CHI SIAMO

CAVRIAGO COMUNE è un MOVIMENTO CIVICO E DI SINISTRA che trova radici nelle tradizioni migliori della nostra comunità: PACE, DEMOCRAZIA, ANTIFASCISMO, LAICITA', PIENO RICONOSCIMENTO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA.

domenica 25 gennaio 2009

08. WELFARE

WELFARE
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La tipologia, i soggetti interessati, la quantità e la qualità dei servizi sociali sono caratteristiche e indicatori che esprimono plasticamente, all’interno di un territorio, l’approccio e la sensibilità che la politica locale mette in campo per contrastare/governare i processi di povertà, di degrado sociale, di emarginazione o marginalizzazione.
Sul piano generale la crisi del welfare nel nostro paese, non è legata ai fantasmi dell’insostenibilità della “spesa pubblica” - tesi avvalorata e sostenuta dalle semplificazioni concettuali del “welfare liberistico” che la destra tenta di instaurare propinando palliativi inefficaci come quelli della “social card” - ma è una crisi endemica al sistema italiano. Il nostro welfare ha consolidato in primis un modello previdenziale e, conseguentemente selettivo categoriale, garantendo l’accesso al godimento di alcuni diritti e/o prestazioni in base alla categoria di appartenenza, e non per universalismo di cittadinanza. I bambini sono “scolari”, i ragazzi “studenti”, le donne “madri” e “mogli”, gli anziani “pensionati”, i disabili “diversamente abili”, ecc.; in buona sostanza un modello per categorie sociali di appartenenza, ognuna delle quali titolare di diritti esclusivi e di doveri essenzialmente economici che hanno prevalso e condizionato lo sviluppo di una giustizia diffusa, ed anche una coscienza del dovere civico, e dell’appartenenza sociale. Questa frantumazione categoriale è in parte riscontrabile nella crescente debolezza dell’identità sociale, laddove i desideri/bisogni collettivi sono la semplice sommatoria di quelli individuali. Ricomporre un’identità unitaria della società - nel nostro caso di una comunità locale, obiettivo centrale della nostra proposta programmatica - passa anche attraverso un superamento di questa verticalità categoriale del welfare: occorre socializzare diritti e doveri in una ricomposizione universalmente identitaria dei disagi/problemi, promuovendo la coscienza che il godimento dei diritti lesi ad una categoria socialmente più debole o vulnerabile è un patrimonio e una conquista di civiltà che realizza l’appartenenza di tutti ad una società più giusta, libera e civile. Per realizzare questi obiettivi occorre promuovere partecipazione ed inclusione; diritti e doveri sono il patto fondante la coscienza di una cittadinanza attiva, che consente di identificarsi e re-identificarsi con il proprio territorio. Essere sul e nel territorio, trasmettere una nuova cultura della partecipazione, attivare strumenti di confronto e di indagine permanenti con le altre agenzie sociali presenti deve essere il nuovo orizzonte dell’ente più prossimo ai cittadini - cioè il Comune - per trasformare le molteplici “identità di individui” in “identità di cittadini”.
Nell’ottica di ripensare il nostro modello di welfare locale - soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo vivendo - immaginiamo quindi un Comune (o più Comuni nella logica distrettuale della dimensione sovracomunale) che non sia solo “erogatore di servizi”, ma anche “promotore” di nuovi spazi, collaborazioni e relazioni con tutti gli attori sociali del territorio in modo da co-costruire con essi una vera e propria “rete sociale” in grado, oltre che di far fronte ai vecchi bisogni, anche di anticiparne i nuovi programmando risposte e progetti complessi che non abbiano solamente natura emergenziale.
Un welfare locale nuovo e pubblico, la cui filosofia sinergica e inclusiva di tutti i soggetti del terzo settore intende trasformare il ruolo dell’utente da soggetto passivo a co-costruttore dei propri servizi.
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INDAGINE, PROGRAMMAZIONE E VALUTAZIONE
  • attivazione di una permanente “indagine sociale” sul territorio, attraverso la creazione di specifici “tavoli sociali” (nei quali coinvolgere altri soggetti pubblici e privati, associazioni del volontariato, parrocchia e singoli cittadini), finalizzata all’analisi attenta e costante dei vecchi bisogni e all’emersione delle nuove criticità sociali e delle nuove povertà;
  • valutazioni partecipate dei servizi erogati ad opera degli utenti, attraverso le competenze interne dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico.
I SOGGETTI
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Anziani autosufficienti
  • potenziamento della loro partecipazione sociale attraverso la valorizzazione delle loro esperienze/competenze di vita e di lavoro (banca del tempo, attività di manutenzione e riuso dei materiali “recuperabili” depositati nell’isola ecologica);
  • nuove attività ricreative e culturali all’interno del Circolo Cavriaghese.

Anziani non autosufficienti

  • consolidamento dei servizi residenziali della Casa protetta;
  • potenziamento dei servizi domiciliari e del sostegno alle famiglie per favorire appunto la “domiciliarità” (ad esempio attraverso attività di formazione, tecniche di base, per i figli che hanno genitori anziani non autosufficienti);
  • progetti formativi per le badanti (utilizzando le competenze e la struttura del CSL “La Cremeria”).

