TENTATIVI DI FUGA
IL MURO
Il muro era lungo più di 155 km. Dopo la costruzione iniziale, venne regolarmente migliorato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all'interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest, fu così creata la cosiddetta "striscia della morte". In seguito il muro di prima generazione fu abbattuto e oggi è difficile riconoscere parti di quel muro. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il “muro di quarta generazione”, iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto da 45.000 sezioni separate, di 1,5 metri di larghezza, più semplici da assemblare rispetto al muro di terza generazione. A partire dal 1975 il confine era anche protetto nella “striscia della morte” da recinzioni, trincee anticarro, oltre 300 torri di guardia con cecchini armati, trenta bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km.
Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, in Friedrichstrasse; le potenze occidentali avevano altri due checkpoint, a Helmstedt sul confine tra Germania Est e Ovest e a Dreilinden sul confine sud di Berlino Ovest. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento, 9 tra le due parti della città e 4 tra Berlino Ovest e la DDR, in seguito in un atto simbolico l'attraversamento della porta di Brandeburgo fu chiuso. I checkpoint vennero battezzati con i nomi fonetici: Alpha (Helmstedt), Bravo (ancora visibile a Dreilinden sulla A9 appena usciti da Berlino), e Charlie (Friedrichstraße).
TENTATIVI DI FUGA
Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo verso Berlino Ovest. Nello stesso periodo varie fonti indicano in un numero compreso tra 192 e 239 i cittadini della Germania Est uccisi dalle guardie mentre tentavano di raggiungere l'ovest e molti altri feriti.
Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto da principio con tecniche casalinghe, come passare con una macchina sportiva molto bassa sotto alle barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di “atterrare” dalla parte giusta. Con il tempo le tecniche di fuga si evolsero fino a costruire lunghe gallerie, scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone o utilizzando aerei ultraleggeri.
La prima a pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Ida Siekmann, che il 22 agosto del 1961 aveva tentato di salvarsi, saltando dal suo appartamento nella Bernauer Straße. L'ultimo morto era Winfried Freudenberg, morto l'8 marzo del 1989; aveva intrapreso una fuga spettacolare con una mongolfiera autocostruita, caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest. Chris Gueffroy è l'ultimo ucciso (5 febbraio 1989) a colpi di armi da fuoco dai soldati di confine, mentre cercava di scavalcare il muro presso Nobelstrasse, aveva poco più di vent'anni. Tra i casi più noti sono ricordati anche Olga Segler, morta all'età di 80 anni, la diciottenne Marinetta Jirkowski uccisa con 27 colpi, i bambini Lothar Schleusener (di 13 anni) e Jörg Hartmann di dieci anni, uccisi entrambi, a colpi di arma da fuoco dai soldati di confine, nel tentativo di fuga intrapreso insieme, Cengaver Katranci di nove anni, Giuseppe Savoca di sei anni, Siegfried Krobot di cinque anni, Cetin Mert, morto il giorno del suo quinto compleanno, e Holger H. che aveva 18 mesi. Uno dei più noti tentativi falliti fu quello del diciottenne Peter Fechter a cui le guardie di confine della DDR hanno sparato il 17 agosto 1962 e che fu poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte davanti ai media occidentali.
Tra i fuggitivi si contano anche molti soldati addetti allo stesso Muro di Berlino; anche tra le vittime del Muro risultano soldati e poliziotti della DDR, come il giovane Burkhard Niering, ucciso nel 1974 in un tentativo di giungere a Berlino Ovest.
