondamentali come l’acqua. L’acqua è un bene da tenere fuori da ogni logica mercantile, è il bene comune per eccellenza, più importante del petrolio. Nulla può sostituire l’acqua nella vita delle persone. Si dovrà lavorare per verificare la possibilità di riportare l’acqua, non solo le reti, nella piena disponibilità pubblica.

ENERGIA
Esprimiamo netta contrarietà verso il progetto del governo nazionale di costruire nuove centrali nucleari.
Proponiamo, nell’ottica di contribuire a sviluppare e diffondere le energie rinnovabili, l’attivazione presso il Comune di uno sportello energia al servizio dei semplici cittadini, delle imprese del territorio, delle imprese di costruzione, degli artigiani, degli amministratori condominiali, degli operatori commerciali, dei professioni e delle associazioni. Lo sportello fornirà a tutti questi soggetti informazioni sulle tecnologie esistenti, sui finanziamenti e incentivi disponibili, sulle leggi in materia di risparmio energetico e produzione di energia alternativa.
Esistono infatti diverse forme di produzione energetica alternativa:

  • energia solare termica;
  • energia solare fotovoltaica;
  • mini eolico;
  • caldaie a biomasse;
  • geotermico a bassa temperatura.


L’Amministrazione non deve però limitarsi ad informare i cittadini (anche se l’informazione consente in alcuni casi un reale risparmio economico attraverso sgravi fiscali e finanziamenti) ma deve essere anche soggetto attivo. Intendiamo sperimentare un progetto simile a quello già realizzato nel Comune di Provaglio d’Iseo (BS), il “Fotovoltaico Facile”, cioè l’installazione gratuita (senza spese per i cittadini) di un numero definito di pannelli fotovoltaici sui tetti delle abitazioni di alcuni nuclei famigliari in base alla loro richiesta e all’idoneità dell’edificio. L’energia prodotta dall’impianto rimarrebbe proprietà dell’azienda che installa l’impianto per 20 anni. Durante questo periodo il cittadino risparmia pagando solo metà bolletta. Allo scadere dei 20 anni l’impianto diventa di proprietà del cittadino.

STILI DI VITA
Occorre promuovere i prodotti locali in un’ottica di filiera corta attraverso:

  • mercati mensili a “km zero” (cioè con prodotti di aziende locali);
  • attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza finalizzate alla creazione di Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS).


Questo consentirebbe di ottenere molteplici effetti positivi sul territorio, quali:

  • la valorizzazione delle aziende locali esistenti e uno “stimolo” alla nascita di nuove aziende;
  • la diffusione dei concetti di “biologico” e del “mangiare sano”;
  • la creazione di nuove opportunità per le relazioni sociali mettendo al centro le persone e l’idea di un consumo critico;
  • la riduzione effettiva del trasporto su gomma di merci.


IL VERDE
Tra il 1950 e il 1980 sono stati abbattuti diversi alberi, con la perdita della biodiversità sia nella flora che nella fauna, e negli anni successivi fino ad oggi nessuno è riuscito a rimediare significativamente a questa perdita. Gli alberi sono anche degli enormi depuratori atmosferici che abbattono i microinquinanti e i macroinquinanti come la CO2 che causa il riscaldamento terrestre. Proponiamo pertanto:

  • piani e opere di piantumazione e ripiantumazione, con la creazione di boschi urbani (ad esempio riforestando le sponde del Rio di Cavriago e creando un bosco integrale sul terreno pubblico nella zona dell’ex Macello);
  • la riscoperta e la pulizia di angoli verdi di territorio (ad esempio il boschetto di Rio Valle);
  • la protezione totale del verde pubblico (anche attraverso la società del Comune per la manutenzione ordinaria descritta in precedenza) e la salvaguardia di quello privato;
  • la rinaturazione e difesa del territorio e dell’ecosistema pedecollinare, anche con rigidi piani di vincolo;
  • la creazione di una cintura verde intorno a Corte Tegge.



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WELFARE

La tipologia, i soggetti interessati, la quantità e la qualità dei servizi sociali sono caratteristiche e indicatori che esprimono plasticamente, all’interno di un territorio, l’approccio e la sensibilità che la politica locale mette in campo per contrastare/governare i processi di povertà, di degrado sociale, di emarginazione o marginalizzazione.
Sul piano generale la crisi del welfare nel nostro paese, non è legata ai fantasmi dell’insostenibilità della “spesa pubblica” - tesi avvalorata e sostenuta dalle semplificazioni concettuali del “welfare liberistico” che la destra tenta di instaurare propinando palliativi inefficaci come quelli della “social card” - ma è una crisi endemica al sistema italiano. Il nostro welfare ha consolidato in primis un modello previdenziale e, conseguentemente selettivo categoriale, garantendo l’accesso al godimento di alcuni diritti e/o prestazioni in base alla categoria di appartenenza, e non per universalismo di cittadinanza. I bambini sono “scolari”, i ragazzi “studenti”, le donne “madri” e “mogli”, gli anziani “pensionati”, i disabili “diversamente abili”, ecc.; in buona sostanza un modello per categorie sociali di appartenenza, ognuna delle quali titolare di diritti esclusivi e di doveri essenzialmente economici che hanno prevalso e condizionato lo sviluppo di una giustizia diffusa, ed anche una coscienza del dovere civico, e dell’appartenenza sociale. Questa frantumazione categoriale è in parte riscontrabile nella crescente debolezza dell’identità sociale, laddove i desideri/bisogni collettivi sono la semplice sommatoria di quelli individuali. Ricomporre un’identità unitaria della società - nel nostro caso di una comunità locale, obiettivo centrale della nostra proposta programmatica - passa anche attraverso un superamento di questa verticalità categoriale del welfare: occorre socializzare diritti e doveri in una ricomposizione universalmente identitaria dei disagi/problemi, promuovendo la coscienza che il godimento dei diritti lesi ad una categoria socialmente più debole o vulnerabile è un patrimonio e una conquista di civiltà che realizza l’appartenenza di tutti ad una società più giusta, libera e civile. Per realizzare questi obiettivi occorre promuovere partecipazione ed inclusione; diritti e doveri sono il patto fondante la coscienza di una cittadinanza attiva, che consente di identificarsi e re-identificarsi con il proprio territorio. Essere sul e nel territorio, trasmettere una nuova cultura della partecipazione, attivare strumenti di confronto e di indagine permanenti con le altre agenzie sociali presenti deve essere il nuovo orizzonte dell’ente più prossimo ai cittadini - cioè il Comune - per trasformare le molteplici “identità di individui” in “identità di cittadini”.
Nell’ottica di ripensare il nostro modello di welfare locale - soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo vivendo - immaginiamo quindi un Comune (o più Comuni nella logica distrettuale della dimensione sovracomunale) che non sia solo “erogatore di servizi”, ma anche “promotore” di nuovi spazi, collaborazioni e relazioni con tutti gli attori sociali del territorio in modo da co-costruire con essi una vera e propria “rete sociale” in grado, oltre che di far fronte ai vecchi bisogni, anche di anticiparne i nuovi programmando risposte e progetti complessi che non abbiano solamente natura emergenziale.
Un welfare locale nuovo e pubblico, la cui filosofia sinergica e inclusiva di tutti i soggetti del terzo settore intende trasformare il ruolo dell’utente da soggetto passivo a co-costruttore dei propri servizi.

