L’approccio (tutto italiano), purtroppo adottato in questi anni anche nel nostro Comune, considera il territorio come una risorsa inesauribile, sacrificabile al concetto di “crescita infinita”.
Un meccanismo perverso che incentiva, talvolta costringe, la svendita di un patrimonio collettivo ed esauribile come il suolo, per finanziare i servizi o opere pubbliche: una vera e propria monetizzazione del territorio. È una politica di sviluppo non più sostenibile, a maggior ragione a Cavriago, cioè nel Comune più piccolo e più densamente abitato della provincia di Reggio Emilia.
Nei cinque anni passati l’attuale maggioranza ha scelto la strada di un significativo aumento delle possibilità di costruire. Aumento quantificabile in alcune centinaia di alloggi in più nei prossimi anni. I primi segnali di questa tendenza si possono già cogliere girando per il paese, tanto in centro quanto in periferia. Pare evidente un rassegnarsi alle logiche del mercato quale regolatore della domanda e dell’offerta. Le scelte compiute, però, sembrano, alla luce della crisi economica e finanziaria, ancora più sbagliate e prive di logica.
Non siamo contro l’edificazione di nuove case o alloggi per pregiudizio ideologico, ma più semplicemente perché non ne vediamo la necessità ed anche perché riteniamo sia un errore pensare che l’aumento del costruito sia indice di sviluppo, di crescita o di benessere sociale.
La crisi economica e finanziaria attuale è stata originata anche da una logica come questa. Dalla crisi si può uscire evitando di dare le stesse risposte che l’hanno generata. Esistono nuove scuole di pensiero e nuove pratiche presenti sul territorio nazionale che si basano su una vera sostenibilità ambientale e sociale e sull’ormai imprescindibile concetto di decrescita: folle e dannoso sarebbe continuare sulla vecchia strada. Occorre domandarsi perché e per chi si costruisce: se fino a ieri si è costruito seguendo logiche d’impresa di corto respiro, da domani sarà necessario costruire solo per i reali bisogni dei cittadini.
In questo senso non condividiamo nel modo più fermo le scelte compiute da chi ha governato Cavriago negli ultimi 5 anni.
Proponiamo una svolta profonda, in quanto crediamo che un’espansione urbanistica incontrollata, oltre a essere inutile e dannosa, possa mettere in discussione quella coesione sociale che è stata, in tutta la sua storia, la forza e la carta vincente della nostra comunità.
Siamo per una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo, che porti ad indirizzare il comparto edile verso la ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente inaugurando così una stagione di edilizia più virtuosa sia sotto il profilo esteticoarchitettonico che ambientale.
È necessario contenere e rallentare l’edificazione dando risposte in primo luogo ai bisogni dei cittadini e delle famiglie già insediate sul nostro territorio. Non dovranno più essere la logica della quantità o miopi logiche di impresa a determinare la scelte urbanistiche, ma quella della qualità e della sostenibilità economica, sociale ed ambientale.
In tale contesto si deve prevedere una forte spinta a sostegno di una nuova e necessaria edilizia residenziale sociale.
Un meccanismo perverso che incentiva, talvolta costringe, la svendita di un patrimonio collettivo ed esauribile come il suolo, per finanziare i servizi o opere pubbliche: una vera e propria monetizzazione del territorio. È una politica di sviluppo non più sostenibile, a maggior ragione a Cavriago, cioè nel Comune più piccolo e più densamente abitato della provincia di Reggio Emilia.
Nei cinque anni passati l’attuale maggioranza ha scelto la strada di un significativo aumento delle possibilità di costruire. Aumento quantificabile in alcune centinaia di alloggi in più nei prossimi anni. I primi segnali di questa tendenza si possono già cogliere girando per il paese, tanto in centro quanto in periferia. Pare evidente un rassegnarsi alle logiche del mercato quale regolatore della domanda e dell’offerta. Le scelte compiute, però, sembrano, alla luce della crisi economica e finanziaria, ancora più sbagliate e prive di logica.
Non siamo contro l’edificazione di nuove case o alloggi per pregiudizio ideologico, ma più semplicemente perché non ne vediamo la necessità ed anche perché riteniamo sia un errore pensare che l’aumento del costruito sia indice di sviluppo, di crescita o di benessere sociale.
La crisi economica e finanziaria attuale è stata originata anche da una logica come questa. Dalla crisi si può uscire evitando di dare le stesse risposte che l’hanno generata. Esistono nuove scuole di pensiero e nuove pratiche presenti sul territorio nazionale che si basano su una vera sostenibilità ambientale e sociale e sull’ormai imprescindibile concetto di decrescita: folle e dannoso sarebbe continuare sulla vecchia strada. Occorre domandarsi perché e per chi si costruisce: se fino a ieri si è costruito seguendo logiche d’impresa di corto respiro, da domani sarà necessario costruire solo per i reali bisogni dei cittadini.
In questo senso non condividiamo nel modo più fermo le scelte compiute da chi ha governato Cavriago negli ultimi 5 anni.
Proponiamo una svolta profonda, in quanto crediamo che un’espansione urbanistica incontrollata, oltre a essere inutile e dannosa, possa mettere in discussione quella coesione sociale che è stata, in tutta la sua storia, la forza e la carta vincente della nostra comunità.
Siamo per una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo, che porti ad indirizzare il comparto edile verso la ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente inaugurando così una stagione di edilizia più virtuosa sia sotto il profilo esteticoarchitettonico che ambientale.
È necessario contenere e rallentare l’edificazione dando risposte in primo luogo ai bisogni dei cittadini e delle famiglie già insediate sul nostro territorio. Non dovranno più essere la logica della quantità o miopi logiche di impresa a determinare la scelte urbanistiche, ma quella della qualità e della sostenibilità economica, sociale ed ambientale.
In tale contesto si deve prevedere una forte spinta a sostegno di una nuova e necessaria edilizia residenziale sociale.
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(nella foto: un nuovo intervento edile che per il suo "modesto" impatto è stato già ribattezzato "l'Ucciardone")
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2 commenti:
Senza dubbio questa amministrazione è satata ed è la più deludente che si sia mai vista, io sono figlio di un vecchio comunista che ha contribuito alla nascita della repubblica alla fine della 2a guerra girando per l'ITALIA per il referendum per la scelta tra repubblica o monarchia, se ci fosse ancora ne sarebbe molto deluso da tutti quelli che si ergono a domocratici (PD) ex pci che non hanno ne inizio ne fine, non sanno che significa democrazia.
Qualcuno in questa amministarzione si erge a "piccolo dittatore" convinto che non ci siano alternative, ma la gente si è ormai stancata di vedre spendere soldi PUBBLICI con così tanta facilità.
Ho letto nel vs volantino che parlavate dei marciapiedi.....Bè vorrei vedere se nelle loro abitazioni avessereo cambiato la pavimentazione appena fatta, tanto per fare qualcosa di nuovo...ma?! Come direbbe Totò "...e io pago!!"
Cmq a parte le retoriche io sono con voi!!!!!
Il mio voto sarà uno dei primi!!!!
Grazie del commento, abbiamo bisogno di tutto l'entusiasmo possibile!
Ti aspettiamo al primo forum!
PS: se cambio il pavimento in casa mia pago con i miei soldi, almeno! :)
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