CHI SIAMO

CAVRIAGO COMUNE è un MOVIMENTO CIVICO E DI SINISTRA che trova radici nelle tradizioni migliori della nostra comunità: PACE, DEMOCRAZIA, ANTIFASCISMO, LAICITA', PIENO RICONOSCIMENTO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA.

sabato 30 luglio 2011

PARCO PUBBLICO DI PIAZZA LENIN: CHI CHIEDE SCUSA AI CITTADINI?


Apprendiamo dai giornali, ancora una volta senza il minimo coinvolgimento delle minoranze consiliari, che nei giorni scorsi il Comune di Cavriago ha siglato un accordo con le imprese che stanno realizzando il comparto residenziale di Piazza Lenin in merito alla questione riguardante la mancata realizzazione del parco pubblico.


In questa fase ci limitiamo a evidenziare alcuni aspetti che, al solito, hanno a che fare con i temi del coinvolgimento e della partecipazione dei cittadini.
Primo. In tutta questa vicenda il Comune si è rapportato unicamente con le imprese, in nessun passaggio sono stati interessati i “soggetti terzi” protagonisti - in negativo, perché l’hanno solo subita - della questione. Stiamo parlando dei cittadini che risiedono nel comparto di Piazza Lenin che da sette anni aspettano la realizzazione del parco, sopportando e convivendo con i lavori di un cantiere permanente. Fino ad ora non una parola di scuse è stata spesa nei confronti di queste persone; visto che Comune e imprese hanno trovato un accordo per la realizzazione delle opere mancanti potrebbero a questo punto anche trovare un accordo nel chiedere scusa congiuntamente a questi cittadini.
Secondo. Comune e imprese, prima della sottoscrizione dell’accordo, avrebbero potuto convocare i cittadini residenti e condividere con loro sia i tempi relativi alla realizzazione del parco, sia eventuali altre criticità presenti nel comparto. I residenti, incontrati da noi la scorsa settimana, lamentano infatti alcune problematiche in riferimento al verde della piazza, alla mancata riqualificazione del muro del vecchio campo sportivo, ecc. Prima di sottoscrivere un accordo con le imprese non era forse il caso di ascoltare direttamente i cittadini in riferimento a questi temi? Non si poteva destinare parte della penale che dovranno corrispondere le imprese per risolvere queste questioni? Non era forse questa una modalità per risarcire i residenti, almeno in parte, della condizione che hanno dovuto sopportare?
Terzo. Pretendiamo un ringraziamento pubblico da parte del Comune. Se questa situazione si è sbloccata è solo merito di una nostra interrogazione che abbiamo presentato lo scorso 14 maggio. In questi sette anni di ritardo non si è mai mossa una foglia e del parco, infatti, non vi è traccia.

Sulle questioni strettamente tecniche e giuridiche che riguardano l’accordo non intendiamo in questo momento soffermarci. Certo è cosa ben diversa per le imprese interessate (ma anche per le casse del Comune) corrispondere una penale di quasi 300.000 euro (come da termini di Convenzione) rispetto ad una di 100.000 euro (come da accordo appena sottoscritto). Approfondiremo anche questi aspetti non appena entreremo in possesso degli atti in questione.

lunedì 4 luglio 2011

LA VAL DI SUSA E IL PENSIERO UNICO



Domenica mattina uno straordinario popolo composto da decine di migliaia di persone è partito da Exilles alla volta di Chiomonte per manifestare la propria contrarietà nei confronti di una delle opere più inutili e dannose della storia moderna: la tratta ad “alta capacità” Torino-Lione. Famiglie con bambini, anziani, donne e uomini di ogni età provenienti da tutti i Comuni della Val di Susa (e da molte zone d’Italia) hanno marciato per chilometri sotto a un sole cocente per ribadire ancora una volta il proprio dissenso e per rilanciare le proprie proposte alternative fino ad ora mai ascoltate dai vari decisori politici locali e nazionali. Noi ne siamo testimoni.