INDAGINE, PROGRAMMAZIONE E VALUTAZIONE

  • attivazione di una permanente “indagine sociale” sul territorio, attraverso la creazione di specifici “tavoli sociali” (nei quali coinvolgere altri soggetti pubblici e privati, associazioni del volontariato, parrocchia e singoli cittadini), finalizzata all’analisi attenta e costante dei vecchi bisogni e all’emersione delle nuove criticità sociali e delle nuove povertà;
  • valutazioni partecipate dei servizi erogati ad opera degli utenti, attraverso le competenze interne dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico.


I SOGGETTI


Anziani autosufficienti

  • potenziamento della loro partecipazione sociale attraverso la valorizzazione delle loro esperienze/competenze di vita e di lavoro (banca del tempo, attività di manutenzione e riuso dei materiali “recuperabili” depositati nell’isola ecologica);
  • nuove attività ricreative e culturali all’interno del Circolo Cavriaghese.


Anziani non autosufficienti

  • consolidamento dei servizi residenziali della Casa protetta;
  • potenziamento dei servizi domiciliari e del sostegno alle famiglie per favorire appunto la “domiciliarità” (ad esempio attraverso attività di formazione, tecniche di base, per i figli che hanno genitori anziani non autosufficienti);
  • progetti formativi per le badanti (utilizzando le competenze e la struttura del CSL “La Cremeria”).


Diversamente abili

  • continuità e potenziamento - nell’ottica del perseguimento della piena cittadinanza sociale e della completa tutela dei diritti delle persone diversamente abili - di tutte le attività/progetti attivati in questi anni che hanno fatto di Cavriago un Comune innovatore e pionieristico, soprattutto grazie all’enorme lavoro che in questo senso svolgono le associazioni di volontariato, rispetto al tema delle diverse abilità;
  • diritto alla casa: occorre accentuare con forza politiche abitative estensive degli standards di agibilità e fruibilità. La casa è il luogo di trasformazione biologica dell’individuo, pertanto vanno imposti, anche nei regolamenti comunali, vincoli progettuali, antropometrici ed ergonomici, in grado di accogliere possibili disabilità, anche con l’obiettivo di ridurre nel tempo la destinazione di notevoli risorse finanziarie per eliminare la barriere architettoniche;
  • attuazione concreta del progetto “Perché No?” (progetto che prevede la gestione diretta di un’attività pubblica di ristorazione da parte dei cittadini diversamente abili) utilizzando i locali del CSL “La Cremeria”.


Migranti

  • potenziamento dei servizi già attivi a livello distrettuale e a livello comunale (Centro per le Famiglie, mediazione sociale e culturale, corsi di alfabetizzazione, ecc.).
  • attività culturali e iniziative sociali (feste) finalizzate al coinvolgimento attivo dei cittadini migranti;
  • sperimentazione dei consiglieri consultivi nel Consiglio comunale (eletti direttamente dai cittadini migranti) in attesa di un’auspicabile legge nazionale che finalmente consegni a questi cittadini la possibilità del voto amministrativo.


LA CASA
Il diritto alla casa e all’abitare è un diritto fondamentale del quale spesso i soggetti più deboli (in particolare giovani e migranti), anche nel nostro territorio, sono purtroppo privati perché impossibilitati a far fonte economicamente, sia rispetto all’acquisto che all’affitto, ai prezzi di mercato.
In riferimento all’Edilizia Residenziale Pubblica siamo assolutamente contrari al suo smantellamento; essa va risanata e incrementata in antitesi con la proposta del governo nazionale di vendere tutto il patrimonio pubblico (peraltro proprietà dei Comuni).
Pensiamo che a Cavriago occorra attivare immediatamente un progetto organico finalizzato a far assumere al Comune un ruolo centrale per rispondere al bisogno abitativo, attraverso:

  • maggiori quote di ERS (Edilizia Residenziale Sociale) nei nuovi insediamenti in riferimento ad un piano di alloggi ad affitto calmierato per le fasce economicamente svantaggiate;
  • un progetto, anche in collaborazione con l’Acer provinciale, che aiuti e faciliti l’incrocio tra domanda e offerta abitativa a canoni calmierati;
  • un aumento degli stanziamenti per il Fondo Sociale, che rimane una misura d’emergenza necessaria in attesa di politiche strutturali contro il disagio abitativo;
  • sperimentazione di un progetto di autocostruzione associata attraverso il quale, sulla scorta di numerose esperienze italiane anche emiliane, è possibile perseguire un duplice obiettivo: da un lato la realizzazione di alloggi a basso costo, dall’altro l’attivazione di pratiche efficaci di integrazione e coesione sociale.
  • Sperimentazione di un progetto di co-housing, comunità che combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini...) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale. Tipicamente consistono in un insediamento di 20-30 unità abitative, per famiglie e single, che si sono scelti tra loro e hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato” per poi dar vita – attraverso un processo di progettazione partecipata - alla realizzazione di un ‘villaggio’ dove coesistono spazi privati (la propria abitazione) e spazi comuni (i servizi condivisi).


AMBIENTE E SOCIALE
Oltre a tutta l’enorme tematica dell’inquinamento e delle politiche ambientali, dobbiamo nella relazione “ambiente-sociale” porre al centro l’uomo. Partendo dai nuovi approdi dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), che con l’ I.C.F. (Classificazione Internazione del Funzionamento, della Disabilità e della salute), “ha superato” la vecchia nozione di handicap indicando la lettura del benessere di ogni singola persona nella relazione intercorrente fra lo stato di salute individuale e l’ambiente in cui vive. Pertanto ogniqualvolta si “pensa” all’ambiente e agli interventi per garantirne il godimento da parte di tutti, dobbiamo ribadire con forza che al centro di qualsiasi idea progettuale o realizzativa dobbiamo considerare la possibilità dell’utenza debole (bambini, disabili temporanei o permanenti, anziani, donne incinta) di fruirne in sicurezza e autonomia.

ALTRI PROGETTI

  • sostegno e progetti specifici per le famiglie monogenitoriali;
  • attivazione di un piano di azioni di contrasto alla violenza contro la donna;
  • attivazione di servizio/sportello (anche telefonico) in grado di dare informazioni in merito a pericoli di truffe;
  • sostegno al progetto “Telefono Amico” (realizzato dai volontari Auser di Cavriago e finalizzato all’aiuto di anziani soli) attraverso la messa a disposizione di un mezzo di trasporto adeguato;
  • nuove attività finalizzate alla risocializzazione degli spazi pubblici (piazze, parchi, ecc.) finalizzate a riportarli alla dimensione di “luoghi di appartenenza” (coinvolgendo nell’individuazione degli spazi, nella progettazione delle attività e nella loro gestione successiva tutti i cittadini potenzialmente interessati).



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SCUOLA

Il complesso sistema dell’educazione, dell'istruzione e della formazione è la risorsa fondamentale per la crescita di ogni comunità locale. Tutti gli ordini e i gradi educativi e scolastici vanno consolidati e valorizzati come centri di promozione umana e culturale, di aggregazione sociale e di partecipazione democratica.
Di fronte all'attacco alla scuola pubblica, attuato in questi anni dai governi di centro-destra (prima con la “riforma Moratti” e adesso con la “Gelmini”) attraverso tagli finanziari e di personale, che rischiano di produrre una dequalificazione dell'offerta, nuove discriminazioni sociali, una demotivazione degli insegnanti e uno svuotamento dell’autonomia, consideriamo fondamentale sostenere il ruolo essenziale e imprescindibile della scuola pubblica.

ASILI E SCUOLE DELL’INFANZIA
Nei servizi educativi (nido e scuole dell’infanzia) l'obiettivo prioritario è quello di eliminare progressivamente le liste d'attesa attraverso:

  • la costruzione della nuova scuola dell’infanzia “I Tigli” - che in questa fase di progettazione contiene “solo” le attuali strutture di Via De Amicis e di Bassetta per un numero complessivo di cinque sezioni - verificando la possibilità di un suo ampliamento a 8 sezioni in grado di accogliere anche nuovi spazi per il nido;
  • un nuovo modello gestionale dei servizi che preveda la loro messa in rete - a livello sovracomunale, all’interno dell’Unione dei Comuni “Val d’Enza” - in modo da facilitare l’incrocio domanda/offerta attraverso collaborazioni e sinergie con i Comuni limitrofi. Riteniamo fondamentale verificare questa ipotesi con le altre amministrazioni della Val d’Enza in modo da perseguire obiettivi complessivi di razionalità ed efficienza economica probabilmente raggiungibili (anche in un’ottica di sviluppo dell’Unione dei Comuni non ci pare molto ragionevole, ad esempio, costruire una nuova struttura per i servizi educativi a Barco e un’altra a poche centinaia di metri nella zona di Roncaglio senza che ci sia una prospettiva comune tra le varie amministrazioni in merito alla realizzazione degli spazi e alle modalità gestionali).


