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mercoledì 21 gennaio 2009

04. AUTONOMIA FINANZIARIA E POLITICHE FISCALI

AUTONOMIA FINANZIARIA E POLITICHE FISCALI
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Con la manovra estiva (legge Tremonti 133) e poi con la Finanziaria si è definito un taglio gigantesco agli enti locali che assumerà proporzioni ancor più grandi nei prossimi anni (tra il 2010 e il 2011 complessivamente meno 650 milioni per le Province e meno 6.510 per i Comuni); con questi numeri gli enti locali hanno avuto grande difficoltà a chiudere i bilanci annuali e pluriennali a meno di non voler subire un vero e proprio ricatto: tagliare i servizi per i cittadini, magari anche privatizzando beni pubblici, o uscire dal patto di stabilità, subendone le sanzioni successive. Si è consumato, insomma, con questi provvedimenti un gravissimo attacco all'autonomia finanziaria degli enti locali, che contrasta, peraltro, con la fretta demagogica con cui è stato approvato il disegno di legge-delega di Calderoli sul federalismo fiscale, senza aver prima definito le funzioni proprie dei Comuni e delle Province e la certezza dei diritti per tutti i cittadini. Si è delineata, in sostanza, una subordinazione della finanza degli enti locali alla finanza nazionale penalizzando gli investimenti e le scelte degli enti locali, soprattutto quando tali scelte rispecchiano i bisogni dei cittadini.
Sul piano generale riteniamo che un primo importante obiettivo sia quello di costruire un'iniziativa degli amministratori e dei cittadini per una radicale modifica dell'attuale configurazione del "patto di stabilità", prevedendone un allentamento soprattutto per quanto concerne la spesa sociale e gli investimenti, tenendo conto che il calo della produzione e dell'occupazione rende più drammatico il costo sociale di una politica di risanamento solo monetaria dei conti pubblici, rispetto all'esigenza di equità sociale e di rilancio dei consumi interni.
Come abbiamo già scritto in precedenza anche nel nostro Comune estese aree della popolazione e delle famiglie sono colpite profondamente dalla crisi. Riteniamo pertanto prioritario impostare una finanza locale nel segno della giustizia sociale e della progressività delle imposte locali e delle rette/tariffe relative ai servizi.
Sul piano della spesa corrente, nell’ottica di sostenere come priorità la spesa sociale, si dovranno quindi seguire alcuni criteri guida:
  • monitoraggio attento e costante delle situazioni economiche dei nuclei famigliari che accedono ai servizi comunali (che in questa fase di crisi subiscono repentini e inaspettati peggioramenti) finalizzato a pronte diminuzioni delle rette;
  • verifica e eventuale rimodulazione dell’attuale regolamento e del sistema ISEE vigente (Indice Situazione Economica Equivalente) con il fine di garantire equità e progressività nella partecipazione economica dell'utente in tutti i servizi (le fasce ISEE relative alle situazioni reddituali più forti, fascia massima, dovranno avvicinarsi al costo del servizio in modo da introdurre una sensibile differenza con la partecipazione al costo delle famiglie con redditi medio-bassi;
  • verifica del regolamento dell’addizionale IRPEF comunale;
  • ridurre al massimo le consulenze e gli incarichi, valorizzando le risorse interne all’ente, riducendo le progettazioni affidate all'esterno.
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