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martedì 6 aprile 2010

IL CONSUMO DEL TERRITORIO NON SI FERMA

Nell’ultimo consiglio comunale del 22 marzo 2010 la maggioranza di INSIEME PER CAVRIAGO ha presentato una INTEGRAZIONE AL REGOLAMENTO SPECIALE PER LA VENDITA DI BENI IMMOBILI.

Si tratta, in poche parole, di fare cassa sacrificando ancora una volta il territorio. Ricevere, in altre parole, un importo “una tantum” in cambio della cementificazione di una porzione di terreno. Significa maggiore intensità edificatoria negli spazi già urbanizzati o nei futuri insediamenti. Significa che tutte le parole spese “per salvaguardare il consumo del territorio” per questa maggioranza non hanno senso.

Perché diciamo questo? Perché con l’approvazione di questo regolamento al Comune sarà concesso vendere a soggetti terzi i “diritti edificatori” che possiede in parchi e parcheggi o piccoli appezzamenti di proprietà del comune non utilizzati, cioè metri cubi di terreni sui quali si potrebbe costruire per una certa volumetria ma, essendo appunto parchi e parcheggi, non si è edificato.

Proviamo a fare un esempio: il comune possiede un parco sul quale avrebbe la possibilità di costruire per alcuni metri cubi (e questi sono i “diritti edificatori”). Essendo un parco, il comune non ritiene necessario costruirvi edifici. Quindi può vendere quei metri cubi a un privato che, da un’altra parte sul territorio comunale, ha già utilizzato la propria capacità edificatoria massima. Acquistando dal comune i diritti edificatori del suddetto parco, potrà quindi costruire oltre quanto previsto.

C’è un altro elemento che inoltre fa pensare: la rinuncia da parte del comune ai diritti edificatori su un’area pubblica oggi, preclude in futuro un possibile utilizzo di quelle volumetrie per la collettività, a vantaggio di un privato. Potremmo un domani voler costruire una struttura in un parco o un parcheggio (bagni pubblici, o una piccola struttura ricettiva, o un deposito biciclette), e non poterlo fare in quanto l’area è stata privata dei diritti edificatori.

Questa compravendita dei diritti edificatori è già utilizzata dai soggetti privati. Perché non dovrebbe quindi “approfittarne” il Comune? Per il semplice motivo che il comune dovrebbe fare l’interesse pubblico, e difendere il territorio è prioritario per un comune come il nostro. Mentre invece si persevera nel principio che vede lo sviluppo identificarsi nell’espansione edilizia. Risulta ancora inconcepibile pensare ad un comune che domani potrebbe avere meno cemento di oggi. Pensare che dove oggi c’è una casa, domani potrebbe esserci del verde. Neanche si riesce solo a pensare non di “decrescere”, ma almeno di fermarsi. No. Se da oggi nessuno costruisse più nulla, il nostro comune collasserebbe. C’è qualcosa che decisamente non va.

Inoltre la compravendita dei diritti edificatori rappresenta una specie di “deroga” a quello che dovrebbe essere uno dei compiti principali di un’amministrazione comunale: l’attenta e puntuale “pianificazione” dello sviluppo del territorio. Infatti il comune potrà vendere a soggetti terzi che non sono direttamente interessati ad utilizzarli, ma che potrebbero rivenderli ad altri. Il Comune perde quindi ogni possibilità di controllare lo sviluppo urbanistico per questi diritti edificatorio.

Aggiungiamo un’altra cosa: il Comune, rispetto al privato, ha poteri ben diversi che possono incidere in una scelta come questa, proprio per gli “strumenti” che ha a disposizione per la pianificazione. Attraverso varianti a PSC e RUE, il comune può assegnare alti indici di edificabilità ad appezzamenti e terreni, e vendere quindi i diritti edificatori di questi appezzamenti dopo averli eventualmente creati ove non esistevano.

Le nostre considerazione non sono state ovviamente prese in esame dalla maggioranza in consiglio comunale. Due sono stati gli argomenti di “difesa” della maggioranza:

- si tratta alla fine di pochi metri cubi

- se non si concede alle aziende di espandersi, queste si trasferiranno all’estero […]

Una difesa che si contraddice: o i metri cubi sono pochi, e quindi tra breve assisteremo all’esodo massiccio delle aziende di Cavriago verso est, e non si capirebbe perché tanti sforzi per piccoli introiti, o i metri cubi non sono così pochi e, appunto, vedremo un altro po’ di cemento calare su Cavriago.

In ogni caso, l’integrazione al regolamento è stata approvata con i voti della maggioranza del sindaco Delmonte.

“Troppo spesso c’è, anche tra urbanisti, chi pensa ancora che le aree rurali costituiscano una riserva per ulteriori sviluppi o che il problema sia di dare loro una funzione perequativa generando volumetrie da vendere e spostare sulle aree urbane o ai margini delle stesse.” (Alfredo Viganò, ex-assessore al territorio Comune di Monza, per la Cooperativa Eddyburg in merito ai Diritti Edificatori)

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