SCUOLA DELL’OBBLIGO: SUBITO TRE GRANDI QUESTIONI DA AFFRONTARE
La legge 133 dell'agosto scorso ed il famigerato “decreto Gemini” - attraverso un forte taglio delle risorse da destinarsi proprio alla scuola dell'obbligo - hanno apportato diverse novità per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria di primo grado, nonché nella scuola secondaria per la quale sono previste notevoli modifiche e accorpamenti tra indirizzi.
Considerate, in termini quantitativi, le imminenti criticità degli attuali spazi scolastici derivanti dall’incremento demografico verificatosi negli ultimi anni nel nostro Comune e considerata la nuova normativa nazionale (Gelmini) che prevede un innalzamento del numero di alunni per classe nei prossimi anni, la prima questione che dovrà essere affrontata è quella relativa agli spazi scolastici. Il Comune, in stretta collaborazione con l’Istituto Comprensivo, dovrà attivarsi immediatamente per realizzare un’analisi/valutazione di tutte le strutture pubbliche di sua proprietà (in particolare riferimento al comparto Cremeria e alla scuola dell’infanzia “I Tigli”), finalizzata ad un progetto organico di lungo periodo di riorganizzazione degli spazi destinati e da destinare alle attività scolastiche.
La seconda riguarda il tempo scuola ridotto dalla Gelmini con la riduzione dell'orario scolastico alla scuola primaria, la sostanziale scomparsa del tempo prolungato, il tentativo di limitare le classi a tempo pieno, in un momento in cui continua a crescere la richiesta di un tempo scuola più lungo, date le difficoltà che hanno genitori che lavorano a gestire l'attività scolastica pomeridiana dei figli. È invece ormai evidente la richiesta di orari più lunghi e dovrà essere il Comune a farsi carico di ciò, senza che questo si ritorca in un aumento di costi a carico delle famiglie stesse.
Terza questione: la riduzione del numero degli insegnanti e delle compresenze comporterà una riduzione di ore a disposizione delle istituzioni scolastiche, ore che oggi vengono usate per attività di recupero per gli alunni più in difficoltà o per corsi di alfabetizzazione per alunni stranieri. La promozione di politiche mirate all'inserimento di studenti stranieri dovrà avvenire anche attraverso l'organizzazione di funzioni di mediazione culturale. Dovrà essere il Comune, all'interno dei Piani per il diritto allo studio, a fornire risorse alla scuola perché questa possa continuare ad effettuare gli interventi nei confronti dei ragazzi che hanno maggiori necessità, prestando particolare attenzione anche all'integrazione dei soggetti diversamente abili.

PROGETTI E ATTIVITÀ
In un’ottica educativa, di formazione civica e di piena cittadinanza sociale di tutti i bambini proponiamo una serie di progetti e attività da attivare in collaborazione con l’Istituto Comprensivo:

  • il Consiglio Comunale dei Ragazzi;
  • percorsi di educazione ambientale e sugli stili di vita;
  • tragitti casa-scuola sostenibili attraverso la sperimentazione del Bicibus e del Pedibus;
  • progettazioni partecipate con i bambini degli spazi relativi alle loro attività scolastiche e ricreative.



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LA FORMAZIONE

IL RUOLO DELLA FORMAZIONE
La formazione professionale è certamente una delle principali misure che possono essere messe in campo per contrastare la crisi. Pensiamo che realizzare azioni formative in grado di favorire lo sviluppo delle competenze di persone espulse dal mercato del lavoro sia fondamentale per consentirne il reinserimento lavorativo e quindi l’uscita da difficili e problematiche situazioni economiche e sociali.
Allo stesso modo riteniamo la formazione una delle leve strategiche per l’uscita dalla crisi attuale. Crediamo che per favorire la riconversione dell’economia verso un modello di sviluppo ecologico e sostenibile occorra favorire lo sviluppo delle competenze degli operatori dei settori produttivi esistenti e sostenere oggi lo sviluppo di nuove professionalità in grado di operare domani in mercati innovativi e d’eccellenza.
Perché si realizzi un proficuo incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro, verso la piena occupazione, e si sviluppino, anche nel nostro territorio, nuovi ed innovativi settori produttivi, sono necessarie: relazioni strettissime con il sistema produttivo per poterne interpretare le esigenze, una forte collaborazione con il Centro per l’Impiego distrettuale per analizzare l’offerta e un monitoraggio puntuale delle opportunità di finanziamento offerte dagli Enti Locali.
In quest’ottica il Centro Studio e Lavoro “La Cremeria” srl rappresenta, oggi più che mai, una risorsa strategica fondamentale per il territorio del nostro Comune così come per l’intera Val d’Enza.

IL CENTRO STUDIO E LAVORO “LA CREMERIA”
Il CSL “La Cremeria” - la società di formazione professionale di cui il Comune di Cavriago è socio di maggioranza - opera, da oltre 20 anni, in diversi ambiti: nella formazione degli operatori e nell’innovazione dei processi della Pubblica Amministrazione, nello sviluppo delle competenze di persone occupate e nel sostegno all’occupazione di persone disoccupate. Il Centro sviluppa la propria attività accendendo a bandi pubblici provinciali, regionali, nazionali ed europei e possiede internamente le competenze necessarie per la progettazione e la gestione di attività formative o consulenziali complesse ed articolate. In questo senso riteniamo fondamentale investire sul ruolo effettivo che il CSL “La Cremeria” ha nel territorio, lavorando con gli altri Comuni per favorirne l’ingresso nell’Unione dei Comuni “Val’Enza”, affinché diventi un punto di riferimento per tutto il distretto in riferimento alla formazione e allo sviluppo degli enti locali, delle imprese e delle persone. Riteniamo che la creazione di un unico polo a livello di distretto per il coordinamento e lo sviluppo di queste attività, che collabori in modo continuativo con gli altri attori del territorio (aziende, enti locali, nuclei territoriali, associazioni, Centro per l’Impiego, scuole…) e sia quindi in grado di attrarre finanziamenti ai vari livelli istituzionali, rappresenti una formidabile e strategica opportunità di sviluppo per tutta la Val d’Enza verso la piena occupazione e verso un nuovo tipo di economia sostenibile.
Riteniamo inoltre importante sviluppare diverse attività di formazione permanente rivolte ai cittadini di Cavriago, in particolare per quanto riguarda le competenze informatiche necessarie per l’utilizzo di internet e per quanto riguarda la conservazione e/o il recupero della memoria storica relativamente alla cucina tipica locale. In tal senso pensiamo di realizzare corsi di alfabetizzazione gratuiti per i cittadini durante i quali illustrare i servizi on-line offerti dalla pubblica amministrazione e corsi di cucina serali per principianti durante i quali trasmettere la grande tradizione culinaria locale.
Nel prossimo quinquennio, sarà nostro obiettivo dare piena realizzazione al progetto “Perché No?”, attività che prevede la realizzazione di un ristorante gestito da persone diversamente abili, utilizzando, con frequenza da definire, i locali cucina e ristorante del Centro Studio e Lavoro “La Cremeria”.
Infine riteniamo che in Centro debba divenire, attraverso azioni di sensibilizzazione nelle scuole medie e superiori del distretto, un luogo dove i giovani possano incontrarsi, informarsi e chiedere consulenze per la progettazione e la realizzazione di attività specifiche, sfruttando cosi le opportunità ad essi rivolte dal programma “Gioventù in Azione” che mette a disposizione risorse economiche per scambi culturali all’estero, realizzazione di progetti nel territorio e sviluppo di azioni per favorire la partecipazione dei giovani alla vita democratica.