Si sono verificate anche “violazioni di frontiera” da Ovest verso Est. Negli anni settanta un berlinese dell'Ovest scavalcò 5 volte il Muro in direzione Est, dopo venne sempre arrestato. Durante l'interrogatorio, alla consueta domanda sul perché non usufruisse dei passaggi di frontiera, lui rispondeva regolarmente che abitando lui a Kreuzberg e i suoi conoscenti proprio di fronte, la via più breve era semplicemente quella più diretta. A questa logica le guardie di frontiera non trovavano nulla da ridire e il “violatore” della frontiera veniva rimandato a Ovest. Fino alla volta successiva. Per alcuni di questi “scavalcatori” il Muro era un oltraggio personale o una sfida sportiva. Mentre i politici occidentali lavoravano per ottenere una maggiore penetrabilità del muro, alcuni contestatori ribelli dell'epoca avevano dichiarato la loro personale guerra al mostro. Tra i più sfrontati c'era sicuramente John Running che nel 1986/87 attaccò diverse volte il muro. Nell'estate del 1986 arrivò a Berlino e scavalcò il muro con una scala. Né i poliziotti di frontiera dell'Ovest né le guardie dell'Est riuscirono a convincerlo ad abbandonare l'impresa di camminare in equilibrio sul muro per circa 500 metri, osservato da numerosi presenti che incitando lo applaudivano. Alla fine le truppe della DDR lo indussero a scendere e lo presero in custodia. Per evitare ulteriore scalpore e imbarazzi diplomatici le autorità lo rimandarono nell'Ovest dopo un breve interrogatorio. Running pochi giorni dopo iniziò un'altra azione, durante la quale si sedette a cavalcioni sul muro e lo prese simbolicamente a martellate. Venne immediatamente arrestato dalle truppe della DDR e alcuni giorni dopo rimandato all'Ovest. La sua terza “passeggiata” gli costò 53 ore di prigione nella DDR.
Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto da principio con tecniche casalinghe, come passare con una macchina sportiva molto bassa sotto alle barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di “atterrare” dalla parte giusta. Con il tempo le tecniche di fuga si evolsero fino a costruire lunghe gallerie, scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone o utilizzando aerei ultraleggeri.
La prima a pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Ida Siekmann, che il 22 agosto del 1961 aveva tentato di salvarsi, saltando dal suo appartamento nella Bernauer Straße. L'ultimo morto era Winfried Freudenberg, morto l'8 marzo del 1989; aveva intrapreso una fuga spettacolare con una mongolfiera autocostruita, caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest. Chris Gueffroy è l'ultimo ucciso (5 febbraio 1989) a colpi di armi da fuoco dai soldati di confine, mentre cercava di scavalcare il muro presso Nobelstrasse, aveva poco più di vent'anni. Tra i casi più noti sono ricordati anche Olga Segler, morta all'età di 80 anni, la diciottenne Marinetta Jirkowski uccisa con 27 colpi, i bambini Lothar Schleusener (di 13 anni) e Jörg Hartmann di dieci anni, uccisi entrambi, a colpi di arma da fuoco dai soldati di confine, nel tentativo di fuga intrapreso insieme, Cengaver Katranci di nove anni, Giuseppe Savoca di sei anni, Siegfried Krobot di cinque anni, Cetin Mert, morto il giorno del suo quinto compleanno, e Holger H. che aveva 18 mesi. Uno dei più noti tentativi falliti fu quello del diciottenne Peter Fechter a cui le guardie di confine della DDR hanno sparato il 17 agosto 1962 e che fu poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte davanti ai media occidentali.
Tra i fuggitivi si contano anche molti soldati addetti allo stesso Muro di Berlino; anche tra le vittime del Muro risultano soldati e poliziotti della DDR, come il giovane Burkhard Niering, ucciso nel 1974 in un tentativo di giungere a Berlino Ovest.
Si sono verificate anche “violazioni di frontiera” da Ovest verso Est. Negli anni settanta un berlinese dell'Ovest scavalcò 5 volte il Muro in direzione Est, dopo venne sempre arrestato. Durante l'interrogatorio, alla consueta domanda sul perché non usufruisse dei passaggi di frontiera, lui rispondeva regolarmente che abitando lui a Kreuzberg e i suoi conoscenti proprio di fronte, la via più breve era semplicemente quella più diretta. A questa logica le guardie di frontiera non trovavano nulla da ridire e il “violatore” della frontiera veniva rimandato a Ovest. Fino alla volta successiva. Per alcuni di questi “scavalcatori” il Muro era un oltraggio personale o una sfida sportiva. Mentre i politici occidentali lavoravano per ottenere una maggiore penetrabilità del muro, alcuni contestatori ribelli dell'epoca avevano dichiarato la loro personale guerra al mostro. Tra i più sfrontati c'era sicuramente John Running che nel 1986/87 attaccò diverse volte il muro. Nell'estate del 1986 arrivò a Berlino e scavalcò il muro con una scala. Né i poliziotti di frontiera dell'Ovest né le guardie dell'Est riuscirono a convincerlo ad abbandonare l'impresa di camminare in equilibrio sul muro per circa 500 metri, osservato da numerosi presenti che incitando lo applaudivano. Alla fine le truppe della DDR lo indussero a scendere e lo presero in custodia. Per evitare ulteriore scalpore e imbarazzi diplomatici le autorità lo rimandarono nell'Ovest dopo un breve interrogatorio. Running pochi giorni dopo iniziò un'altra azione, durante la quale si sedette a cavalcioni sul muro e lo prese simbolicamente a martellate. Venne immediatamente arrestato dalle truppe della DDR e alcuni giorni dopo rimandato all'Ovest. La sua terza “passeggiata” gli costò 53 ore di prigione nella DDR.
