La partecipazione, la capacità d’ascolto, il rispetto delle minoranze, la costruzione del consenso basato sul convincimento sono elementi fondanti la vita democratica di ogni comunità. Su questi aspetti noi vediamo il punto di crisi più acuto della legislatura che va terminando.
Avvertiamo esserci un pesante “deficit di democrazia” da parte dell’attuale amministrazione che ha dimostrato, nei fatti e nei comportamenti tenuti, di averne (della democrazia) un’idea del tutto particolare. Sul piano del coinvolgimento della cittadinanza rispetto le scelte compiute registriamo il deserto.
Non vi è stata, infatti, una sola occasione nella quale una pubblica assemblea abbia avuto un valore ed un significato diverso dall’informare di cose già decise. Mai vi è stata una volta nella quale l’espressione di forme di dissenso, di proposte alternative o diverse da quelle dell’attuale maggioranza abbiano avuto un qualche riconoscimento, spesso nemmeno il rispetto dovuto a chi le rappresentava.
La maggioranza ha preteso di esaurire la questione della partecipazione dei cittadini con la costituzione delle “Commissioni dei 100 cittadini” che si sono di fatto rivelate un’esperienza vuota, perché private di ogni potere decisionale. Le innumerevoli sostituzioni e defezioni sono una prova di questo fallimento. Abbiamo il massimo rispetto per coloro che si sono impegnati in questo lavoro e riteniamo che un Sindaco sia libero di avvalersi di propri strumenti di consultazione. Ma per l’appunto strumenti suoi, non di tutti. Crediamo che la partecipazione alle scelte sia un diritto da riconoscere a tutti i cittadini in eguale misura, non solo a gruppi selezionati.
Riteniamo che l’attivazione di processi democratici e partecipativi non sia solo utile per il governo degli spazi pubblici, ma che sia fondamentale anche per ricucire quel nostro peculiare tessuto sociale e solidale oggi a rischio. È necessario ascoltare sul serio le persone, vedendo in ciascuno un soggetto un collaboratore a pieno titolo per la crescita collettiva.
Vorremmo che una parola d’ordine della prossima legislatura fosse connessioni:
- connessioni tra istituzioni e i cittadini in grado di favorire la più ampia partecipazione della collettività alla gestione della cosa pubblica;
- connessioni tra i cittadini per costruire (e ricostruire) più solide e diffuse relazioni sociali all’interno della comunità.
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