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CULTURA

La storia di Cavriago è, da sempre, una storia fatta di vivacità culturale e politica, figlia di una lunga tradizione che affonda le proprie radici nella “narrazione” storica prodotta dal movimento operaio e della sinistra nel secolo scorso.
Il nostro è un paese che ha conosciuto un dibattito politico e culturale con pochi riscontri in ambito provinciale e che ha contribuito in modo determinante alla formazione di una comunità coesa e capace di guardare sempre oltre il presente, sfidando il futuro con intelligenza, coraggio, immaginazione e capacità d'innovazione.
La Biblioteca comunale prima, il Centro Culturale poi, il Cinema Teatro Novecento coi suoi soci e volontari, i Laboratori di produzione culturale e artistica, la ludoteca, sono il frutto di un lungo percorso compiuto da chi ha voluto e saputo arricchire nel tempo l'offerta culturale rivolta non solo alla nostra comunità: è grazie a quelle donne e a quegli uomini se a Cavriago esiste da sempre una particolare sensibilità verso la fruizione dei servizi culturali e verso le espressioni artistiche.
A livello globale ed in particolare a livello nazionale la deculturizzazione e la spoliticizzazione avanzano a passi da gigante. Il trionfo della grande distribuzione e della televisione svuotano surrettiziamente la cittadinanza creando un secondo popolo quasi invisibile e senza voce, facilmente manipolabile da un potere mediatico senza scrupoli. Queste evoluzioni hanno aperto la strada a una classe politica populista che ha nel nostro Paese, dove l’informazione è totalmente asservita al Presidente del Consiglio, la sua rappresentazione più illuminante a livello mondiale.
È nei territori, nei Comuni che si gioca quindi una partita determinante per il futuro; proprio a livello culturale è necessario mettere in campo politiche che mettano al centro la ritessitura organica del locale, permettendo alle persone di stare di più insieme creando una rete di relazioni trasversali virtuose e solidali all'interno delle quali sperimentare forme pratiche di rafforzamento culturale e democratico.
Riteniamo pertanto fondamentale investire in cultura, in iniziative in grado di coinvolgere e di fare discutere, in eventi, in laboratori, in progetti e in attività che affondino le radici nella migliore tradizione del nostro Comune e che seguano un percorso definito, un disegno culturale preciso che riteniamo prioritario costruire e promuovere insieme ai cittadini e agli operatori del settore.