Questa era la vera prima notizia che gli organi di informazione avrebbero dovuto riportare in merito alla giornata di domenica. Questa era la prima vera notizia che i “politici” avrebbero dovuto commentare. Invece no, oggi (Val di Susa) come ieri (Genova 2001), per l’ennesima volta nella storia del nostro Paese, mezzi di informazione e ceto politico - strumentalizzando le deprecabili e sconsiderate azioni di pochi che con il movimento non hanno nulla a che fare - si trovano uniti nel criminalizzare migliaia di donne e uomini in carne e ossa (non “eroi” quindi) che chiedono a gran voce “un altro mondo”. Il comunicato sottoscritto congiuntamente da Roberto Cota (Presidente della Regione Piemonte – Lega Nord) e Piero Fassino (Sindaco di Torino – PD) è, in questo senso, paradigmatico: “Esprimiamo solidarietà e sostegno alle Forze dell’Ordine impegnate in un’azione a difesa della legalità. Esprimiamo inoltre una ferma condanna per gli atti di violenza a loro danno, riaffermando nel contempo l’importanza strategica della Tav e la volontà di andare avanti senza farsi intimorire”. Non una parola di merito sulle istanze del movimento, non una parola nei confronti della manifestazione e della sua gente, quella vera.

Dopo venti anni di turbocapitalismo e ideologia iperliberista che hanno prodotto uno stato di guerra globale permanente, l’attacco a tutti i diritti soggettivi e collettivi, la rapina dei beni comuni, la distruzione dell’ambiente, il cambiamento climatico e il saccheggio dei territori, ci troviamo ancora davanti a un “pensiero unico” che spaventa per la sua lontananza dalla realtà e dalla vita. Per chi risiede da decenni nei Palazzi della politica la parola “alternativa” (riferita al governo) è solo sinonimo di “alternanza”.

Luca Ficarelli e Davide Farella – Consiglieri comunali lista civica “Cavriago Comune” (presenti alla manifestazione di domenica 3 luglio in Val di Susa)

sabato 2 luglio 2011

UN BILANCIO FATTO NEL PALAZZO


L’approvazione del Bilancio di previsione 2011 del Comune di Cavriago (avvenuta lo scorso 22 giugno) si inserisce in un contesto economico e sociale ancora pesantemente colpito dalla crisi. La ripresa è a singhiozzo ed è presente solo in certi comparti del nostro territorio: non vi sono all’orizzonte segnali di una ripartenza organica e strutturale dell’economia.
In questo quadro una delle scelte politiche centrali contenuta nel Bilancio di previsione 2011 - cioè quella relativa al mantenimento e alla non contrazione dei servizi - è una scelta che apprezziamo e che condividiamo. La tutela e la salvaguardia del welfare locale e dei servizi alla persona sono e restano obiettivi prioritari anche per noi.
Ciò che non condividiamo è il “come” si è arrivati alla proposta di Bilancio. Un “come” che riguarda in primo luogo la chiarezza e la correttezza delle informazioni veicolate ai cittadini in merito alle scelte economico-finanziarie che si sono adottate negli ultimi mesi.
Facciamo un po’ di cronistoria. Qualche settimana fa in un paio di interviste uscite sulla Gazzetta di Reggio e su l’Unità il Sindaco ha dichiarato che il Bilancio di previsione 2011 ci consentirà contestualmente di:
  1. mantenere inalterata la quantità e la qualità dei servizi erogati;
  2. ridurre l’indebitamento dell’Ente;
  3. mantenere inalterate le imposte locali e le tariffe dei servizi ad eccezione di una generica indicazione di un ritocco per quelli erogati dalla Casa Protetta;
  4. inaugurare il nuovo Centro Culturale;
  5. programmare investimenti sullo stesso livello economico degli anni passati.

Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza.

In riferimento alla presunta riduzione dell’indebitamento occorre precisare che è vera la forma, ma non la sostanza. Cioè è vero che lo stock di indebitamento che verrà iscritto nel Bilancio del Comune diminuirà, passando da poco più di 5 milioni di euro del 2010 a quasi 4 del 2011, ma è altrettanto vero che tale indebitamento verrà scaricato sull’azienda speciale “CavriagoServizi”. Un paio di mesi fa l’azienda, per far fronte ai debiti e ai contratti che le sono stati ceduti dal Comune nel 2010, aveva acceso un mutuo pari a 1.350.000 euro grazie ad una fideiussione deliberata dal Consiglio comunale. Nel corso poi del prossimo triennio “CavriagoServizi” per effettuare investimenti farà ricorso al mercato del credito attraverso un altro mutuo pari ad un importo di 1.113.500 euro. Complessivamente quindi l’indebitamento di “CavriagoServizi” sfiorerà i 2 milioni e mezzo di euro. Tale cifra non sarà formalmente iscritta nel Bilancio del Comune, ma graverà allo stesso modo in termini di quote capitale e quote interessi sulle casse dell’Ente. Si tratta quindi di una tecnica di maquillage contabile: nella sostanza l’indebitamento consolidato del Comune aumenta e non diminuisce.