Diversamente abili

  • continuità e potenziamento - nell’ottica del perseguimento della piena cittadinanza sociale e della completa tutela dei diritti delle persone diversamente abili - di tutte le attività/progetti attivati in questi anni che hanno fatto di Cavriago un Comune innovatore e pionieristico, soprattutto grazie all’enorme lavoro che in questo senso svolgono le associazioni di volontariato, rispetto al tema delle diverse abilità;
  • diritto alla casa: occorre accentuare con forza politiche abitative estensive degli standards di agibilità e fruibilità. La casa è il luogo di trasformazione biologica dell’individuo, pertanto vanno imposti, anche nei regolamenti comunali, vincoli progettuali, antropometrici ed ergonomici, in grado di accogliere possibili disabilità, anche con l’obiettivo di ridurre nel tempo la destinazione di notevoli risorse finanziarie per eliminare la barriere architettoniche;
  • attuazione concreta del progetto “Perché No?” (progetto che prevede la gestione diretta di un’attività pubblica di ristorazione da parte dei cittadini diversamente abili) utilizzando i locali del CSL “La Cremeria”.

Migranti

  • potenziamento dei servizi già attivi a livello distrettuale e a livello comunale (Centro per le Famiglie, mediazione sociale e culturale, corsi di alfabetizzazione, ecc.).
  • attività culturali e iniziative sociali (feste) finalizzate al coinvolgimento attivo dei cittadini migranti;
  • sperimentazione dei consiglieri consultivi nel Consiglio comunale (eletti direttamente dai cittadini migranti) in attesa di un’auspicabile legge nazionale che finalmente consegni a questi cittadini la possibilità del voto amministrativo.
LA CASA
Il diritto alla casa e all’abitare è un diritto fondamentale del quale spesso i soggetti più deboli (in particolare giovani e migranti), anche nel nostro territorio, sono purtroppo privati perché impossibilitati a far fonte economicamente, sia rispetto all’acquisto che all’affitto, ai prezzi di mercato.
In riferimento all’Edilizia Residenziale Pubblica siamo assolutamente contrari al suo smantellamento; essa va risanata e incrementata in antitesi con la proposta del governo nazionale di vendere tutto il patrimonio pubblico (peraltro proprietà dei Comuni).
Pensiamo che a Cavriago occorra attivare immediatamente un progetto organico finalizzato a far assumere al Comune un ruolo centrale per rispondere al bisogno abitativo, attraverso:
  • maggiori quote di ERS (Edilizia Residenziale Sociale) nei nuovi insediamenti in riferimento ad un piano di alloggi ad affitto calmierato per le fasce economicamente svantaggiate;
  • un progetto, anche in collaborazione con l’Acer provinciale, che aiuti e faciliti l’incrocio tra domanda e offerta abitativa a canoni calmierati;
  • un aumento degli stanziamenti per il Fondo Sociale, che rimane una misura d’emergenza necessaria in attesa di politiche strutturali contro il disagio abitativo;
  • sperimentazione di un progetto di autocostruzione associata attraverso il quale, sulla scorta di numerose esperienze italiane anche emiliane, è possibile perseguire un duplice obiettivo: da un lato la realizzazione di alloggi a basso costo, dall’altro l’attivazione di pratiche efficaci di integrazione e coesione sociale.
  • Sperimentazione di un progetto di co-housing, comunità che combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini...) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale. Tipicamente consistono in un insediamento di 20-30 unità abitative, per famiglie e single, che si sono scelti tra loro e hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato” per poi dar vita – attraverso un processo di progettazione partecipata - alla realizzazione di un ‘villaggio’ dove coesistono spazi privati (la propria abitazione) e spazi comuni (i servizi condivisi).
AMBIENTE E SOCIALE
Oltre a tutta l’enorme tematica dell’inquinamento e delle politiche ambientali, dobbiamo nella relazione “ambiente-sociale” porre al centro l’uomo. Partendo dai nuovi approdi dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), che con l’ I.C.F. (Classificazione Internazione del Funzionamento, della Disabilità e della salute), “ha superato” la vecchia nozione di handicap indicando la lettura del benessere di ogni singola persona nella relazione intercorrente fra lo stato di salute individuale e l’ambiente in cui vive. Pertanto ogniqualvolta si “pensa” all’ambiente e agli interventi per garantirne il godimento da parte di tutti, dobbiamo ribadire con forza che al centro di qualsiasi idea progettuale o realizzativa dobbiamo considerare la possibilità dell’utenza debole (bambini, disabili temporanei o permanenti, anziani, donne incinta) di fruirne in sicurezza e autonomia.
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ALTRI PROGETTI
  • sostegno e progetti specifici per le famiglie monogenitoriali;
  • attivazione di un piano di azioni di contrasto alla violenza contro la donna;
  • attivazione di servizio/sportello (anche telefonico) in grado di dare informazioni in merito a pericoli di truffe;
  • sostegno al progetto “Telefono Amico” (realizzato dai volontari Auser di Cavriago e finalizzato all’aiuto di anziani soli) attraverso la messa a disposizione di un mezzo di trasporto adeguato;
  • nuove attività finalizzate alla risocializzazione degli spazi pubblici (piazze, parchi, ecc.) finalizzate a riportarli alla dimensione di “luoghi di appartenenza” (coinvolgendo nell’individuazione degli spazi, nella progettazione delle attività e nella loro gestione successiva tutti i cittadini potenzialmente interessati).
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