Rispetto al nuovo Centro Culturale che verrà costruito nell’area di Villa Sirotti riteniamo che un impegno finanziario da 7 oltre milioni di euro non possa e non debba tradursi in una biblioteca più grande o nel solo ampliamento dei servizi esistenti: questo renderebbe sproporzionato l'investimento rispetto all'offerta culturale proposta.
Pensiamo che il nuovo Centro Culturale debba divenire la “Fabbrica della Cultura e del Sapere”, lo snodo ed il raccordo delle varie attività artistiche e culturali presenti nel paese, il luogo dove la cultura si riproduce e cambia forma, contribuendo a creare nuovi spazi dentro alla struttura esistente cosi come in altri luoghi del Comune. Crediamo che l’investimento compiuto ci ponga davanti ad una sfida importante che ci porta a pensare, immaginare e mettere in campo una proposta con caratteristiche tali da assumere una dimensione sovracomunale con una forte caratterizzazione tematica.
Rispetto alla divisione degli spazi prevista per la struttura del nuovo centro culturale pensiamo sia necessaria una rivisitazione di parte del progetto per evitare la moltiplicazione di luoghi pubblici con funzioni identiche ottimizzando cosi gli spazi disponibili nella nuova struttura. In particolare ci riferiamo alla sala conferenze che porterebbe a 4 il numero di strutture con la stessa funzione di proprietà del Comune.
Relativamente ai servizi del Comune attualmente decentrati (biblioteca, ludoteca…) che verranno spostati nel Centro Culturale riteniamo fondamentale che essi rimangano sotto stretto controllo dell'Amministrazione comunale, valorizzando al meglio le professionalità dei dipendenti e collaboratori, evitando il conferimento ad aziende speciali o soluzioni similari.
Riteniamo invece opportuno verificare la possibilità di dar vita ad una Fondazione Culturale composta da Comune, Istituzioni pubbliche o private, che si occupi della promozione culturale sul territorio e ne rappresenti il nodo nevralgico e fondamentale. Obiettivo della Fondazione sarebbe quello di collaborare con le altre esperienze culturali ed artistiche esistenti, in primo luogo, con la società cooperativa che gestisce il Cinema Teatro Novecento per favorire la creazione di un progetto culturale strutturato e coordinato su tutto il territorio comunale. Scopi della Fondazione potranno essere anche il reperimento di risorse economiche necessarie alla promozione delle proprie attività culturali, attingendo sia da capitali pubblici che privati e la collaborazione con case editrici, circuiti di produzione cinematografici, gallerie d’arte pubbliche e private, singoli artisti, per poter mantenere alto il livello dell'offerta culturale.
Pensiamo alla promozione di iniziative e attività culturali come ad un indispensabile fattore di sviluppo della coesione sociale, un antidoto necessario alle tendenze di frammentazione sociale in atto, nonché come fattore di sviluppo economico.
Le recenti esperienze in campo nazionale dei vari Festival della letteratura, della fotografia e della filosofia, la Biennale della Democrazia, sono testimonianze di un forte interesse e di una crescente partecipazione a simili iniziative, in modo particolare dei giovani. Vi è qui la traccia, il segno, di un bisogno di confronto e di sapere che rifiuta gli standard di offerta culturale conformista, figlia del pensiero unico, asservita ai poteri forti ed al pensiero unico dominante. È a queste esperienze che noi guardiamo con interesse, immaginando la possibilità per Cavriago di farsi promotore di un’iniziativa in grado di ritagliarsi un proprio ruolo specifico da protagonista, che sappia andare oltre i confini comunali.
Rispetto alla proposta culturale rivolta ai giovani crediamo che occorrano politiche che non facciano di loro solo meri spettatori e che attraverso progetti e attività appositamente studiati, che sfruttino anche le nuove opportunità date dalla rete, ne valorizzino adeguatamente le conoscenze e le competenze. In particolare riteniamo fondamentale assegnare spazi ai giovani attraverso politiche che portino, dopo un necessario periodo di affiancamento, all’autogestione da parte degli stessi giovani di Cavriago degli spazi a loro dedicati. Tali luoghi oltre a diventare punti di aggregazione, incontro e confronto saranno anche luoghi dove i giovani potranno progettare, discutere e sviluppare iniziative, progetti e attività assumendo un ruolo attivo, da protagonisti, nella vita del paese.
Nostro intento sarà inoltre promuovere una cultura fortemente ancorata ai valori della Resistenza e dell'antifascismo, della pace e della democrazia, della laicità, della difesa dei principi costituzionali e della salvaguardia dell'ambiente, inoltre, al fine di favorire l’integrazione nel rispetto delle reciproche diversità, riteniamo importante sviluppare attività, progetti e percorsi in grado di favorire la convivenza e la reciproca conoscenza tra i cittadini delle diverse culture che compongono la comunità cavriaghese.
Riteniamo inoltre significativo sviluppare attività che vadano nella direzione del recupero di quelle che sono le tradizioni locali che provengono dal mondo contadino, in particolare per quanto riguarda il ballo e le specialità enogastronomiche, tramandandole alle nuove generazioni.
Infine crediamo sia importante e strategico utilizzare e sfruttare le nuove forme di comunicazione cooperative e reticolare offerte da internet, dai social network, come forma di comunicazione, di organizzazione e promozione degli eventi rivolte sia ai più giovani che a tutti i cittadini interessati a sfruttare le opportunità offerte, favorendo processi di alfabetizzazione informatica mediante corsi gratuiti finalizzati all’utilizzo di internet e dei servizi offerti dagli enti locali.



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POLITICHE GIOVANILI

I giovani sono uno dei principali portatori di interessi e di bisogni nei confronti dell’Amministrazione Comunale e per questo occorre agevolarne l’accesso ai processi di decisione pubblica. Rispetto alle strategie e all’elaborazione dei progetti riguardanti le politiche giovanili, intendiamo muoverci mettendo al centro l’idea di cittadinanza attiva intesa come impegno diretto e collettivo per il bene comune. Per far sì che questo accada intendiamo mettere a disposizione strumenti, spazi e mezzi per dare ai giovani l’opportunità di esprimere le loro competenze, conoscenze e potenzialità, permettendo loro di intervenire, influenzare e interagire come soggetto attivo nella costruzione della società.

Per perseguire questo indirizzo riteniamo necessario:

  • realizzare uno spazio autogestito (che implica un’autoregolamentazione interna e la cura dello spazio stesso) identificato nell’attuale Centro Culturale in Piazza Zanti (una volta che la biblioteca sarà trasferita al nuovo Centro Culturale di Villa Sirotti); spazio che possa divenire centro di aggregazione in cui la cultura possa circolare liberamente, in cui i giovani possano esprime i loro bisogni, le loro capacità anche organizzative, la loro creatività, in cui possano costruire percorsi, svolgere attività, avere momenti di confronto su diverse tematiche. La realizzazione di questo progetto consentirebbe anche di mantenere un presidio sociale nella piazza del paese, luogo che necessita di una forte rivitalizzazione;
  • il potenziamento del Centro Giovani A. Daolio, anche attraverso la rimodulazione degli spazi esistenti, e una collaborazione più stretta tra il Centro e le realtà/associazioni giovanili cavriaghesi.


In molte occasioni abbiamo sentito parlare di “esodo giovanile”, in riferimento alle poche opportunità presenti a Cavriago, da parte dei ragazzi compresi nella fascia di età tra i 14-18 anni (anche a causa del passaggio scolastico medie-superiori). Crediamo che la filosofia dell’autogestione e della riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei giovani possa contribuire alla costruzione, oltre che di un nuovo protagonismo giovanile, di un nuovo senso di comunità locale. A tal fine occorrerà anche una stretta collaborazione tra le strutture suddette e le scuole del territorio per facilitare i necessari e successivi passaggi generazionali.