In riferimento alle imposte locali occorre precisare che a partire dal 2012 il Bilancio triennale 2011-2013 prevede l’aumento dell’addizionale comunale IRPEF dall’attuale 0,25% allo 0,8%: il relativo gettito passa dagli attuali 290.000 a 950.000 euro nel 2012.

In riferimento alla generica indicazione di aumento delle tariffe relative ai servizi erogati dalla Casa Protetta occorre specificare che gli aumenti riguardano tutti i servizi, sia quelli residenziali che quelli territoriali: Casa Protetta, Centro Diurno, Assistenza Domiciliare, pasti, ecc. Gli aumenti non sono poi così marginali; prendendo infatti come riferimento la quantità di servizi e prestazioni erogate nel corso del 2010 il surplus di gettito derivante da tali incrementi è pari a circa 50.000 euro all’anno. Questi aumenti non sono poi stati gli unici nell’ultimo periodo: anche nel corso dello scorso anno infatti le tariffe erano state notevolmente incrementate, tanto che nel corso del 2010 si era registrato un aumento di gettito di oltre 55.000 euro. Complessivamente quindi gli aumenti delle tariffe dei servizi socio-assistenziali relativi al biennio 2010-2011 portano nelle casse del Comune oltre 105.000 euro in più in termini strutturali. Per dare un’idea un anziano per un posto convenzionato in Casa Protetta ha subito in due anni un aumento pari ad oltre il 10,5%: stiamo parlando di 1.600 euro all’anno. Tutto questo è avvenuto poi sulla base di un sistema tariffario assolutamente iniquo che ancora oggi non prevede l’ISEE: attualmente gli utenti pagano tutti le stesse identiche tariffe a prescindere dalla loro soggettiva condizione economica e patrimoniale.

In riferimento all’inaugurazione, ma soprattutto alla sostenibilità finanziaria dei costi gestionali, del nuovo Centro Culturale vi sono poche certezze. Ricordiamo che la sostenibilità finanziaria relativa alla sola apertura del Multiplo (senza considerare eventuali future attività aggiuntive rispetto alle attuali) è basata su entrate derivanti da sponsorizzazioni di aziende private: il Sindaco ha più volte dichiarato che queste aziende assicureranno fino al 2014 i necessari 200.000 euro all’anno in più per mantenere aperta la nuova struttura. Da un esame dei contratti di sponsorizzazione risulta però che tali sponsorizzazioni ammontano a: 138.500 euro per il 2012, 119.500 euro per il 2013 e 122.000 per il 2014 (tutte + IVA). Forse manca qualcosa per far quadrare i conti…

In ultimo, in merito alla programmazione degli investimenti, occorre fare qualche considerazione soprattutto rispetto a come questi investimenti vengono finanziati. Pianificare investimenti sugli stessi livelli economici degli anni passati prevedendo di finanziarli attraverso la vendita di 450.000 euro di quote Iren (nel 2012), così come è previsto nel Bilancio di previsione rappresenta, soprattutto dopo i risultati dei referendum che hanno bocciato in modo netto il processo di privatizzazione dell’acqua, una scelta politicamente inaccettabile, un VERO SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA.

Ritorniamo quindi al “come” iniziale, al “come” riferito alla chiarezza delle informazioni trasmesse ai cittadini in merito alle politiche economico-finanziarie che si sono adottate in questi ultimi mesi. Bene, benissimo il mantenimento e la difesa dei servizi. Male, malissimo il fatto che non venga comunicato correttamente ai cittadini il “come” sia possibile raggiungere questo obiettivo.
Domenica 12 e lunedì 13 giugno, attraverso la consultazione referendaria, i cittadini hanno espresso ancora una volta una grande volontà di essere coinvolti attivamente nelle scelte e nella gestione della “cosa pubblica”. Tale coinvolgimento deve partire necessariamente da un’informazione chiara e corretta, anche attraverso l’utilizzo di strumenti di contabilità consolidata in grado di fotografare nella sua complessità lo stato di salute sia del Bilancio del Comune che quello della sua azienda speciale. Costruire un sistema di matrioske contabili, mettere sul mercato i beni comuni, vendere pezzi di patrimonio pubblico, senza chiedere l’opinione dei propri cittadini serve solo a mettere una pezza per il breve periodo.

È da anni che chiediamo un maggior coinvolgimento e una maggiore partecipazione della cittadinanza ai processi decisionali. Adesso è davvero giunto il momento.

Qui sotto riportiamo un articolo di Alessandro Penati uscito oggi su Repubblica relativo proprio a questi temi (trasparenza bilanci dei Comuni, ecc.).