CURIOSITA'
Nel Marzo del 1988 Berlino Est e il Senato di Berlino Ovest si accordarono su uno scambio di terreni in seguito al quale il triangolo di Lennè sarebbe diventato territorio di Berlino Ovest. Finché però l'accordo non entrò in vigore questa area rimase extraterritoriale e venne quindi sfruttata da giovani “autonomi” di Kreuzberg (tacitamente tollerati da Berlino Est) che eressero un villaggio di baracche per protestare contro alcune misure edilizie del Senato di Berlino Ovest. Con crescente divertimento, i berlinesi assistettero nelle settimane successive al gioco del gatto col topo tra poliziotti e occupanti delle baracche che, dopo ogni scontro, si rifugiavano regolarmente nel triangolo di Lennè, dove la polizia occidentale non aveva accesso.
Puntuali, all'entrata in vigore dell'accordo sullo scambio dei territori, circa 900 poliziotti occidentali si diressero al triangolo Lennè caricando con gas lacrimogeni. Gli occupanti si sottrassero all'arresto saltando il muro in direzione Est. Per le truppe di frontiera della DDR non fu un evento inatteso e accolsero tranquillamente i "violatori di frontiera". I punk vennero trasportati in luogo di ristoro e dopo una colazione e il controllo dei documenti vennero rimandati a Ovest attraverso diversi passaggi di frontiera.
2 commenti:
Per chi sa il tedesco:
ecco un documentario che hanno dato in Germania sul 9 novembre.
http://www.zdf.de/ZDFmediathek/content/870044?inPopup=true
Al canale Britzer Zweigkanal il ventenne Chris Gueffroy voleva fuggire con un amico nella notte tra il 5 ed il 6 febbraio 1989, da Berlino Est a Berlino Ovest. Entrambi davano per scontato che al confine non si sparasse più.
Dopo aver superato il "muro posteriore" e il recinto di segnalazione i due giovani vennero scoperti da soldati delle truppe di frontiera della RDT. Da sinistra e da destra due pattuglie, ognuna di due soldati, si diressero verso i fuggiaschi. Dopo l´intimazione a voce e dopo dei colpi in aria le sentinelle aprirono il fuoco. Colpito a morte al cuore Chris Gueffroy stramazzò davanti al recinto di confine più avanzato.
Egli fu l’ultimo fuggiasco che venne ucciso da soldati delle truppe di frontiera della RDT al confine con Berlino Ovest, pochi mesi prima della caduta del Muro. Il suo amico venne ferito. A causa di "tentativo illegale di attraversamento del confine in caso grave" venne condannato a una pena detentiva di 3 anni. Nell’ottobre 1989 venne espulso e mandato a Berlino Ovest. Alla sentinella che aveva sparato il colpo mortale per Chris Gueffroy è stata inflitta una pena di due anni sospesa con la condizionale.
Dal 21.6.2003, dal giorno in cui Chris Gueffroy avrebbe compiuto i 35 anni, una stele lo ricorda nel luogo storico. Karl Biedermann ha progettato il segno commemorativo. Porta la scritta: "Dal 1961 al 1989 passava su questa riva il Muro di Berlino. Qui venne ucciso il 5 febbraio 1989 il ventenne Chris Gueffroy, nato il 21.6.1968. Egli fu l’ultimo fuggiasco ad essere ucciso nel tentativo di superare gli impianti di frontiera della RDT."
Posta un commento