Proponiamo inoltre altri progetti rivolti a diverse fasce di età:

  • i G.E.T (Gruppi Educativi Territoriali), servizi in cui i ragazzi, oltre all’appoggio scolastico, possono usufruire di attività laboratoriali e percorrere insieme agli educatori una crescita personale e collettiva basata sulla solidarietà;
  • il Consiglio Comunale dei Ragazzi che promuove la diffusione di una cultura della compartecipazione e collaborazione alla vita della comunità;
  • il Servizio Civile Regionale, il Servizio Civile Nazionale e il Servizio Volontario Europeo Nazionale che garantiscono ai giovani una forte valenza educativa e formativa. Spesso tali attività rappresentano un’occasione di crescita personale, un’opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, un prezioso strumento per aiutare le fasce più deboli della società contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del proprio paese;
  • il programma “Gioventù in azione” della Comunità Europea che finanzia progetti rivolti alle fasce giovanili. È un programma di educazione non formale che promuove progetti europei di mobilità giovanile internazionale di gruppo e individuale attraverso gli scambi e le attività di volontariato all'estero, l'apprendimento interculturale e le iniziative dei giovani di età compresa tra i 13 e i 30 anni. I destinatari del programma sono i gruppi di giovani, le organizzazioni giovanili, gli animatori giovanili, le autorità locali, le organizzazioni operanti nel terzo settore, tutti coloro che lavorano con e per i giovani;
  • il potenziamento della figura dell’Operatore di Strada per il monitoraggio dei bisogni giovanili ai fini di una politica di prevenzione attenta e partecipata che passi attraverso l’analisi delle forme ed i modi con cui si producono i processi di identità e di appartenenza e che includa forme d’intervento direttamente nei luoghi in cui i giovani passano la maggior parte del loro tempo;
  • la realizzazione di iniziative permanenti di carattere informativo riguardanti il disagio giovanile ed in particolar modo tematiche critiche quali problematiche alimentari, abuso di alcool droghe, educazione all’affettività ed alla sessualità ecc.
  • l’attivazione in alcune zone del paese (come piazze e parchi e luoghi di aggregazione come l’attuale e il futuro Centro Culturale o altri strutture pubbliche) di punti di accesso internet gratuiti tramite Wi-Fi, in modo da fornire a tutte le famiglie di Cavriago un accesso a banda larga alla rete;
  • la promozione di nuove iniziative culturali (cinema, teatro, musica, disegno) attuando progetti specifici che consentano la partecipazione attiva e non la fruizione passiva in grado di far conoscere altri e diversi mondi e costruire percorsi di espressione alternativi;
    il potenziamento della ludoteca “Tempoperso” convinti che sia portatrice di un servizio fondamentale per la fascia di età compresa tra gli 0 ed i 13 anni e per le famiglie.


Intendiamo inoltre incentivare e diffondere il volontariato tra i giovani consolidando la valorizzazione delle varie associazioni già attive sul territorio.

SCAMBI CULTURALI, SPORTIVI, MUSICALI
Si ritiene fondamentale riprendere ed estendere gli scambi culturali di natura intra e internazionali, senza pregiudizi di età, di argomento, di tipologia organizzativa. Proponiamo quindi di riprendere contatto con enti, amministrazioni ed associazioni italiane o estere con le quali ci sono state collaborazioni fruttifere in passato ed individuare e predisporre strumenti di ospitalità di livello economico (tramite l'utilizzo di palestre e luoghi comuni) che possano essere di riferimento per le necessità di protezione civile e garantire fruibilità nei casi di scambi caratterizzati da presenze consistenti (scambi sportivi e giovanili in genere). In tal caso fondamentale sarebbe la redazione di uno strumento, con valenza legale e assicurativa, che possa informare chiunque sia interessato ad ospitare in casa propria membri di delegazioni straniere su obblighi, diritti e tutele.
In questa direzione sarebbe importante una figura interna all'Amministrazione comunale, adeguatamente formata, che potrebbe occuparsi di finanziamenti e accesso ai numerosi bandi europei che promuovono e sostengono le attività di scambio culturale e di town twinning e della verifica dell'eventuale disponibilità in termini economici, logistici e di know how di alcune realtà produttive che hanno fatto delle scambio con realtà diverse e lontane il fulcro della loro attività commerciale e imprenditoriale.
Ci proponiamo di divulgare l'accettazione prima e la promozione poi del principio che lo scambio e il confronto siano parte integrante del fermento culturale necessario alla vita di una realtà come quella cavriaghese.



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SPORT

Consideriamo lo sport uno dei fattori più importanti per lo sviluppo e la coesione sociale.
Il diritto allo sport è trasversale a tutte le fasce di età e proprio per questo il nostro impegno sarà rivolto a mantenimento al potenziamento delle iniziative e delle strutture sportive pubbliche.
Occorre in primo luogo dare ascolto a tutti quei cittadini che operano nel volontariato sportivo cercando di valorizzare le loro competenze e le loro conoscenze in modo da sostenerli nello sviluppo, nei cambiamenti e nell’organizzazione della loro attività e perché il valore del volontariato venga continuamente tramandato di generazione in generazione anche sul piano sportivo.

Intendiamo valorizzare l’area “Parco dello Sport” situata in via Bassetta, anche attraverso la creazione di un nuovo campo in erba sintetica che, oltre ad essere a servizio delle società calcistiche già attive, permetterebbe di rispondere efficacemente alla domanda di nuovi spazi dei tanti gruppi amatoriali e informali. Ciò consentirebbe inoltre la rimodulazione degli orari delle palestre comunali in modo da favorire l'accesso agli impianti anche ad altre discipline sportive rispetto a quelle già ospitate.

Attraverso la costituzione della società che si occuperà della manutenzione ordinaria si intendono assicurare costanti monitoraggi e pronti interventi manutentivi di tutti gli impianti sportivi del paese, anche in quelli a libero accesso.



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LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE COME MOTORE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO

In una società che cambia ci sembra che al governo locale venga sempre più spesso contestata l’incapacità di trovare soluzioni a problemi nuovi e vengono chieste assicurazioni sul benessere complessivo di un territorio, sulla sua vivibilità, sulla sua capacità di fare sistema complessivamente. I cittadini sembrano guardare all’amministrazione non più solo come ad un produttore efficiente di servizi, ma si rivolgono ad essa con una domanda di maggiore politicità sotto il profilo della mediazione sociale, della capacità di governo complessivo, della rappresentanza istituzionale verso l’esterno.
In questo nuovo contesto le pubbliche amministrazioni diventano un fattore fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico del territorio. Senza una pubblica amministrazione forte non c’è sviluppo.
La possibilità di uscire dalla crisi è anche legata alla capacità del sistema pubblico di dimostrare il suo valore. I tentativi in corso da molti anni di rappresentare il pubblico solamente come un sistema inefficiente e corrotto hanno il solo scopo di ridurre il quadro delle regole e dei beni pubblici a favore degli interessi più forti che in realtà hanno dimostrato (è il caso del sistema finanziario) di non rispettare, in assenza di regole, l’interesse generale delle comunità.
A fronte di questa strategia di riduzione dello spazio pubblico occorre contrapporre le nostre proposte per un’amministrazione efficiente ed efficace, capace di assumere il proprio ruolo fondamentale di motore dell’azione comune e garante dell’interesse collettivo.
I mutamenti ed il nuovo ruolo che le pubbliche amministrazioni sono chiamate pongono al centro il valore del lavoro pubblico. È necessario che le persone che operano nei servizi pubblici siano competenti, motivate ed abbiano consapevolezza della centralità del loro lavoro, anziché essere criminalizzate e demotivate. Il lavoro rappresenta la risorsa fondamentale per le organizzazioni che producono servizi pubblici. Da sempre le persone sono al centro dei servizi pubblici e da sempre la qualità dei risultati dipende in larga misura dalle qualità professionali dei lavoratori.
Oggi le amministrazioni pubbliche sono poste di fronte a tre grandi sfide:

  1. la prima sfida è quella di rendere attrattive le amministrazioni pubbliche per i talenti migliori. Se la qualità del personale rappresenta la variabile fondamentale per determinare gli effetti delle politiche pubbliche, allora le amministrazioni devono recuperare una capacità competitiva sul mercato del lavoro per attirare i giovani migliori;
  2. la seconda sfida riguarda la capacità delle amministrazioni di sviluppare un maggiore senso di appartenenza e motivazionale fra le persone che operano nei servizi pubblici. È necessario avviare percorsi di ascolto e coinvolgimento dei lavoratori, valorizzare le esperienze riconoscendo ai migliori una differenziazione di condizioni ed una visibilità esterna dei risultati ottenuti, investire sull’immagine dei funzionari e del lavoro pubblico;
  3. la terza sfida è quella dell’adeguamento delle capacità e delle competenze degli operatori. I lavori nelle amministrazioni pubbliche richiedono spesso saperi e capacità professionali di alto profilo e per questo una gran parte del personale è laureato o diplomato. Non è però sufficiente. Gli scenari che le amministrazioni si trovano a dover affrontare richiedono di investire in formazione del personale e in percorsi di apprendimento capaci di sviluppare nuove competenze, capaci di andare oltre ai tradizionali saperi e conoscenze per entrare anche nello sviluppo delle qualità personali e relazionali.


A fronte di queste considerazioni di contesto generale e rispetto alla nostra complessiva proposta programmatica qui illustrata, proponiamo un progetto organico di riorganizzazione della macchina amministrativa - da realizzare coinvolgendo in pieno le organizzazioni sindacali dei lavoratori del Comune - con il triplice obiettivo di:

  • mantenere pubblici i servizi;
  • contrastare forme di precarietà lavorativa;
  • equipaggiare i lavoratori di nuove competenze attraverso specifici percorsi formativi.



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LA SOVRACOMUNALITÀ E L’UNIONE DEI COMUNI “VAL D’ENZA”

Da diversi anni tra i Comuni della Val d’Enza esiste (in riferimento al sociale, alla Polizia Locale e ad alcune tipologie di coordinamento) una gestione condivisa di alcune funzioni e servizi. Tale collaborazione è stata ulteriormente rafforzata circa un anno fa attraverso la creazione dell’Unione dei Comuni “Val d’Enza”.
Riteniamo che la dimensione sovracomunale, in merito alla programmazione e alla gestione di altri e nuovi servizi, vada nei prossimi anni ulteriormente consolidata e potenziata. Pensiamo infatti che, nell’ottica di soddisfare i sempre più crescenti e diversificati bisogni dei cittadini, occorra organizzare una sempre più ampia “rete sociale territoriale” con gli altri Comuni limitrofi in grado di agire tempestivamente con efficacia ed efficienza. A tal proposito crediamo che in prospettiva occorra inglobare all’interno dell’Unione:

  • i servizi educativi di tutti i Comuni;
  • la pianificazione del territorio di tutta la Val d’Enza che, oltre a perseguire obiettivi di carattere ambientale, permetterebbe di programmare, attraverso organiche valutazioni demografiche, un incrocio razionale della domanda e dell’offerta dei servizi sociali e delle relative strutture;
  • la gestione e la formazione del personale dei Comuni (attraverso il CSL “La Cremeria”);
  • servizi, in accordo con la Provincia e il Centro per l’Impiego distrettuale, per facilitare l’occupazione e l’inserimento lavorativo.

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